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Domenica 5 Maggio 2024 19:05

Le pillole di Polly: recensione di “Il quadrato dei sette” di Laura Shepherd-Robinson

Fin da piccola, Red ha capito che nella vita bisogna soffrire, e tanto. I primi...

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Fin da piccola, Red ha capito che nella vita bisogna soffrire, e tanto.

I primi sette anni della sua vita li ha trascorsi girando in lungo e in largo per la Cornovaglia con suo padre, George Decimo di Kernow; quando avevano fortuna, i due riuscivano a trascorrere la notte in qualche bettola fatiscente, con lenzuola di dubbia pulizia e piene di cimici. Altrimenti, si accontentavano di addormentarsi sul pagliericcio di qualche stalla gelida, magari all’insaputa dell’irascibile proprietario.

Il fatto è che il padre di Red, di mestiere indovino, si comportava sempre come se fuggisse da qualcosa o, più probabilmente, da qualcuno, ed era forse per questo che non si fermava mai in un posto per più di qualche giorno.

Eppure, in quei primi anni della sua infanzia Red, in qualche modo, era stata serena, perché aveva vissuto tante avventure e soprattutto perché era stata con il suo papà, che l’amava sopra ogni cosa. Quando si sentiva sola, poi, c’era Joan the Wad, la sua bambola, che era la sua più cara amica e alla quale confidava tutti i suoi segreti.

Purtroppo, però, i veri problemi per lei dovevano ancora cominciare.

Così, un brutto giorno, suo padre le ha detto di sentirsi molto male e, con il cuore pesante come un macigno, ha cercato di farle capire che, anche se non avrebbe mai voluto, presto avrebbero dovuto separarsi.

Tuttavia, c’era qualcosa che rincuorava padre e figlia. George, infatti, leggendo le carte aveva previsto l’arrivo di un re di cuori, un uomo buono che si sarebbe preso cura di Red quando lui non ci sarebbe stato più e che l’avrebbe fatta crescere come una vera signora.

E così, quando in una locanda si presenta Robert Antrobus, un gentiluomo che accetta con un sorriso scettico di farsi predire il futuro, George e Red capiscono che quella è la persona che aspettavano.

Dieci anni dopo, nel 1740, Antrobus è il tutore di Red, che ora si chiama Rachel Antrobus, vive in una casa elegante ed in comune con la bambina che era stata ha solo i lunghi capelli rossi che le erano valsi il nome.

Eppure, anche se vuole bene al suo padrino e alla governante, Mrs. Fremantle, c’è qualcosa che turba i suoi pensieri. Sente la mancanza del padre, certo; ma, soprattutto, vorrebbe saperne di più sulla sua vera identità.

Così, inizia a frugare tra alcuni documenti che appartenevano al suo defunto padre. Lì, scova un manoscritto quasi introvabile che spiega il metodo di cartomanzia del “quadrato dei sette”, usato nel passato dal padre e attualmente da lei per leggere le carte.

Poi, trova un indizio sulle sue vere origini. Così, decide di scoprire la verità; poco importa se, per farlo, dovrà affrontare dei pericoli che potrebbero rivelarsi più grandi di lei.

Ed è a questo punto che la sua storia avrà inizio.

“Il quadrato dei sette” è un ottimo romanzo di fiction storica di Laura Shepherd-Robinson, autrice che si è documentata molto seriamente prima di scriverlo, prendendo spunto da alcuni avvenimenti realmente accaduti.

Il pregio più grande dell’opera è la trama, avvincente al punto che il lettore non si staccherebbe mai dal libro, curioso com’è di capire se, tra il mare di bugie dette dai personaggi, si nasconda per puro caso qualche briciola di verità.

Sì, perché la caratteristica principale del romanzo è la negatività di quasi tutti i personaggi, comunque estremamente ben costruiti nella loro totale assenza di qualsiasi forma di moralità, a cominciare dalla protagonista.

Red, infatti, a soli diciassette anni è scaltra e furba come il più smaliziato degli adulti, e non esita un attimo a sacrificare chiunque incroci sulla sua strada pur di realizzare il suo scopo; a dire il vero, a suo merito va detto che quando la fa veramente grossa si pone l’obiettivo di riparare in qualche modo il male che ha commesso.

Ci sono poi i membri della famiglia De Lacy, dei ricchi di nuova generazione con una sola idea fissa nella testa: fare altri soldi e non perdere quelli già guadagnati. Per raggiungere questo fine non si fermerebbero davanti a nulla, senza farsi inutili scrupoli morali che, a loro giudizio, vanno lasciati al popolino.

Gli unici due personaggi positivi dell’opera sono Robert Antrobus, che fa di Red la sua pupilla per pura generosità, e Tamson, l’amica che affronta la gogna pur di non tradirla.

In conclusione, grandissimi pregi del romanzo, oltre alla elaborata trama costruita come un gioco ad incastro, sono la qualità della scrittura, che è assolutamente all’altezza delle aspettative, e l’ottima ricostruzione storica dell’Inghilterra della prima metà del diciottesimo secolo.

E pazienza se si fa fatica ad essere solidali con la protagonista; in fondo, “Il quadrato dei sette” è una lettura assolutamente consigliabile anche per Red, perché attraverso questo personaggio la scrittrice ha avuto il coraggio di raccontare la storia di una ragazza che non è una buona, ma almeno ne è consapevole e non si nasconde dietro una maschera di perbenismo e di finta ipocrisia.

Federica Focà

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