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Martedì 13 Luglio 2021 12:07

A Cuba sale la tensione



Popolazione in strada in almeno 20 città dell'isola per protestare contro il governo che non riesce a gestire la crisi economica. Repressione il sacerdote arrestato

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Dopo mesi di pandemia e di fame, la popolazione è scesa in strada in almeno 20 città dell’isola di Cuba, «per protestare contro un governo che oramai non riesce più a tenere sotto controllo la crisi economica». A darne notizia è una nota diffusa online nel pomeriggio di ieri, 12 luglio, da “
Popoli e Missione
“. «Sale la tensione», si legge nel testo, che fa il punto sulle «prime grandi manifestazioni di massa scoppiate nell’isola da trent’anni a questa parte». La stampa di tutto il mondo, spiegano, «ne parla come di un movimento di massa molto diffuso e capillare che preoccupa il regime, tanto che la polizia ha represso più di un corteo durante questo weekend, soprattutto in Malecon promenade a l’Havana, arrestando decine di persone».

Dal presidente Miguel Díaz-Canel – che in un messaggio televisivo ha attribuito la colpa della miseria e dell’inflazione alle sanzioni imposte dagli Sati Uniti – l’appello a terminare la protesta contro il governo e a iniziare a «difendere la rivoluzione» socialista. Ma il popolo, riferiscono diversi media internazionali, non protesta solo per la fame. Si gridano parole come «libertà», «unità», slogan che dicono: «Ne abbiamo abbastanza». Tutti segni, prosegue ancora la nota pubblicata da “Popoli e Missione”, che «la mancanza di democrazia ha un peso notevole ed esaspera tanto quanto l’aumento dei prezzi, la disoccupazione e la mancanza di scorte alimentari, in aggiunta alla difficile gestione della pandemia».

La repressione governativa intanto è stata ovunque determinata e in molti casi violenta, soprattutto nella provincia di Artemisa, a sudovest della Capitale L’Avana. Coinvolti anche uomini di chiesa, come riferisce all’Agenzia Sir padre Ronaldo Montes de Oca, impegnato nella pastorale delle comunicazioni, amico di padre Castor José Álvarez Defesa, arrestato domenica e liberato nel pomeriggio di ieri, 12 luglio. Tra gli arrestati anche due giornalisti cattolici, aderenti all’associazione Signis: Manuel Rodríguez e Leonardo Manuel. Un appello alla loro liberazione è venuto da Signis America Latina e Caraibi.

«Hanno rilasciato padre Castor – è la testimonianza del sacerdote raccolta dal Sir – ma ci sono altri arresti nel Paese, tra cui quello di un seminarista a Matanzas, oltre a numerosi gruppi di manifestanti, tra i quali ci sono anche molti militanti cattolici. Rafael Cruz Débora, seminarista di 26 anni, è stato portato via dalla sua casa nelle prime ore della giornata di lunedì Quello che io posso – aggiunge – dire è di aver visto manifestazioni del tutto pacifiche, mentre la repressione è stata violenta e ho visto molte persone colpite dagli agenti e dalle forze governative. Il presidente ha invitato i suoi sostenitori ad “andare in strada a combattere”. Io personalmente condanno qualsiasi tipo di violenza. Rispetto qualunque persona che va in piazza esprimendo quello che pensa, in coscienza, è un diritto umano. Invece qui si reprime violentemente chi esercita la libertà di pensiero, con molte ragioni, poiché è stanco per la grave crisi, rispetto alla quale non si vede una risposta adeguata». Certo, riconosce padre Montes de Oca, «ora molti hanno paura, ma non può essere la paura la risposta alla situazione cubana. È necessaria capacità d’ascolto, assieme a un cammino di pace. Ieri il presidente diceva che le strade sono dei rivoluzionari e dei comunisti, invece le strade sono dei cubani. E personalmente auspico un cammino di pace e di riconciliazione per tutti».

13 luglio 2021

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