Servizi > Feed-O-Matic > 514439 🔗

Martedì 23 Aprile 2024 09:04

Lo stato di salute della Sanità, «questione di democrazia»



A 50 anni dal convegno sui "Mali di Roma", la diocesi torna a interrogarsi sulle disuguaglianze del nostro tempo, facendo il punto sulla questione sanitaria. Il vicegerente Reina: «Le persone vanno curate a prescindere dal reddito». Le testimonianza di "luce"

L'articolo
Lo stato di salute della Sanità, «questione di democrazia»
proviene da
RomaSette
.

leggi la notizia su RomaSette





A mezzo secolo dal convegno sui “Mali di Roma”, la diocesi torna ad analizzare i disagi e le disuguaglianze che affliggono la società. Un’analisi che abbraccia tutte le povertà e dopo un focus su quella educativa si è passati a quella sanitaria perché «tanti non riescono ad accedere alle cure e questo è grave in un Paese che faceva della sanità pubblica la sua punta di diamante». Lo ha detto ieri, 22 aprile, il vicegerente Baldo Reina, intervenendo al convegno “(Dis)uguglianze nella sanità”, nell’aula “Anfiteatro Giubileo 2000” del Policlinico di Tor Vergata. «Le persone vanno curate a prescindere dal reddito. Non possiamo accettare l’idea di una sanità in cui chi è ricco può permettersi le cure e chi è povero viene lasciato indietro», sono ancora le parole del vescovo.

Anche per Benoni Ambarus, delegato per l’ambito della Diaconia della carità, «preoccupa che con troppa facilità i cittadini ottengono prestazioni immediate se a pagamento, altrimenti attendono mesi. In vista del Giubileo – ha aggiunto – scriverò a tutte le strutture per chiedere quali e quante prestazioni sono disposte a fare per gli esclusi». Ricordando che «il compito di garantire il diritto alla salute spetta alle istituzioni», ha invitato a «entrare nell’ottica della complementarità». La strada su cui sono incamminati, ad esempio, il servizio Tobia, che garantisce un approccio empatico e non invasivo alle cure per i pazienti disabili; o la onlus Co.n.o.s.c.i., che promuove il benessere socio-sanitario dei detenuti attraverso progetti di solidarietà sociale. Esperienze di “luce”, contro le tante “ombre” nella sanità di cui le cronache sono piene, delle quali si è parlato nel corso del convegno.

Non sono mancate le testimonianze. Come quella di Maria Grazia, mamma di un ragazzo con disturbo psichico, che ha trovato «un valido supporto» nel Centro di ascolto della Fondazione Don Luigi di Liegro, che l’ha aiutata a trovare percorsi fondamentali per gestire la comunicazione con il figlio. «Un gruppo di familiari di pazienti psichiatrici, guidato da psicologi e psichiatri, si è rivelato un sostegno importante al quale non potrei rinunciare». Giovanni Giudotti, dell’hub per la prevenzione e promozione della salute della Comunità di Sant’Egidio allestito al San Gallicano, ha parlato del diritto alla salute offerto agli invisibili. «Indirizziamo verso strutture sanitarie pubbliche cittadini stranieri che non hanno mai fatto cure – ha detto -. Grazie a medici di base volontari abbiamo effettuato circa 2mila visite di medicina generale e 500 cardiologiche». C’è poi chi è costretto a rinunciare a farmaci perché non mutuabili. Teresa, 84 anni, ha una pensione sociale e deve «scegliere quali medicinali assumere». Ulteriori ostacoli le prenotazioni telefoniche con voci registrate e le visite in luoghi lontani senza un accompagnatore.

Durante i lavori del convegno, moderati dalla giornalista Isabella Di Chio, l’assessore comunale alle Politiche sociali e alla salute Barbara Funari ha raccontato l’esperienza del Centro per le fragilità socio sanitarie che Roma Capitale ha avviato da due anni con l’Ospedale San Giovanni. «Una struttura protetta che accoglie senza dimora dimessi dall’ospedale ma che necessitano ancora di assistenza socio sanitaria», ha spiegato. L’assessore regionale Massimiliano Maselli ha annunciato che per abbattere le liste di attesa, presto, a partire dall’Ospedale San Camillo, «tutta la diagnostica per immagini si effettuerà il sabato e la domenica. L’iniziativa verrà estesa a tutti gli ospedali». Maria Lourdes Landeo, assistente sociale al Centro Samifo (Salute migranti forzati), ha posto l’attenzione sulla necessità di informare i migranti sui loro diritti, formare gli operatori di sportello, inserire i mediatori linguistici nei servizi territoriali. In platea anche studenti di medicina come Chiara, che spera di diventare «un medico entusiasta che non si disabitui mai all’ascolto».

L’incontro per monsignor Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare del settore est, «ha messo un altro piccolo tassello per ricordare che bisogna avere uno sguardo ampio su tante situazioni». Per il direttore generale facente funzioni e direttore sanitario del Policlinico Tor Vergata Andrea Magrini è importante «fare rete sul territorio per far fronte a situazioni di necessità delle persone vulnerabili». La salute «è una questione di democrazia – ha osservato Maurizio Marceca, della Sapienza -. La qualità della salute che si può riuscire a garantire a una popolazione è misura della qualità della democrazia che quella popolazione è riuscita ad esprimere».

Il prossimo appuntamento di “(Dis)uguaglianze” è in programma il 23 maggio alle 15.30 nella parrocchia di Santa Maria della Presentazione, a Torrevecchia, vicino a Bastoggi. Si parlerà di “Abitare a Roma…. germogli di speranza”.

23 aprile 2024

L'articolo
Lo stato di salute della Sanità, «questione di democrazia»
proviene da
RomaSette
.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI