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Martedì 23 Aprile 2024 15:04

Guerra, lavoro e questione giovanile: le sfide dell’AI e il messaggio del Vangelo



Nell'Aula Magna della Lateranense l'incontro di sacerdoti e diaconi della diocesi con Paolo Benanti, docente della Gregoriana, presidente della Commissione sull’intelligenza artificiale (AI) per l’informazione e unico italiano nel Comitato sull’AI delle Nazioni Unite

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Le profonde implicazioni etiche e sociali legate all’intelligenza artificiale, spaziando da scenari di guerra a quelli quotidiani del mondo del lavoro e del dialogo con i giovani, sono state esplorate da padre Paolo Benanti, una delle più alte autorità accademiche in materia, che questa mattina, 23 aprile, nell’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense ha tenuto un corso di formazione rivolto a sacerdoti e diaconi della diocesi di Roma. Riferendosi ai conflitti in varie parti del mondo, ha ricordato che la prima vittima da intelligenza artificiale, secondo i dati Onu, risale al 2021. «Era un militare di Haftar ucciso in Libia da un drone-granata prodotto dai turchi – ha detto il francescano, docente della Pontificia Università Gregoriana, presidente della Commissione sull’intelligenza artificiale (AI) per l’informazione e unico italiano nel Comitato sull’AI delle Nazioni Unite -. Oggi parliamo dell’uso dei droni nella guerra in Ucraina, si vocifera che in Israele ci sia un sistema di selezione dei bersagli. In materia, come Chiesa, abbiamo tanto da dire. Le riflessioni più sofisticate e complete sulle armi autonome in ambiente Onu le fanno le nunziature apostoliche».

E nel mercato del lavoro l’avvento dell’AI sarà un vantaggio o meno per l’uomo? «La macchina surrogherà meglio e prima tutti quei lavori a più alto contenuto cognitivo, che oggi sono quelli meglio retribuiti – ha spiegato -. Quindi il problema sarà la moltiplicazione sulle disuguaglianze, che è una questione da gestire perché resteranno solo quelli retribuiti peggio». D’altro canto, però, bisogna riconoscere che «oggi in Italia ci sono 40 province in cui il numero dei pensionati è maggiore di quello di lavoratori». Questo, per il francescano, apre a vari scenari possibili anche di carattere politico: o incentiviamo la natalità, «perché il calo demografico non è da sottovalutare», o accogliamo più migranti, o usiamo l’AI. «Vivere questa sfida in questo momento di calo delle nascite potrebbe essere il fattore che ce lo fa gestire», ha dichiarato.

Altra sfida dei nostri tempi è quella del dialogo con i giovani. «Oggettivamente serve un cambio di linguaggio e non basta imparare qualche termine social – le parole di Benanti -. È evidente che bisogna cercare di recuperare questa distanza».

L’incontro è stato aperto dal vicegerente della diocesi Baldo Reina, il quale ha spiegato che è nato dal desiderio di accogliere l’invito di Papa Francesco a «riflettere sui nuovi segni dei tempi». Quello dell’intelligenza artificiale, ha osservato il vescovo, è «un argomento vasto e delicato sul quale ci sentiamo quotidianamente stimolati, capendone l’importanza e riconoscendo di dover acquisire coordinate per poterci muovere in modo consapevole».

In un passaggio del messaggio per la 57° Giornata mondiale della pace, il Papa sottolinea che non si può dare per scontato che l’IA avrà un impatto positivo sul futuro dell’umanità e sulla pace tra i popoli, se non se ne fa un uso responsabile. A tal proposito il vicegerente ha affermato che è «interessante capire, da un punto di vista etico, come intrecciare le potenzialità della tecnologia con il messaggio del Vangelo».

23 aprile 2024

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