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Martedì 23 Aprile 2024 16:04

Allarme Onu sulla legge Regno Unito – Ruanda

Filippo Grandi UNHCR
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«Riconsiderare il piano di trasferimento dei richiedenti asilo e adottare misure per gestire i flussi»: la nota degli Alti Commissari per i rifugiati Grandi e per i Diritti umani Turk

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È allarme, da parte delle Nazioni Unite, per le ricadute «dannose» del disegno di legge “
Safety of Rwanda
” approvato dal Parlamento britannico. Ricadute «a livello globale, sui diritti umani e sulla protezione dei rifugiati». Lo affermano con chiarezza, in una nota congiunta diffusa oggi, 23 aprile, l’Alto Commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi e quello per i Diritti umani Volker Türk, che chiedono al governo britannico di «riconsiderare il piano di trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda e di adottare invece misure pratiche per gestire i flussi irregolari di rifugiati e migranti, sulla base della cooperazione internazionale e del rispetto della legislazione internazionale sui diritti umani».

Secondo le agenzie delle Nazioni Unite, il disegno di legge è stato presentato al Parlamento insieme al Trattato di partenariato per l’asilo tra Regno Unito e Ruanda, nonostante la Corte Suprema del Regno Unito abbia messo in guardia l’anno scorso che la proposta di trasferire i richiedenti asilo in Ruanda avrebbe violato il diritto internazionale e quello britannico, rilevando le debolezze del sistema ruandese per la determinazione delle singole richieste di asilo. Il disegno di legge e il trattato – è la tesi dell’Unhcr – non solo non superano le lacune di protezione individuate dalla Corte Suprema ma «una volta promulgati, limiteranno i tribunali britannici dal vagliare adeguatamente le decisioni di allontanamento, lasciando ai richiedenti asilo un margine di ricorso limitato anche se corrono rischi significativi».

Nelle parole di Grandi, «la nuova legislazione segna un ulteriore passo indietro rispetto alla lunga tradizione del Regno Unito di fornire rifugio a chi ne ha bisogno, in violazione della Convenzione sui rifugiati». Anche secondo Türk «questa nuova legislazione, trasferendo la responsabilità sui rifugiati, riducendo la capacità dei tribunali britannici di controllare le decisioni di espulsione, limitando l’accesso ai rimedi legali nel Regno Unito e limitando la portata delle tutele nazionali e internazionali dei diritti umani per un gruppo specifico di persone, ostacola seriamente lo stato di diritto nel Regno Unito e crea un pericoloso precedente a livello globale».

Ancora, l’Unhcr fa notare come la nuova legislazione sia la terza di una serie di leggi britanniche progressivamente restrittive che hanno eroso l’accesso alla protezione dei rifugiati nel Regno Unito dal 2022. Se attuata, i richiedenti asilo, comprese le famiglie con bambini, verrebbero inviati in Ruanda per presentare le loro richieste di asilo, senza alcuna prospettiva di ritorno nel Regno Unito. Inoltre, limiterà drasticamente la possibilità per i richiedenti asilo di contestare o appellarsi alle decisioni di allontanamento, in quanto i responsabili delle decisioni e i giudici dovranno considerare definitivamente il Ruanda come un Paese “sicuro” in termini di protezione dei richiedenti asilo, indipendentemente da qualsiasi prova contraria, presente o futura. Situazione ancora più preoccupante se si considera che la legislazione autorizza espressamente il governo a ignorare qualsiasi ricorso provvisorio di protezione da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.

23 aprile 2024

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