All'iniziativa, promossa dalla segreteria del Sinodo e da alcuni dicasteri vaticani, hanno partecipato in 200. Al centro, «lo slancio missionario e la fraternità»

L'articolo proviene da .

Sono stati 200 i parroci che nei giorni scorsi sono arrivati a Sacrofano da ogni parte del mondo per partecipare all’incontro internazionale “Parroci per il Sinodo”. Un’iniziativa promossa dalla segreteria generale del Sinodo o dai dicasteri per il Clero, per le Chiese orientali e per l’evangelizzazione, conclusa ieri, 2 maggio, con l’incontro con il Papa, che ha consegnato una .

A spiegarne il senso è il sottosegretario della segreteria generale del Sinodo Luis Marín De San Martín. «La parrocchia – afferma incontrando i giornalisti a conclusione dell’iniziativa, in Sala stampa vaticana – è una casa, una famiglia dalle porte aperte, perché la fede non è un’ideologia ma un’esperienza di comunione, partecipazione e corresponsabilità». Al centro dei lavori «c’è stato lo slancio missionario, l’esperienza dello Spirito Santo, la fraternità», ha riferito.

Nelle parole di don Adelino Guarda, della diocesi di Lleira-Fatima, «il Papa ci ha dato del lavoro. Parliamo troppo di Gesù, sappiamo tanto di Gesù, ma alle volte la nostra vita non ne parla: senza missionarietà, invece, non c’è sinodalità». Francesco, ha detto don Francois Luyeye Lubolono, dell’arcidiocesi di Kinshasa, in Congo, «è tornato sulla missione del parroco. In parrocchia ci ha chiesto di andare avanti, in mezzo e dietro al popolo, per lasciarlo crescere».

A raccontare come si vive la sinodalità nella sua parrocchia è stato don Rafael Solano Duran, di una diocesi a sud del Brasile. Il primo momento, ha detto, è costituito dai gruppi parrocchiali, che «sono gruppi biblici», ha spiegato, definendoli «un’espressione molto viva del volere essere insieme. Le persone – ha detto – vogliono conoscere la Bibbia, vogliono imparare a confrontarsi con la Parola del Signore». Il secondo momento  sinodale della parrocchia – «per me il più bello di tutti» – sono le domeniche: «In una regione molto difficile e con tanti problemi sociali, la parrocchia è uno spazio di condivisione. C’è chi porta il riccio, c’è chi porta il pane, c’è chi mangia in chiesa, chi fa festa. È un momento molto bello per riconoscere l’amicizia, ma soprattutto per riconoscersi insieme come membri dello stesso corpo di Cristo».

3 maggio 2024

L'articolo proviene da .