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Sabato 27 Marzo 2021 16:03

Teatrino finito nel Pd, Gualtieri candidato a Roma. Dopo il tira e molla nel partito l’ex ministro ha sciolto la riserva

“Incontrerò Renzi e parleremo di che tipo di futuro costruire per la Sinistra”. Il segretario del Pd Enrico Letta lo aveva annunciato, la sua idea è quella di creare un campo progressista il più ampio possibile, “largo e inclusivo”, che includa, appunto, forze politiche che in un centrosinistra “tradizionale”, prima dell’esperienza del governo Conte bis […]

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“Incontrerò Renzi e parleremo di che tipo di futuro costruire per la Sinistra”. Il segretario del Pd Enrico Letta lo aveva annunciato, la sua idea è quella di creare un campo progressista il più ampio possibile, “largo e inclusivo”, che includa, appunto, forze politiche che in un centrosinistra “tradizionale”, prima dell’esperienza del governo Conte bis sarebbero state impensabili.

“Noi vogliamo costruire un’alleanza di centrosinistra con i 5 Stelle”, ha ribadito, idea che però non collima con quella del leader di Iv, come esplicitato dallo stesso Matteo Renzi “O noi o i 5stelle”, ha scandito inequivocabilmente all’assemblea del suo partito. Da parte sua il segretario dem ha ancora una volta sottolineato che “Se andiamo soli, regaliamo l’Italia a Salvini e Meloni. Per questo dobbiamo fare una coalizione con chi ci è più vicino, con l’ambizione di essere la leadership di questa alleanza. Poi individueremo la modalità per decidere il candidato premier, e dipende anche da legge elettorale”.

In Parlamento il confronto sulle riforme non è ancora iniziato ma il presidente della commissioni affari costituzionali alla Camera, il pentastellato Giuseppe Brescia ricorda la “storica predilezione” del M5S per il proporzionale. Dalle parte di Iv, in ogni caso, sono convinti che alla fine si voterà con il Rosatellum, sistema attualmente in vigore, “Enrico deve decidere se fare l’accordo anche con noi. Se non lo fa per rincorrere le follie di Grillo – ragiona Renzi con i suoi – col 3% torniamo in Parlamento e costruiamo l’alternativa al populismo”.

Il primo test “importante” per la futura alleanza sarà quello delle amministrative. Ma quello sulla legge elettorale non è l’unica spina nel fianco del possibile idillo fra Pd e 5S: Roma resta il dossier più complicato da sbrogliare. “Nei prossimi giorni lo apriremo, penso che faremo le primarie”, che tra i candidati in campo annovera, dopo i tira e molla della scorsa settimana, anche l’ex titolare del Mef Roberto Gualtieri (
qui il suo post su Facebook
). “Su Roma il nostro giudizio sul sindaco uscente non è lo stesso di quello dei 5 Stelle, e rischia di essere una pietra di inciampo”, ammette il segretario che riconosce di giocarsi “l’osso del collo” sulla partita Gualtieri nella Capitale. Anche perché Grillo ha
blindato la Raggi
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