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Lunedì 29 Marzo 2021 07:03

“Le bici del Grab dentro Villa Ada non darebbero fastidio a nessuno”

Dopo aver esposto le tesi di chi è contrario al passaggio del percorso ciclabile nel parco, oggi è la volta di un parere opposto

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Abbiamo dato conto nei giorni scorsi
del parere contrario
di 11 associazioni cittadine al passaggio del Grab dentro Villa Ada. Torneremo a dare voce a chi teme che questo possa creare nocumento al parco e ai suoi fruitori. Oggi invece raccogliamo un parere favorevole. Come abitudine di diarioromano offriamo punti di vista differenti per permettere ai lettori di farsi un’idea più completa. In questo articolo Marco Latini, il nostro esperto di ciclabilità, racconta il punto di vista di chi usa quotidianamente la bici e ritiene che la Villa non subirà alcuna offesa.

 



di Marco Latini

 

Monta la protesta di alcuni cittadini a proposito del passaggio del GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Bici) dentro Villa Ada. In realtà si tratta di allargare un po’ alcune stradine che saranno risistemate per far defluire meglio l’acqua e renderle più pianeggianti e durature al passaggio. Chi si oppone sembra descrivere questi interventi come se fossero “colate di cemento e asfalto”. Ma le cose stanno diversamente. Vorrei provare a  spiegare come una percezione distorta delle “persone immobili” si coalizzi contro l’uso cittadino delle biciclette, mentre tollera tante storture e abusi. Il loro è uno spirito da Crociati, si sentono dalla parte del ‘bene’.

Rispetto le ‘opinioni’ altrui e cerco di capire le obiezioni di tutti, mi sforzo per cercare compromessi e alternative, ma quando vedo un tentativo di mistificazione, mi sento in dovere di intervenire anche con durezza. Conosco il progetto Grab pur essendo questo rivolto principalmente ad un’utenza turistica e ricreativa. Non mi ha mai affascinato e coinvolto più di tanto perché non ne colgo incisività nel quotidiano. Però in questa querelle vedo un attacco che potrebbe andare anche oltre la questione Grab. Vi invito a cliccare sui link che seguono per crearvi un’opinione informata.

Il GRAB è frutto di un “adattamento” del GSA (Grande Sentiero Anulare)  
https://gsaroma.wordpress.com/tg2/
idea nata da attivisti della bici in città lungo un percorso che costeggia Tevere e Aniene e si basa su ciclabili e parchi fino a raggiungere le periferie. Da quando ne ho conoscenza, dal 2008, i suoi tracciati hanno sempre previso un passaggio attraverso Villa Ada (Parioli-Salario o viceversa). Nei vari Piani di Roma Capitale (PQC Piano quadro della ciclabilità 2012 – NPTGU Nuovo piano generale traffico urbano) venne proposto il GRAC (Grande Raccordo anulare della ciclabilità) che, pur nei suoi vari adattamenti e rimodulazioni, sempre per Villa Ada sarebbe passato. Poi nacque il progetto GRAB (che entra nel PUMS Piano Urbano Mobilità Sostenibile) che ha anche vinto dei premi nel 2016 ed è descritto in un libro
https://www.amazon.it/ciclovia-grande-raccordo-anulare-antica/dp/8865491949
oltre ad aver ricevuto appositi finanziamenti dal MIT nel 2018 per essere realizzato. Appare strano che dal 2008 nessuno abbia percepito come “problematico” l’attraversamento di Villa Ada e di molti altri Parchi  (Aniene, Caffarella e diversi nella zona Est di Roma). Per una mappa dettagliata del percorso vi rimando al link
https://it.wikiloc.com/percorsi-ciclismo/grab-roma-grande-raccordo-anulare-delle-bici-15238333
. Ricordo che anche Legambiente lo presentò nel 2016 e ne illustrò gli aspetti benefici sulla città
https://www.legambientelazio.it/grab-la-rivoluzione-della-mobilita-viene-dal-basso-25-progetti-per-rigenerare-la-mobilita-della-capitale/
e neanche una delle più importanti associazioni ambientaliste aveva intravisto un problema ecologico o di territorio. Cosa è cambiato?

In cosa consiste allora la denuncia di chi si oppone? Se ho compreso bene il “problema” sta nella  sistemazione di alcuni sentieri principali di Villa Ada, che già più o meno si presentano come da progetto (vedere
https://www.pumsroma.it/realizzazioni/grab/
). Questi sentieri sarebbero percorsi da pedoni, bambini e ciclisti ognuno con i propri spazi in modo che uno non invada lo spazio dell’altro, allargandone alcuni.


Immagine recente di Google Maps
Lotto 4 (dal Progetto Grab)
 

 


Modalità di realizzazione di un sentiero/pista (dal progetto Grab)
 

Qui sopra riporto foto recenti e parti relative al Lotto 4 scaricabili dal progetto del dicembre 2017.

Sistemare il percorso principale con metodologia naturale, che non stravolge l’esistente, potrebbe solo valorizzare la Villa e rendere fruibile questo percorso del GRAB non solo alle bici, ma anche per pedoni, persone in carrozzina e chi porta bimbi in passeggino. Sarebbe tutta la collettività a vedere messo in sicurezza il percorso e considerando che le bici (a differenza di auto e camion) non deteriorano col passaggio un sentiero ben battuto non saranno certo le biciclette a cambiare la natura del luogo. Neppure dovrebbe preoccupare il numero di bici che potranno passare per ciascuna ora in quel tratto, in quanto  dovrebbe rimanere invariato rispetto all’attuale , soprattutto nei week end quando già diversi sentieri della villa sono attraversati. Viene il dubbio che sia invece un modo per iniziare a impedire alle bici di accedere ai parchi.

Infatti la proposta alternativa di chi protesta e cioè usare la ciclabile che circonda il parco, provocherebbe un allungamento del percorso di almeno 4km oltre a far passare i turisti accanto ad una trafficata  tangenziale, su una ciclabile non più a norma (in molti punti si restringe e presenta rami bassi) e per di più parzialmente chiusa per crolli. Già nel 2017 la trasmissione “Presa Diretta” di RAI 3 denunciò tale situazione (nel servizio si possono notare le tremende condizioni della ciclabile sulla quale si vogliono far passare i turisti) 
https://www.facebook.com/watch/?v=10159666471215523
. Prima di escludere il GRAB dall’interno di Villa Ada si chieda che la pista sia fruibile e si valuti l’impatto su tutto il progetto. Interessante è anche la puntata di Presa Diretta in cui si presenta il GRAB in funzione del trasporto e del turismo:

https://www.raiplay.it/video/2017/12/PresaDiretta—La-bicicletta-ci-salvera-d8e1807c-2f58-4204-8525-4150a7b53c96.html

Il ciclista romano si sente cittadino di serie B. Abituato a percorrere le scarse infrastrutture a lui riservate tende ad accontentarsi, però non può sempre “abbozzare” e vedo in questa questione l’ennesimo tentativo di rallentare lo sviluppo della ciclabilità nella forma e nella sostanza.

Percorrere il GRAB o il GSA durante il week end rende sempre più evidente la potenzialità di queste infrastrutture. Sono in molti ad apprezzarle ed è sempre più frequente imbattersi in famiglie e gruppi di amici che sfruttano se non l’intero anello almeno parte di esso. Lo stesso dovrebbe accadere in diversi quadranti della città ma ci sono ancora zone di alto valore ambientale e archeologico che restano appannaggio delle auto: come via Appia Antica che la domenica dovrebbe essere riservata a ciclisti e podisti  dal Circo Massimo a Frattocchie. E invece le auto e le moto proseguono ad entrare, le chiusure non vengono rispettate malgrado le pressioni dell’ente Parco. Sembra incredibile che associazioni tanto preoccupate per neppure 2 km di sentiero a Villa Ada, riescano a accettare che per 52 domeniche l’anno una zona da preservare è violata dai motori e negli altri giorni dell’anno perfino le parti col basolato romano vengono calpestate da veicoli pesanti. Non voglio spostare l’attenzione su altro ma mi sembra che accanirsi su un particolare faccia perdere la visione globale: si accetta il mancato rispetto di tantissime regole e anche quando tutto è progettato per bene, c’è sempre chi si lamenta creando clamore mediatico, non valutando il contesto arrivando a bloccare investimenti e lavori. Già abbiamo vissuto situazioni simili (e le viviamo ancora): per più di 20 anni hanno bloccato la ciclabile Nomentana, ora usata tantissimo, e così per altre piste e infrastrutture (bike sharing e stalli in primis).

Forse è arrivato il momento che oltre al confronto diretto su GRAB e Villa Ada, si inizi a valutare quali priorità i candidati alle prossime elezioni capitoline si siano dati per avvicinare Roma alle altre capitali Europee senza lasciare soli noi ciclisti. Personalmente sono convinto che una città a misura di bici possa davvero farci fare il salto di qualità e renderci più simili a Parigi o Berlino.

 

 

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