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Martedì 6 Aprile 2021 11:04

Cassia, lastre di amianto nel Fosso dell’Acqua Traversa

Era il lontanissimo 2008 quando il Comitato “Robin Hood” segnalava che all’interno del Fosso dell’Acqua Traversa la presenza di una abbondante schiuma  dall’origine sospetta e ne dava comunicazione al Presidente dell’allora XX Municipio, Gianni Giacomini. Il mini-sindaco di li a poco rispondeva che “Dalle prove chimico-batteriologiche eseguite sulle acque del fosso, risulta che le stesse […]

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Era il lontanissimo 2008 quando il Comitato “Robin Hood” segnalava che all’interno del Fosso dell’Acqua Traversa
la presenza di una abbondante schiuma  dall’origine sospetta
e ne dava comunicazione al Presidente dell’allora XX Municipio, Gianni Giacomini.

Il mini-sindaco di li a poco rispondeva
che “Dalle prove chimico-batteriologiche eseguite sulle acque del fosso, risulta che le stesse sono contaminate da liquami di origine civile. Pertanto ho provveduto a chiedere al Sindaco di Roma la rimozione immediata di tutti i rifiuti e i calcinacci. Nel frattempo verranno effettuate le prove con i coloranti per vedere quali abitazioni scaricano liquami in maniera abusiva nelle acque del fosso”.

Sono passati 13 anni e non solo i rifiuti e calcinacci continuano ad essere presenti nel fosso ma
, come documentato nell’articolo dello scorso 11 marzo
, anche le schiume provocate da inquinanti e detersivi  sono ancora lì.

L’avvicendarsi di sindaci al Campidoglio, di presidenti al Municipio e di commissari all’Ente RomaNatura poco o nulla ha influito sui destini del Fosso dell’Acqua Traversa.

Non ha influito neppure una severissima direttiva europea che imponeva, pena pesanti sanzioni, la pulizia di tutti i corsi d’acqua sul territorio dei paesi membri al fine di arrivare ad un livello di pulizia “buono” entro il 2015.

Ancora oggi percorrendo le sponde di questo fosso, che nasce all’interno della Riserva Naturale dell’Insugherata, dobbiamo constatare il grave livello di inquinamento causato da rifiuti, plastiche, detersivi, inquinanti, pneumatici di auto e, come se non bastasse, anche da lastre del pericolosissimo eternit, fotografate nel tratto che costeggia il parco attrezzato dell’Inviolatella Borghese.


Avvilente prendere atto che in tanti anni non solo non si è provveduto ad una seria pulizia e bonifica ma neppure ad eliminare le cause di tale inquinamento. Eppure il fosso dell’Acqua Traversa, con le sue acque la cui portata sembra ridursi di anno in anno, attraversa solo campagne e  nel tratto finale aree neppure troppo densamente abitate.

Questo significa che sia il fosso che le sue sponde continuano ad essere usate come una gigantesca pattumiera in cui sversare rifiuti allo stesso modo di una discarica.

Ma non è tutto, perchè queste acque, che si congiungono con quelle della Crescenza, vanno poi a sfociare nel Tevere giusto per rendere ancora più drammatico il livello di inquinamento del fiume di Roma che si vorrebbe ora, grazie alla vagonata di miliardi del “recovery-found”, rendere navigabile.

Perfino i bambini delle scuole elementari sanno che i corsi d’acqua sono i luoghi dove maggiore è la biodiversità e che l’acqua (ovviamente quella pulita) è fonte di vita. Concetti che sembrano sfuggire a chi amministra il territorio e che magari coinvolto (emotivamente) in planetari progetti di “transizione ecologica” dimentica i drammatici problemi di casa.

Il fosso dell’Acqua Traversa, come la Rimessola, l’Insugherata, il Crescenza, il Valchetta, il Cremera, il Monte Oliviero, il Torraccia  sono i fossi che attraversano il territorio di Roma Nord e che meritano urgentemente cure e attenzioni non più rinviabili. Pena il ritrovarci con una rete fognaria a cielo aperto.

Francesco Gargaglia

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