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Venerdì 9 Aprile 2021 10:04

Orientamento, una bussola per i giovani



Il bisogno e la necessità di trovare una strada sicura da percorrere. La paura di sbagliare e di deludere le aspettative degli adulti. L’idea di non essere capaci né all’altezza. Il senso di frustrazione nel vedere ridimensionati i propri sogni e le proprie speranze in un tempo incerto come quello attuale, segnato da una pandemia […]

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Il bisogno e la necessità di trovare una strada sicura da percorrere. La paura di sbagliare e di deludere le aspettative degli adulti. L’idea di non essere capaci né all’altezza. Il senso di frustrazione nel vedere ridimensionati i propri sogni e le proprie speranze in un tempo incerto come quello attuale, segnato da una pandemia mondiale. Sono questi i principali elementi emersi dal confronto con alcuni studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria superiore, che giovedì 8 aprile, in rappresentanza di tanti loro coetanei, nel corso del primo dei tre appuntamenti promossi online dal Servizio per la pastorale giovanile del Vicariato con la Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci) di Roma e il settore giovani dell’Azione cattolica diocesana, hanno espresso il desiderio di trovare risposte capaci di orientare le loro decisioni rispetto alla scelta degli studi universitari.

Intitolato “Cosa vuoi fare di grande”, il percorso di orientamento «e insieme di discernimento» intende fornire ai giovani un’ideale bussola, strumento necessario e fondamentale in mare aperto o, in generale, dove non si abbiano punti di riferimento sicuri, affinché «siano accompagnati nella scelta della facoltà universitaria, che ha una valenza importante per la loro vita, sentendo davvero ascoltato e accolto il loro “grido”». A spiegarlo è don Alfredo Tedesco, direttore della Pastorale giovanile diocesana, sui cui canali social è stato trasmesso l’incontro di avvio, mentre per gli altri due appuntamenti – in calendario per il 16 e il 17 aprile, dalle 17 alle 19 – ci si avvarrà della piattaforma Zoom.

A Claudia, che ha messo in luce come «abbiamo bisogno di maestri, specie in questa fase caratterizzata dal Covid-19, nella quale ci sembra che la libertà di scelta ci sia stata tolta, e questo ci fa paura», don Gianmario Pagano, da 25 anni insegnante di religione cattolica oltre che autore e curatore, rispettivamente, del blog e del canale Youtube “Bella, prof!”, ha ricordato come «nella parabola dei talenti, l’unico servo che fa arrabbiare il padrone è quello che si lascia frenare dalla paura di sbagliare». Da qui, l’invito a «non essere la persona che gli altri vogliono che tu sia» e a «trovare la forza nella tua libertà interiore, quella che ha ad esempio animato san Francesco», il quale non ha corrisposto ad «aspettative ideali di perfezione proiettate su di lui da altri» ma ha seguito «la propria vocazione».

Pagano ha voluto sottolineare come «termini quali vocazione o discernimento, utilizzati in riferimento alle scelte di vita, non vanno intesi solo in senso teologico» ma indicano primariamente «la necessità di capire chi sei e quali sono le cose che ti appassionano: è qui che si nascondono i talenti che ciascuno di noi custodisce e che può offrire». È infatti una visione altruistica, «non centrata solo su noi stessi, ma aperta agli altri», quella che Pagano ha suggerito e auspicato, proponendo una domanda-stimolo da seguire per orientarsi.

«Se desideriamo davvero rispondere a una vocazione – ha detto il sacerdote – dobbiamo chiederci non tanto “perché” vogliamo fare qualcosa ma “per chi” desideriamo farlo», aprendo una riflessione sulla dimensione del servizio, che «ha un valore non solo religioso ma anche economico» perché «la vita si decide nel rapporto con gli altri e quindi con e in quella società che se saprà e potrà riconoscere il vostro valore, vi sceglierà e vi pagherà affinché voi lo mettiate a disposizione della collettività».

Ancora, in risposta a Elisabetta che ha osservato come «a volte ci pare di perdere quella passione per lo studio e per il lavoro che sogniamo vedendo tanti adulti scontenti della loro situazione lavorativa», Pagano ha proposto come modello «il mercante che nella parabola evangelica va alla ricerca della pietra preziosa. Lui non sa come sia ma quando la trova la riconosce e la trova perché non smette di cercarla», a dire che «la passione non la si perde e la si ritrova sempre, purché si sia mossi dal sincero desiderio di mettersi in gioco e si resti fedeli al proprio impegno».

9 aprile 2021

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