Lunedì 12 Aprile 2021 10:04
Myanmar, il cardinale Bo: «In milioni stanno morendo di fame»
L'allarme del presidente dei vescovi, nella Domenica della Misericordia. Il pensiero alle madri dei ragazzi uccisi nelle proteste: «Hanno bisogno delle nostre parole»
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«Milioni di persone in Myanmar stanno morendo di fame». Nell’omelia pronunciata durante la Messa della Domenica della Misericordia, ieri, 11 aprile, è risuonato il nuovo grido d’allarme lanciato dal cardinale Charles Bo, che muove da due cause: il Covid e, subito dopo, il colpo di Stato militare. «Prima del Covid, il 17% della nostra gente non aveva accesso alla sicurezza alimentare. La Banca mondiale afferma che dopo un anno di Covid, questa percentuale è salita al 62%», ha ricordato. E prima ancora di avere la possibilità di uscire dal disastro del coronavirus, è arrivato il colpo di Stato.
«La gente muore di fame – le parole dell’arcivescovo -. È un grande disastro quando la fame inizia e milioni di persone muoiono in questo Paese a causa del doppio disastro. Sono necessarie oggi e ovunque buone azioni. Il Signore della Divina Misericordia ci ricorda di avere una fede che sia accompagnata dalle azioni». Fame e disperazione, ha detto, colpiscono nei campi degli sfollati, tra le vittime della pandemia e del colpo di Stato. Ma la fame «non è solo il problema che la nostra gente deve affrontare: le persone hanno paura, sono traumatizzate, il loro spirito è spezzato dalla violenza di strada. Hanno bisogno di parole di conforto». E il pensiero del cardinale va anzitutto alle madri dei ragazzi uccisi durante le proteste. «Per molti di voi – ha continuato -, la tredicesima stazione della Via Crucis, di Maria che piange sul cadavere di suo figlio, è diventata reale. Viviamo in un Paese dove centinaia di madri hanno visto, con lacrime inconsolabili e cuore ferito, i loro figli torturati e uccisi. Queste famiglie hanno bisogno delle nostre parole. Hanno tutti bisogno di parole rassicuranti con le quali Gesù calmò i suoi discepoli: “Non abbiate paura”; “Sono sempre con voi”».
Il presidente dei vescovi ha quindi invocato per il Paese i doni della pace e del perdono, ricordando il gesto clamoroso e coraggioso di suor Ann Rose Nu Thawng, delle suore di San Francesco Saverio, che si è inginocchiata «di fronte allo tsunami del male», dando testimonianza «del perdono di fronte alle tenebre, dell’amore di fronte all’odio». E la conclusione è stata un preghiera: «Aiutaci Signore, la nostra terra è ferita e sanguina di odio. Dacci la grazia e il coraggio di perdonare e riconciliare i nostri peggiori nemici, di non rispondere alla disumanità con la disumanità, alla brutalità con la brutalità. La guerra civile ferirebbe tutti e ci vorranno decenni per guarire. Non intraprendiamo la strada dell’autodistruzione». E ancora: «Preghiamo con Francesco d’Assisi: Signore fai di noi strumenti della tua pace».
12 aprile 2021
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