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Venerdì 23 Aprile 2021 12:04

Scuola a Roma, Atac: «Scaglionare gli ingressi. Non è possibile avere più bus»




Si avvicina la riapertura della scuole (da lunedì rientro in classe almeno al 60 per cento degli alunni) e Atac si prepara all’ennesimo stress test: «Vedremo dove ci porterà... - l’amministratore unico della società, Giovanni Mottura, sa quanto sia complesso coniugare il maggiore afflusso di studenti con la capienza sui mezzi ridotta del 50 per cento - . Il trasporto pubblico deve fare il massimo, ma lancio un appello alla collaborazione sociale».

Oggi farete il punto in Prefettura sul piano per la ripartenza, come pensate di potenziare il servizio per evitare assembramenti e consentire ai ragazzi di arrivare puntuali al suono della campanella?

«Abbiamo già integrato il servizio dedicato alle scuole con 120 bus privati in più per ulteriori 1.500 corse, ma non è ipotizzabile quadruplicare i mezzi. La proposta concordata è lo scaglionamento degli orari tra le 8 e le 10 e confidiamo che non vi siano resistenze alle indicazioni fornite dal governo».

Finora le linee extraurbane «S» gestite da Astral sono state sottoutilizzate, come proverete a rilanciarle?

«Gli utenti hanno preferito modalità di spostamento tradizionali. Capisco la tendenza a prendere la metropolitana, più veloce, ma negli orari di punta con la capienza al 50 per cento facciamo attenzione ai mezzi alternativi: li abbiamo messi in pista e rischiano di circolare semivuoti. Per un’informazione più efficace Roma Servizi per Mobilità e Atac hanno inviato i filmati a tutte le scuole».

Nei mesi scorsi gli studenti hanno protestato per il sovraffollamento sui mezzi e il rischio di contagio: cosa è cambiato?

«Noi vogliamo essere trasparenti, ma ci vuole coscienza da parte degli utenti. Se la domanda si concentra tutta alla stessa ora, non riusciremmo a intercettarla neppure con un incremento della flotta. Abbiamo incontrato i presidi e le rappresentanze studentesche, raccolto specifiche segnalazioni e trovato un punto di incontro».

Per il prossimo autunno le autorità sanitarie chiedono uno sforzo in più. Insistono sul ruolo cruciale del trasporto pubblico nel contenere la diffusione del virus e sul miglioramento degli standard di sicurezza.

«Nel 2020 abbiamo speso 5 milioni e mezzo per le sanificazioni, ma siamo pronti a fare di più. A breve pubblicheremo una manifestazione di interesse per coinvolgere soggetti terzi nel verificare il lavoro delle ditte di pulizia, ovvero che sui mezzi non vi siano tracce di Covid. Stiamo anche cercando dispositivi per la sanificazione dell’aria da installare sui bus, ma non esistono ancora modelli certificati».

Per Atac, azienda in concordato, la pandemia è stata un’ulteriore batosta: come pensate di mantenere in equilibrio i conti, nonostante il forte calo dei ricavi dalla vendita dei biglietti?

«Nel 2020 il decremento è stato intorno al 35 per cento, 140 milioni di perdite: un’emorragia che non si ferma. Dal governo abbiamo ricevuto circa 55 milioni e speriamo arrivino ristori più consistenti nel 2021: con il ritorno alle attività aumenterà la spesa per implementare il servizio e per le misure straordinarie».

Riuscirete a superare questa fase, malgrado lo scenario non sia dei più rosei?

«Sono tenacemente ottimista, ma anche molto pragmatico: tutto ciò che il trasporto pubblico continua a fare nel contesto pandemico deve essere compensato da ausili più significativi. Gli extra costi che abbiamo sostenuto, e che abbiamo dovuto contabilizzare, sono legati all’emergenza sanitaria e indipendenti dalle scelte aziendali. Le uniche nostre fonti di ricavi sono il contratto di servizio, che dovrà tenere conto della situazione, e la vendita dei biglietti».

da Corriere della Sera





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