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Giovedì 20 Maggio 2021 07:05

Gardini: “Il confronto aiuta a crescere. A Tokyo per vincere l’oro”

La FIPAV Lazio organizza un supercorso alla presenza di 4 docenti di livello internazionale: Andrea Gardini, Roberto Santilli, Massimo Barbolini e Luca Cristofani 
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La FIPAV Lazio organizza un supercorso alla presenza di 4 docenti di livello internazionale: Andrea Gardini, Roberto Santilli, Massimo Barbolini e Luca Cristofani (aperto a tutti gli allenatori, info su 
www.fipavlazio.it
).

“Il Gardo” – reduce da una stagione trionfale in Polonia con lo Jastrzebski Wegiel – affronterà il 24 maggio, dalle ore 18.00 alle 20.00, il tema “la fase ricezione-attacco nella pallavolo maschile di alto livello”. Il tre volte campione del mondo, ha raccontato in un’intervista ai microfoni del Comitato Regionale l’importanza della formazione per gli allenatori.

Gardini, lei da giocatore ha vinto tutto e da allenatore continua a collezionare successi. Perché crede che la formazione sia fondamentale nel percorso di un tecnico?

“Prima del periodo Covid che stiamo vivendo, io mi recavo sempre all’estero per vedere i ritiri delle Nazionali, seguire gli allenamenti e parlare con i coach. Per la carriera di un tecnico è importante avere tanti punti di vista diversi. Alcune cose le ho raccolte, altre le ho fatte mie e altre ancora non le ho tenute in considerazione. Aggiornarsi, però, è importante per aprire la testa a nuovi orizzonti. Non è vero che nei corsi si sentono sempre le solite cose, a volte le sfumature fanno la differenza per il salto di qualità. Non ho mai seguito un corso dal quale non ho tratto spunti per la mia carriera da tecnico”

 Quindi non basta l’esperienza sul campo?

“Dal confronto con gli altri, e questo avviene spesso grazie ai corsi di formazione, arrivano sempre buone cose. Nella peggiore delle ipotesi arriva la conferma delle proprie idee ed è già molto. Nella pallavolo si è vinto in talmente tanti modi diversi che è difficile ipotizzare l’esistenza di un solo un verbo”

 L’allenatore da cui sente di aver imparato di più?

“Probabilmente è stato Andrea Anastasi. Grazie a lui ho iniziato a fare questo lavoro. Andrea mi ha permesso di fare il suo assistente prima con la Nazionale italiana e poi con quella polacca. Con lui ho iniziato a vedere la pallavolo dal punto di vista dell’allenatore, uscendo dalle logiche del giocatore. I successi da giocatore non bastano a renderti un grande allenatore. Quando smetti inizia un altro percorso, completamente nuovo. Ho imparato tanto anche dai miei avversari, attraverso lo studio ho sempre cercato di chiarirmi le idee”.

 Che consiglio darebbe Andrea Gardini a un giovane allenatore che vuole fare questo mestiere?

“Innanzitutto, se è stato un ex giocatore, deve spogliarsi dell’abito del giocatore e pensare con altre logiche. E poi deve predisporsi al lavoro con la mente molto aperta, senza pregiudizi o preconcetti di qualsiasi tipo. Azzerare tutto e mettersi in gioco. Così facendo, gli si aprirà un mondo di sorprese. Provare, sperimentare, trovare nuove chiavi: la pallavolo cambia continuamente”

 Com’è cambiata oggi, rispetto al passato?

“Nella pallavolo l’evoluzione è continua. Ogni stagione arrivano idee nuove, proposte di gioco, soluzioni alternative. A portare i cambiamenti sono solitamente i giocatori, noi allenatori dobbiamo saperli accompagnare. Oggi, ad esempio, c’è una maggiore velocità di esecuzione e una maggiore tecnica”

 Soddisfatto della sua stagione al Weigel?

“Ce ne fossero di stagioni così, sono felicissimo! Resterò in Polonia, ho rinnovato durante i playoff perché la società era particolarmente contenta del lavoro e del risultato finale. Abbiamo vinto il campionato. Il progetto è continuare a vincere, ci sono squadre molto competitive e i presidenti sono esigenti. Il mio somiglia a Sirci (ride, ndr). C’è molta pressione qui, ma stimola parecchio”.


Torniamo all’Italia. Speranze di medaglia a Tokyo?

“Entrambe le nazionali, maschile e femminile, devono andare a medaglia. Ne hanno i mezzi e la possibilità. Per la maschile credo si debba lottare per l’oro olimpico, la squadra è pronta e ci sono tutte le condizioni per fare risultato: giovani talentuosi, giocatori maturi con esperienza, tecnica mostruosa. È il momento di vincere”

 Lei è stato un centrale. L’italiano che segue con più interesse in questo ruolo?

“Mi piace molto Russo che purtroppo non sarà a Tokyo perché si deve operare. Ha sempre l’atteggiamento giusto e qualità notevoli”

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