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Giovedì 27 Maggio 2021 07:05

Il pagellone laziale della stagione 2020/2021

La stagione 2020/2021 è stata in chiaro scuro, era quella del ritorno in Champions League dopo 13 anni e le 
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La
stagione 2020/2021
è stata in chiaro scuro, era quella del ritorno in Champions League dopo 13 anni e le aspettative della piazza erano altissime, soprattutto perché prima del lockdown la squadra aveva cullato il sogno scudetto. I presupposti per far bene c’erano tutti, mancava solo l’affetto del pubblico sugli spalti a causa della pandemia.

Alla fine è arrivato un
sesto posto
che ha lasciato tanto amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato, soprattutto dopo una campagna acquisti non all’altezza della sfida europea.

Alla lunga le scommesse del DS Igli Tare non hanno pagato ed hanno costretto il mister Simone Inzaghi a fare l’ennesimo miracolo, che vuol dire che la Lazio, anche nel prossimo anno, giocherà in Europa, seppure in quella meno prestigiosa dell’Europa League. Proprio l’allenatore dopo 5 anni sulla panchina laziale ha detto basta e si accasato all’Inter scudettata, dove va a sostituire Antonio Conte.

All’esperto portiere spagnolo la palma del miglior acquisto della stagione. È arrivato come secondo di Strakosha ma alla fine si è preso il posto di titolare dando sicurezza al reparto arretrato, anche se soprattutto a fine stagione (
vedi Napoli
) il suo rendimento è calato.

La concorrenza con Reina non l’ha stimolato anzi l’ha presa come un affronto ed ha smesso subito di lottare facendo capire di andare via.

Al netto delle sue buone qualità ha ancora molto da imparare ma non ha sfruttato l’occasione e si è fatto scudo con l’orgoglio che difficilmente lo porterà lontano.

La stagione è stata lunga e difficile con il pensiero anche all’Europeo.

Ha giocato quasi sempre ed ha dovuto fare i conti con compagni di reparto non all’altezza, costringendolo a fare gli straordinari esponendosi anche ad errori grossolani come in occasione dell’ultimo derby.

Complice l’infortunio di Luiz Felipe ha giocato più di quanto aveva preventivato ad inizio stagione.

L’impegno non è mancato, il problema sta nei piedi e nelle sue capacità tecniche non adatte alle ambizioni laziali. A Tare, dopo averlo portato con tante aspettative, il compito di trovargli una squadra per la prossima stagione

Il suo rendimento è stato peggiore di quello che ha avuto nella sua prima esperienza a Roma. L’ambiente lo conosceva bene e non aveva grande fiducia nelle sue prestazioni.

L’errore è stato riportarlo a Roma dopo la prima deludente esperienza. Ha terminato la stagione da fuori rosa, preludio all’addio definitivo

Si è fatto apprezzare soprattutto come jolly. Inzaghi l’ha impiegato a sinistra, a destra ed anche in difesa.

In una rosa incompleta come quella della Lazio si è reso importante. In ogni caso ha giocato 36 partite con due goal all’attivo, di cui uno decisivo ad
Udine.

La grinta non gli è mai mancata, al netto di qualche passaggio a vuoto. È stato l’ultimo a mollare ed insieme ad Acerbi ha tenuto in piedi la difesa che quest’anno ha fatto acqua da tutte le parti.

Contro lo Spezia ha tagliato l’incredibile traguardo delle 402 presenze con la maglia della Lazio.

Il brasiliano è forte ma terribilmente fragile. La sfortuna c’entra fino ad un certo punto perché in ogni stagione ha fatto continuamente i conti con qualche infortunio, più o meno lungo.

Uno come lui con i suoi muscoli di cristallo non è funzionale ad un progetto vincente.

Arrivato a gennaio con il compito di sostituire Luiz Felipe infortunato è sparito dal radar biancoceleste, dopo i pesanti errori nell’andata degli ottavi in Champions contro il
Bayern Monaco
.

Doveva andare al Genoa ma alla fine è saltato tutto ed è rimasto a Roma. Un vero peso e l’ennesimo flop targato Tare.

Arruffone, maldestro, non il miglior giocatore per tecnica, anzi!

In compenso ha sopperito le sue lacune con la grinta che a volte è stata sufficiente (come contro il
Borussia
all’Olimpico) ed altre no.

Ha giocato questa stagione da comprimario e quando è stato chiamato in causa non è stato quasi mai all’altezza della situazione.

Un peccato perché l’anno scorso aveva fatto vedere tutt’altro.

È arrivato come mezz’ala sinistra ma in corso d’opera è stato adattato al ruolo di vice Leiva. In questa lunga stagione sono state veramente poche le partite in cui ha fatto vedere le sue qualità.

Al netto di quello che abbiamo visto si può considerare un altro acquisto bocciato.

È arrivato con tante aspettative perché con Lazzari avrebbe riformato la coppia di ali che ha ben impressionato alla Spal.

Purtroppo non è stato così, il suo ambientamento a Roma è stato frenato da un infortunio, ma poi quando è tornato a pieno regime non ha mai fatto vedere nulla di buono.

Come tutta la Lazio ha vissuto una stagione altalenatene.

Nelle gare in cui la squadra è stata inarrestabile lui c’era ed è stato uno dei migliori, come al
derby d’andata
in cui sulla destra ha fatto impazzire i giallorossi.

Quando si è giocato ogni tre giorni ha fatto mota fatica a recuperare soprattutto fisicamente.

Quando invece ha avuto modo di recuperare e di stare al 100% è stato il solito registra che ti fa fare il salto di qualità. In prospettiva serve un giocatore che possa sostituirlo nel migliore dei modi.

Il voto è alla carriera alla Lazio e non a questa stagione, costellata da un lunghissimo infortunio.

Al termine del campionato la dirigenza l’ha accompagnato alla porta quando invece avrebbe meritato di rimanere a vita tra i biancocelesti. In compenso rimarrà nei cuori della gente, dopo aver regalato la gloria eterna grazie a quel goal storico alla Roma del 26 maggio.

Uno dei senatori biancocelesti, a cui Inzaghi ha chiesto più volte gli straordinari. In questa stagione ha giocato 32 gare segnato 8 reti e fornito ben 10 assist.

In ogni caso si dovrà ripartire da lui e se dovesse essere ceduto andrà venduto a peso d’oro e con quei soldi bisognerà rifondare la squadra.

Come per Lulic il voto è alla carriera alla Lazio. Anche lui probabilmente è ai saluti, un congedo forse tropo frettoloso perché è stato uno di quelli che ha sempre dato l’anima ed ha capito cos’è la Lazialità.

Sicuramente il suo temperamento sarebbe stato molto utile anche fuori dal campo, ad esempio all’interno dello staff del mister.

Arrivando dal Manchester United da lui ci si appettava molto di più ma in primis non ha convinto il mister che l’ha fatto giocare con il contagocce.

Il panterone ha ribattezzato la zona Cesarini in
Zona Caicedo
, regalando tanti punti alla Lazio negli ultimi minuti.

Senza i problemi fisici sarebbe stata la spalla perfetta di Ciro Immobile.

Un giocatore inutile perché se non è in giornata gioca con sufficienza come a fare un favore a qualcuno.

Gli piacciono troppo la palla e le giocate di fino, quando invece servirebbe più concretezza. Sicuramente è un buon giocatore ma difficilmente potrà essere un campione.

Il suo l’ha fatto come sempre, con 20 reti all’attivo in 35 gare giocate. Si è distino anche in campo europeo trascinando la Lazio agli ottavi di Champions, nonostante la positività al Covid che l’ha fermato nelle partite chiave della fase a gironi.

Intorno al bomber più forte della Serie A si dovrà riscostruire la nuova Lazio.
Lazio-Borussia Dortmund 3-1

Rappresenta il fallimento della campagna acquisti portata avanti da Tare, che l’ha voluto fortemente pagandolo ben 20 milioni di euro. In questa stagione, in cui ha segnato un solo goal, non è stato all’altezza e per niente paragonabile ad un attaccante che può giocare in Serie A.

In Turchia ha ancora tanti estimatori e prima che perda ancor più valore andrebbe venduto subito, ma Tare è ancora convinto della sua scelta.

Il mago quando ha avuto modo di inventare il calcio, ha deliziato il pubblico biancoceleste.

Anche lui come tutta la squadra ha avuto alcuni passaggi vuoti ma se la Lazio ha cullato fino ad aprile la possibilità di tornare in Champions lo deve molto alle sue giocate.

Ha fatto miracoli anche in questa stagione, fallimentare su tanti punti di vista. Certamente ha sbagliato molto anche lui ma con il materiale umano che ha avuto a disposizione ha fatto il massimo, in Champions ed in campionato.

Dopo un lungo tira e molla il mister ha detto basta e si accordato con l’Inter Campione d’Italia. Un peccato perché si è chiusa malamente una lunga militanza di 22 anni in biancoceleste.

Questa volta l’unica responsabilità di Lotito è quella di avere dato troppo potere a Tare, un Direttore Sportivo sopravvalutato che da troppi anni sbaglia la campagna acquisti. Insieme a Lotito ha anche gestito male la vicenda Inzaghi, con quest’ultimo che alla fine ha ceduto alle lusinghe dei nerazzurri.

Dopo i pessimi risultati ottenuti nell’anno del ritorno in Champions un DS così andrebbe accompagnato alla porta. Con il nuovo mister è auspicabile un passo indietro di Tare.



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