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Giovedì 27 Maggio 2021 07:05

Il pagellone della stagione romanista 2020/2021

Pau López 4,5 Ha alternato papere determinanti a interventi tempestivi, anche durante stessa partita. Una schizofrenia sportiva che nasconde una 
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Ha alternato papere determinanti a interventi tempestivi, anche durante stessa partita.
Una schizofrenia sportiva che nasconde una certa impreparazione tecnica e se vogliamo psicologica, che gli ha impedito di fare il salto di qualità in serie A, in una squadra importante e complessa come la Roma. Non ci si può affidare a lui per difendere la porta.
In bocca al lupo per l’infortunio alla spalla che lo terrà fermo per tre mesi

Chiamato in causa diverse volte per sostituire Pau Lopez, ha iniziato discretamente sfornando parate miracolose, tanto da conquistare i galloni da titolare. Poi sono arrivati gli infortuni che lo hanno minato nel fisico e nell’affidabilità e ha perso la titolarità. Il picco massimo del disastro è arrivato in semifinale con il Manchester Utd dove ha gettato la spugna prendendo gol imbarazzanti. Non gli verrà rinnovato il contratto e sembra ormai un portiere molto vicino al ritiro

Il giovane portiere brasiliano ha giocato le ultime gare di stagione ed è stato un crescendo, dalla prima apparizione abbastanza disastrosa, fino alle grandi parate nel derby e il finale contro lo Spezia

Dei centrali difensivi è stato il migliore, alternandosi come centrale o come esterno di destra dei tre. Il carattere è la sua forza, anche se spesso la sua irruenza lo ha portato a farsi espellere inguaiando la squadra. Ma la Roma può ripartire da lui. Finale di stagione da dimenticare ma è molto probabile che sarà il caposaldo della difesa di Mourinho

Una delle “vittorie” di Fonseca.
Arrivato come esubero si è preso il posto da titolare sulla fascia destra non demeritando e sfoggiando una qualità nel difendere che il primo Karsdorp non possedeva.
Bene anche le sue discese sulla fascia con i suoi cross ficcanti a tagliare l’area avversaria

Il giovane brasiliano ha mostrato le sue qualità, ma anche delle carenze su cui dovrà lavorare nel corso degli anni. Il suo fisico e la sua destrezza devono essere accompagnati da una maggiore concentrazione per evitare quegli svarioni difensivi di cui è stato protagonista. Resta comunque il gran gol contro l’Ajax in Europa League

Come riuscire a giudicare l’acquisto più sospirato del calciomercato estivo? È praticamente mancato per infortunio per quasi tutta la stagione, salvo alcuni tratti in cui non ha potuto garantire continuità. Con lui abile e arruolato la squadra avrebbe ottenuto qualche punto in più

Bocciato alla prima in una grande squadra. Il salto di qualità non è riuscito, non solo per sue colpe specifiche, anzi, inizialmente è partito bene, con un buon senso della posizione e una grande possenza fisica. Poi è arrivato il covid che lo ha abbattuto come un elefante. Al rientro ha iniziato a cedere agli infortuni e non ha recuperato più una condizione accettabile, tanto da commettere molti errori tecnici e tattici in campo. Va rigenerato

Fonseca gli ha dato fiducia sin da subito e lui ha ripagato con una maggiore consapevolezza tattica, giocando sia da titolare che da subentro, ma nel bilancio finale non è riuscito a raggiungere la sufficienza. Con la squadra in crisi si è adeguato velocemente e sono riemerse le distrazioni tattiche e le leggerezze palla al piede

Il migliore. Con l’uscita di scena di Kolarov è diventato il padrone della fascia sinistra mostrando una continuità che solo raramente i suoi infortuni muscolari gli avevano concesso. Tanta forza e tanti dribbling ubriacanti che hanno dato un apporto prezioso alla manovra.  Con le sue prestazioni ha riconquistato la Nazionale

Il giovane, da sempre bersagliato da gravi infortuni, ha trovato poco spazio, ma si è fatto notare soprattutto contro l’Ajax in Europa League. Poi si è infortunato dopo una prestazione non eccelsa in campionato. Dovrà convivere con la sua precaria condizione fisica, ma le basi ci sono e se ci sarà anche il carattere, potrà emergere

È praticamente sempre stato ai box per infortunio, salvo nel finale di stagione dove ha sfoggiato prestazioni da ex calciatore

Al suo arrivo dal mercato invernale è stato impiegato con il contagocce. Da rivedere dopo che si sarà ambientato nel nostro campionato

Poche prestazioni e negative. Il mister non lo ha tenuto in considerazione e lui è sembrato aver staccato la spina

Mai visto tranne l’apparizione in campionato contro la Sampdoria. Ai saluti

C’è da dire che il suo spirito di sacrificio è stato lodevole ma, impiegato quasi sempre da centrale difensivo, è stato spesso in affanno. Quando è stato puntato non ha saputo reggere all’urto degli attaccanti di turno. Ha alternato buone cose ad altre meno. Nelle rarissime occasioni in cui è stato impiegato nel suo ruolo originario, non ha offerto grandi prestazioni, ma ricordiamo il bellissimo gol da fuori area contro l’Atalanta, sua ex squadra

È diventato capitano dopo la lite Dzeko-Fonseca, dimostrando di saper indossare la fascia con onore. Le prestazioni ci sono, ma deve molto migliorare nella cattiveria. Più che per grandi giocate da trequartista, è stato prezioso in fase di copertura a centrocampo, soprattutto nella prima parte della stagione. Deve fare della sua duttilità tattica la sua forza

Lo spagnolo, nonostante la giovane età, è emerso per la sua sagacia tecnica, guadagnandosi la maglia da titolare per tutto l’anno, tranne l’ultimissima parte di stagione. Ha mostrato una qualità di palleggio molto importante come centrale di centrocampo e anche un certo spirito di sacrificio. L’involuzione è arrivata nel finale di stagione, inevitabile per un giovane, ma da tenere comunque sott’occhio vista la caduta libera

Pedina imprescindibile del centrocampo giallorosso. Punto di equilibrio della squadra. Le sue assenze per infortunio hanno pesato molto sull’economia della stagione. Non ha avuto sostituti all’altezza

Spuntato dalla Primavera e con una storia difficile di immigrato clandestino, ha mostrato grandi doti tattiche come centrale di centrocampo e, nonostante la sua giovane età, ha saputo regalare delle belle giocate e una grande prestazione da titolare nel derby di ritorno. Un splendido fiore appena nato da coltivare con cura

Ha perso il posto a inizio stagione in favore di Villar. Il suo gioco monotono e in orizzontale non lo ha aiutato e non ha giovato alla Roma. Ha infarcito le sue rare apparizioni con errori tecnici evidenti. Pochi i guizzi

Ai box per l’infortunio ai legamenti siamo tutti in attesa di rivederlo presto

Sempre fuori per problemi fisici tranne una passeggiata sostenuta durante Sampdoria-Roma e l’ultima di campionato con lo Spezia

La Roma l’ha trascinata lui con le sue giocate, i suoi gol pesantissimi e i suoi assist. Nel finale l’infortunio e il lento recupero hanno condizionato le sue prestazioni e quelle della squadra in maniera evidente

Sulla sua stagione ha incisivo negativamente il covid e la lite con il mister, senza parlare dell’ennesima cessione in corso d’opera (stavolta alla Juve) e poi rientrata.
Non ha mai trovato la giusta condizione e in campionato sono mancati terribilmente i suoi gol. Certo, quando ha giocato, ha sempre dato una mano alla squadra, ma da un campione come lui le aspettative sono altre. Rimane la perla di prestazione nel derby di ritorno

Inizio spumeggiante per il campione spagnolo, in coppia con Miky e Dzeko. Poi la prima espulsione in carriera e in seria A e di seguito una serie di infortuni che lo hanno condizionato facendolo sprofondare in un girone infernale di prestazioni scadenti. Si è riscattato in parte nel derby di ritorno con un gol straordinario che rimarrà negli annali

Il bomber di scorta ha fatto il suo. Ha concluso in doppia cifra la stagione con gol importanti e risultando cannoniere dell’Europa League per i colori giallorossi. Ha steccato qualche partita in campionato mostrando certi limiti tecnici, ma non è mai mancata la voglia di fare bene

È stata una delusione. Quando è stato utilizzato ha sempre deluso, tranne rare volte. È sembrato involuto, di certo dovrà recuperare fiducia nei suoi mezzi, ma lontano da Roma

Qualche apparizione, peraltro discrete e corredate da gol, ma troppo poche per poterlo giudicare al rientro dall’esperienza in Cina

Il mister conclude la sua esperienza nella capitale con risultati deprimenti. Uscito subito dalla Coppa Italia, ha condotto la squadra in un campionato imbarazzante dove non ha mai vinto una gara di cartello se non il derby nella penultima di ritorno e, quando ha iniziato a perdere anche con le “piccole”, le cose si sono messe male in maniera inesorabile.
Migliore il percorso in Europa League, vanificato poi dalla disfatta umiliante di Manchester e in mezzo quegli errori regolamentari che hanno fatto perdere alla Roma per due volte 3-0 a tavolino (errori ascrivibili a lui essendo il responsabile dell’area tecnica).
Ha dimostrato di non aver recepito la lezione italiana perché non si può affrontare con una leggerezza scolastica, senza una fase difensiva strutturata, il campionato più tattico del mondo.
Ha avuto una rosa bersagliata dagli infortuni, questo è vero, ma le imbarcate che ha preso la Roma non sono accettabili. Se ne va comunque un gentiluomo che ha cercato di dare un’identità riconosciuta alla squadra

Il giudizio è attribuibile in buona parte alla gestione Pallotta, visto che i Friedkin sono subentrati a inizio estate, quindi con una programmazione già avvenuta. Il precedente management ha gestito la transizione insieme alla nuova proprietà trascinando i soliti problemi organizzativi e comunicativi che hanno inciso sull’andamento della squadra (vedi l’allontanamento del DS Petrachi e la solitudine del tecnico).

Il mercato invernale non è stato un buon biglietto da visita per i Friedkin e la sola nomina di Thiago Pinto a General Manager non ha destato grande entusiasmo, ma il fallimento dell’intera stagione ha avuto un sussulto con il cambio di passo finale che traccia un solco netto con la vecchia proprietà: l’
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