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Domenica 6 Giugno 2021 18:06

Rai Storia deludente su Liberazione di Roma

Confesso che venerdì scorso ho aspettato con una certa curiosità la trasmissione di Rai Storia diretta da Paolo Mieli. Immaginavo 
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Confesso che venerdì scorso ho aspettato con una certa curiosità la trasmissione di Rai Storia diretta da Paolo Mieli. Immaginavo che avrebbe parlato della liberazione di Roma il 4 giugno del 1944. Infatti, c’è stata ed è stata una ricostruzione deludente, con diverse inesattezze storiche. Alcune minori, come quella sulla partecipazione dei repubblicani al Cln o la giunta militare del Cln medesimo identificata con Amendola, Pertini e Bauer che, invece, lo erano di quella formata dal Pci, Psiup e P. d’Azione. Di quella del Cln facevano parte, oltre agli stessi Amendola, Pertini e Bauer anche il democristiano Spataro e il demolaburista Cevolotto. Inesattezze minori, ma che in una trasmissione di storia, spesso benemerita e pregevole dedita all’approfondimento, non appare molto giustificabile.

L’altro punto ambiguo, su cui si è voluta fare un’implicita forzatura della realtà storica, è stato nel mettere in rilievo il non entusiasmo di un imprecisato strato di persone cui sembrò fuori luogo l’esplosione di gioia popolare che accolse l’arrivo degli Alleati. Che quella gioia fosse generale non si può negare. A essa partecipò anche chi non era per niente d’idee progressiste e liberali e che in seguito votò il Msi, il partito neofascista dei reduci di Salò, che a Roma nel primo trentennio repubblicano ebbe percentuali al di sopra della media nazionale. In quel 4 di giugno la felicità per la fine dell’occupazione nazista, del terrore, dei rastrellamenti, della fame nera, dei bombardamenti, fu davvero grande e coinvolgente. Non sparirono di botto tutti i disagi, la povertà, le macerie, la borsa nera, l’angoscia per i figli e fratelli scomparsi o di cui non si sapeva più nulla, ma i romani ricordarono sempre quel giorno come un giorno di liberazione da un incubo durato 271 giorni. Che nei mesi successivi subentrasse anche qualche delusione fra la popolazione per l’atteggiamento dei soldati alleati e per le condizioni sociali e le privazioni che continuavano a sussistere – si pensi all’esplodere della prostituzione – non inficia in nulla la gioia popolare del 4-5 giugno. Anche Napoli da molti più mesi e in una condizione più degradante e tragica viveva quella condizione.

Conviene ricordare che i primi italiani ad accogliere con applausi e fiori gli Alleati, sbarcati nella loro isola il 9 luglio ’43, furono i siciliani; ancor prima della caduta del fascismo. E questo la dice lunga su com’erano percepiti dalla popolazione italiana i “nemici”, benché avessero pesantemente bombardato città grandi e piccole.

La caduta più eclatante, dal punto di vista della verità storica, la trasmissione officiata da Paolo Mieli l’ha avuta quando il professor Umberto Gentiloni, che parlava come storico esperto, ha detto, in sostanza, che gli inglesi e gli americani, dopo la liberazione di Roma, furono concordi nel far fuori il governo Badoglio accettando di buon grado quello di Bonomi. Naturalmente non è vero, almeno per i britannici. Infatti, Churchill ne fu talmente infuriato che ad andarci di mezzo fu il povero Mac Farlane costretto a lasciare la direzione della Commissione di controllo Alleata colpevole di non aver saputo impedire quel cambio.

Insomma Rai Storia di Mieli venerdì scorso ha perso un’occasione: la verità storica.

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