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Martedì 8 Giugno 2021 14:06

Spaccio al Cimitero Flaminio, sgominata banda di 22 persone

Alle prime ore di oggi, martedì 8 giugno, i Carabinieri della Stazione di Prima Porta e della Compagnia Cassia assieme ai Poliziotti del Commissariato Flaminio Nuovo hanno condotto un’operazione congiunta disposta dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 22 indagati, tra […]

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Alle prime ore di oggi, martedì 8 giugno, i Carabinieri della Stazione di Prima Porta e della Compagnia Cassia assieme ai Poliziotti del Commissariato Flaminio Nuovo hanno condotto un’operazione congiunta disposta dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 22 indagati, tra i quali anche un poliziotto e due carabinieri.

Dei 22 indagati, 11 sono stati stati incarcerati, 6 agli arresti domiciliari e 5 sottoposti al divieto di dimora nel comune di Roma con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Gli indagati, sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, detenzione e porto illegale in pubblico di armi e di munizioni, furto aggravato.

L’indagine, convenzionalmente denominata “Cleopatra” (sovrana dell’antico Egitto, luogo di origine della maggior parte degli arrestati tra i quali anche il vertice del gruppo), traendo spunto dai risultati di precedenti investigazioni, è stata avviata nel febbraio 2018 e condotta congiuntamente da Polizia e Carabinieri, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Roma Direzione Distrettuale Antimafia, e ha riguardato un’articolata organizzazione criminale costituita prevalentemente da soggetti di origine nord africana (in particolare egiziani) e italiana, al cui vertice vi era un cittadino egiziano.

L’organizzazione operava in particolare nel settore dello spaccio di cocaina nei pressi dell’ingresso del Cimitero Flaminio, presso il banco di fiori n.14, con punte di 400 spacci giornalieri, utilizzato dagli indagati come una delle basi logistiche per l’attività del gruppo criminale.

Le modalità operative degli spacciatori erano ben collaudate: i “clienti”, infatti, per lo più in auto e senza nemmeno scendere dai mezzi, si avvicinavano a soggetti che apparentemente si occupavano della vendita dei fiori, pagavano il dovuto e ricevevano la quantità di droga richiesta.

I pusher prelevavano la droga dai vasi dei fiori, dall’aiuola adiacente al banco di vendita o dalla boscaglia adiacente la via Flaminia, in corrispondenza del banco dei fiori. Negli orari serali e notturni, i consumatori venivano accompagnati presso la rotatoria della stazione ferroviaria “Montebello” dove, ad attenderli, al di là di una rete metallica e camuffati dalla fitta vegetazione, vi erano altri pusher di turno che consegnavano direttamente lo stupefacente all’acquirente, questa volta costretto a scendere dal proprio mezzo.

Per agevolare la vendita della droga venivano addirittura utilizzate due utilitarie, per accompagnare i “clienti” nei pressi dello spacciatore di turno.

In seguito, tale modalità operativa, anche a causa degli interventi delle Forze di Polizia succedutisi nel tempo, era stato perfezionato, utilizzando sempre il banco dei fiori n.14 come base logistica, ma spostando l’attività di spaccio su via Flaminia e sul controviale, nonché presso un bar macelleria.

I profitti derivanti dallo spaccio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, potevano addirittura raggiungere punte di 20 mila euro al giorno, considerando i picchi del weekend.

L’associazione si avvaleva anche di tre appartenenti alle Forze di polizia che avrebbero fornito informazioni riservate al fine di assicurare la prosecuzione delle attività di vendita e di consentire al gruppo criminale di eludere investigazioni o gli interventi delle Forze dell’Ordine.

L’indagine è stata condotta avvalendosi di intercettazioni telefoniche e ambientali, unite ad una intensa attività di pedinamento e osservazione a distanza, anche con l’ausilio di foto-videoriprese. Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati complessivamente circa 2 kg di cocaina.

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