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Venerdì 11 Giugno 2021 13:06

Sostegno alla famiglia, luogo di relazioni e legami significativi



Tra appartenenza, apprendimento, stabilità e cambiamento. Come cambiano le forme della sofferenza. L'accezione positiva della parola "crisi", che attiva processi

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Definire l’essere una famiglia è molto più complesso dell’affermare “gruppo di persone che vive sotto lo stesso tetto”; è molto più di una serie di interazioni; è più della somma delle sue parti ed è molto di più dei legami di sangue (pensiamo alle famiglie che adottano). Una sola famiglia ma una moltitudine di storie che si intrecciano e diventano più complesse attraverso le relazioni. La famiglia è composta da tanti “luoghi”: il luogo dell’appartenenza, dell’individuazione, dell’apprendimento, dell’educazione, delle relazioni, della stabilità e del cambiamento. È anche il luogo dove sperimentare l’intimità, la follia e la sanità mentale, l’amore e l’odio. La famiglia è quel posto privilegiato dove ci addestriamo ad “essere persona” perché «la famiglia rende umani gli esseri umani» (Urie Bronfenbenner).

La famiglia umanizza e conferisce senso a ciò che da lei nasce e che in lei trova accoglienza. Essa umanizza ogni suo componente attraverso buoni legami, cioè attraverso la fiducia e l’onestà, qualità che fanno crescere e che, se non presenti, potrebbero tradursi in relazioni violente. Di conseguenza quello che ognuno di noi sarà in futuro dipende in buona parte dal sapere di appartenere a una famiglia e di avere la certezza che, andando nel mondo, potremmo sempre tornare fra le braccia amorevoli del nostro “luogo” sicuro.

Ma la famiglia è soprattutto un “luogo interno” che ci portiamo dentro ovunque siamo e ovunque andiamo e, per dirla con le parole di Minuchin, «noi esseri umani siamo come le chiocciole: portiamo sempre con noi il nostro guscio pieno di ricordi, noi stessi siamo i nostri ricordi». Dire questo certamente ci rassicura da una parte e ci confonde dall’altra perché ognuno di noi ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa ma anche un essere umano unico.

 Allora rispondere alle domande “chi sono? E da dove vengo?” sembra essere lo scopo primario di ognuno di noi, in tutte le mille e più sfaccettature: dalla propria identità, all’affettività, all’emotività, alla sessualità e così via. Probabilmente sarà difficile rispondere alle domande in questione, se non addirittura impossibile perché la maggior parte delle risposte si formano nel corso della vita e questo a volte potrebbe farci sentire scombussolati.

La famiglia è in continua evoluzione e, secondo un continuum temporale, ha sempre un passato, un presente e una prospettiva futura. A partire dalla costruzione della coppia, attraverso la scelta del partner, dell’innamoramento e il cominciare a sognare un futuro, i due della coppia pongono le basi al proprio personale progetto che segna l’inizio di una nuova vita. Con la nascita del primo figlio, una volta diventati genitori lo si è per sempre. La gravidanza altera il corso della vita in modo irreversibile: entra un nuovo membro in famiglia, creando nuovi ruoli (genitori e nonni), nuove funzioni e nuovi modelli relazionali.

Man mano che il bambino cresce, la famiglia evolve attraverso eventi importanti come la scolarizzazione, l’adolescenza e l’uscita da casa dei figli da un lato; crisi dell’età di mezzo, pensionamento e invecchiamento dei genitori dall’altro lato. Questo quadro ci permette già di chiarire la complessità dei legami familiari: una persona può essere contemporaneamente figlio, fratello, nipote, genitore, coniuge e così via. Il tempo familiare è scandito sia da eventi della vita che sembrano appartenere alla natura (matrimonio, nascita, morte, crescita, invecchiamento) sia da eventi critici (crisi economica, malattie, separazioni). In ogni caso, ogni evento riceve un personale significato all’interno della famiglia. Esistono alcuni “eventi critici” che con maggiore probabilità la famiglia incontrerà nel corso del suo ciclo vitale e che ne influenzerà le diverse fasi.

Il termine “crisi” ha una accezione positiva perché attiverà processi evolutivi, introducendo nuove variabili e compiti di sviluppo che modificheranno le precedenti modalità di funzionamento familiare ma, come abbiamo detto, la crisi è anche negativa quando rompe l’organizzazione precedente e costringe ad una transizione verso una riorganizzazione. Se tutto va bene, il risultato sarà una crescita della famiglia. Se il sistema famiglia non riesce a farvi fronte, questa si destruttura con un conseguente blocco evolutivo tale da far vivere una grande sofferenza e un grande disagio ai suoi componenti. Spesso è in questo momento che si ricorre ad aiuti esterni.

Come consulente familiare e psicoterapeuta della coppia e della famiglia sono normalmente chiamata ad ascoltare, accogliere e trattare la sofferenza dei giovani e delle famiglie che richiedono le mie competenze. Quello che colpisce è come, nel corso del tempo, le forme della sofferenza cambino. Basti pensare al periodo storico che stiamo attraversando da più di un anno, a come un invisibile virus è entrato nella nostra quotidianità e ha cambiato le nostre certezze: l’angoscia di un’intera popolazione è arrivata anche nei nostri studi.

Famiglie in crisi, famiglie disoccupate, famiglie isolate, famiglie che hanno scoperto segreti dolorosi (violenze, dipendenze e molto altro), famiglie che accedono ad una consulenza come se fosse l’ultimo “luogo” possibile di fronte alla paura della disgregazione. In effetti abbiamo re-imparato che la crisi più profonda si rivela nei luoghi più quotidiani, domestici, spesso inconsapevoli e banali. Il risultato di un incontro tra consulente e famiglia è la costruzione di una relazione di aiuto dove il consulente si prefigge di promuovere lo sviluppo e di accrescere le capacità già presenti. Si tratta di creare le premesse per l’educazione al cambiamento in modo attivo e tornare ad essere protagonisti della propria vita. (Claudia Bartalucci)

 11 giugno 2021

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