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Sabato 12 Giugno 2021 16:06

Revocato il bando pubblico per l’assegnazione dell’immobile di piazzale Loriedo a nuovo gestore

La storia di piazzale Loriedo rischia di diventare infinita. L’atteso bando del Comune di Roma che avrebbe dovuto trovare un 
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La storia di piazzale Loriedo rischia di diventare infinita. L’atteso bando del Comune di Roma che avrebbe dovuto trovare un nuovo gestore a cui affidare l’immobile che sovrasta il giardino con la grande fontana, è stato revocato. Quindi, chi si aspettava di tornare a godersi pienamente la piazza-giardino sorseggiandosi magari un caffè comodamente seduto al bar, si metta pure l’anima in pace perché l’iter giudiziario è ancora al di là dalla conclusione con l’immobile ancora legittimamente detenuto dal gestore storico di Dolce e Salato. La fine della storia potrebbe accadere non prima della fine del 2021.

Alla recente notizia informale della revoca del bando, per darne, come abbiamo fatto, immediato ragguaglio ai nostri lettori, ci siamo rivolti alla Commissaria per il IV Municipio
Roberta Della Casa della quale abbiamo pubblicato le brevi risposte che facevano cenno ad impugnazioni del bando ed al ricorso dell’ex gestore.
A questo punto ci è apparso doveroso fare il più possibile chiarezza ed andare a fondo della situazione. Siamo stati così indirizzati all’avvocato Pietro Marsili incaricato di difendere gli interessi di vari titolari di esercizi pubblici di attività di somministrazione di alimenti e bevande nel IV municipio. L’Avvocato, che ci ha messi a parte di tutta la vicenda, ci ha messo a disposizione due documenti illuminanti: il primo, corposo, oltre a tutta la storia della piazza che risparmiamo al lettore, è il testo del ricorso presentato al TAR del Lazio e avverso al discusso bando; il secondo, la revoca da parte del Comune di Roma del bando stesso.

Molto brevemente e risparmiando a chi legge termini e logorree auliche, nel ricorrere al TAR del Lazio, i commercianti hanno visto illegittimi, fuorvianti, vessatori e intempestivi gli atti del Comune di Roma e, di più, come potenziali partecipanti al bando, hanno chiesto condizioni eque, imparziali e non favorevoli solo a poche grandi imprese, le uniche capaci di sostenere in un ginepraio giuridico e giudiziale dagli esiti incerti. A far parlare poi di clausole-capestro e clausole che avrebbero condotto in un vicolo cieco l’eventuale vincitore del bando, c’è quella che dà facoltà al Comune di recedere in qualsiasi momento dal contratto con una comunicazione scritta nei tempi previsti, lasciando il… vincitore con in mano un pugno di mosche.

Passando al secondo documento, che evitiamo di commentare, si tratta della “Revoca in autotutela” da parte del Comune di Roma, che ha seguito dopo vari giorni il ricorso e che in pratica annulla la Determinazione Dirigenziale che approvava il bando pubblico.

Si ritorna quindi alle posizioni di partenza.

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