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Lunedì 14 Giugno 2021 10:06

La prossimità, «il potere della comunicazione»



Il presidente Cei Bassetti all'8° Meeting nazionale dei giornalisti, che ha tra gli organizzatori anche la Fisc. Tra i relatori, il presidente dell'Europarlamento Sassoli

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Essere il buon samaritano della comunicazione. È il compito del giornalista, che non solo deve riconoscere l’altro come suo simile, «sarebbe già troppo», ma deve anche essere capace di aprirsi all’incontro facendosi coinvolgere dalla vita altrui. La prossimità è «il potere della comunicazione, è la carta d’identità del giornalismo». La missione del giornalista di prossimità è quindi quella «di raccontare dal di dentro le periferie esistenziali e fisiche, facendole emergere. Allo stesso tempo, fare informazione e formazione, coltivare il senso della comunità attraverso una passione per il lavoro che si nutre di verità e di rispetto per ogni uomo». Sono le parole con le quali il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha inaugurato l’8° Meeting nazionale dei giornalisti di Grottammare, svoltosi online sabato 12 giugno. Soffermandosi sul tema del Meeting, il porporato ha rimarcato che l’informazione «non dovrebbe conoscere frontiere ma puntare a mettere il mondo in comune». Rivolgendosi ai 200 giornalisti collegati, li ha esortati a «promuovere un giornalismo che sappia andare incontro alla gente senza frontiere e precomprensioni. È importante raccontare il bene, valorizzando le opportunità offerte da questo tempo in condivisione di valori, esperienze e risorse spirituali e materiali».

Tante le personalità che si sono alternate sul palco virtuale per riflettere su “Il prossimo senza frontiere”, tema dell’incontro, tratto dall’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco. Nel documento, Bergoglio descrive «un mondo frammentato», ha ricordato padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà cattolica. «La fraternità – ha detto – spezza la logica che fa di una persona uno spettatore manovrato da algoritmi». Solo facendo appello alla fratellanza universale si potrà salvare «il tempo della politica e costruire la società civile» perché, ha concluso Spadaro, riconoscendosi tutti fratelli si dà atto che «siamo cittadini con uguali diritti e doveri».

Organizzato in collaborazione con Avvenire, Tv2000, InBlu Radio, Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) – di cui fa parte anche Romasette.it -, Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), Ordine dei giornalisti, Agenzia Sir e Ufficio comunicazioni sociali della Cei, l’incontro è stato anche l’occasione per riflettere sulla “Prossimità delle istituzioni” con David Sassoli, nella doppia veste di presidente del Parlamento Europeo e giornalista, già vicedirettore del Tg1. Parlando dell’emergenza sanitaria, Sassoli ha rimarcato che gli ultimi quindici mesi «sono stati particolarmente difficili per tutti. Il mondo si è fermato e si è visto cosa funziona e cosa no». Reputando la società pre-pandemia poco «fraterna, profondamente ingiusta e diseguale», il presidente dell’Europarlamento si è augurato che quando il Covid sarà solo un ricordo «non ritorni il mondo di prima con le sue regole, i suoi paradigmi e disuguaglianze». Il mondo «in bianco e nero» come lo abbiamo conosciuto fino all’inizio del 2020 «può costituire certamente una grande lezione per tutti ma non un esempio» da replicare. Per appianare la crisi economico-sociale innescata dal coronavirus «non è stato ancora fatto tutto», ha proseguito Sassoli, ma si è partiti con «qualcosa di importante». Consapevoli che nessun Paese sarebbe stato in grado di rialzarsi con le proprie forze, sono state adottate «politiche sempre più europee e comuni, addirittura creando meccanismi di solidarietà, come la produzione di debito comune, che non erano stati sviluppati dalla grande crisi finanziaria del 2008».

Nella tavola rotonda dedicata alla “Prossimità ad gentes”, padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, ha posto l’accento su come le iniziative che concorrono al bene comune e al dialogo «non sono raccontate perché non fanno audience». Al contrario ci si imbatte sempre più spesso «in immagini forti a cui ci si abitua in fretta», creando una sorta di «assuefazione». Nel suo lavoro, Marta Petrosillo, direttrice della comunicazione di Caritas internationalis, coniuga la volontà «di dar voce a chi non ne ha» con il resoconto dell’opera che Caritas svolge in tutto il mondo «guardando alla totalità della persona umana e non limitandosi a rispondere alle emergenze». Ricordando infine l’appuntamento con il primo Festival Rai per il Sociale che si terrà a Spoleto dal 2 al 4 luglio prossimi, Giovanni Parapini, direttore di Rai per il Sociale, ha sottolineato l’importanza di un’informazione «credibile» che si può ottenere solo «se si ha l’umiltà di ascoltare la comunità», ha aggiunto Agnese Pini, direttrice de La Nazione.

14 giugno 2021

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