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Martedì 15 Giugno 2021 08:06

Migrazioni: le proposte di Sant’Egidio per «una ripartenza migliore»

Impagliazzo, conferenza Sant'Egidio, 15 maggio 2020
Impagliazzo, conferenza Sant'Egidio, 15 maggio 2020
Le raccomandazioni della Comunità al governo italiano e a tutti i governi in vista del prossimo Consiglio europeo. «Occasione per cambiare in meglio»

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Impagliazzo, conferenza Sant'Egidio, 15 maggio 2020
Impagliazzo, conferenza Sant'Egidio, 15 maggio 2020
Proposte e indicazioni «per una giusta e legale immigrazione»; per affrontare la fase della ripartenza, dopo la pandemia, tenendo conto anche dell’inverno demografico in corso e della mancanza di lavoratori in alcuni settori, per far incontrare domanda ed offerta, i bisogni delle famiglie italiane e di chi emigra e «per garantire legalità e sicurezza per tutti».  A rivolgerle al governo italiano e a tutti i governi, in vista del prossimo Consiglio europeo, è la Comunità di Sant’Egidio.

Forte di un’esperienza di 40 anni, la Comunità propone, tra le altre cose, di ripristinare flussi di ingressi regolari nei settori che hanno più bisogno di lavoratori, come la sanità, il turismo e l’agricoltura; reintrodurre il sistema di sponsorship private e “prestazione di garanzia” per far entrare lavoratori dall’estero; ampliare i corridoi umanitari ed estenderli ad altri Paesi europei; superare il Regolamento di Dublino prevedendo la possibilità, per chi si sposta per i 3 mesi consentiti, di accettare un impiego in un Paese diverso da quello di arrivo e possibilità di sponsor privati che possano richiedere l’autorizzazione all’ingresso per ricerca di lavoro per un anno.

«Il tema della ripartenza può essere una occasione per cambiare in meglio – ha detto ieri, 14 giugno, nella conferenza stampa di presentazione Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio -, per creare un mercato del lavoro sano e non tenere nessuno in situazione di irregolarità». Al momento infatti ci sono in Italia 600mila persone che «se regolarizzate sarebbero una grande ricchezza per il gettito fiscale dello Stato, le pensioni e il welfare». Il Paese infatti è a saldo zero tra emigrazione e immigrazione. «Gli italiani all’estero sono aumentati del 60% in 10 anni, passando da 3.100.000 a quasi 5 milioni – ha ricordato Impagliazzo -. Nel 2019 sono emigrate 180mila persone, di cui il 75% italiani, un numero pari alle persone arrivate in Italia. Perdiamo giovani, competenze e attrattività nel mercato del lavoro. Potremmo andare a cercare lavoratori qualificati nei Paesi extra-Ue».

Dal presidente di Sant’Egidio anche alcuni esempi concreti. «C’è una carenza del 20-30% di personale nel turismo e nella ristorazione – ha evidenziato -. Mancano 50mila lavoratori in agricoltura e 60mila infermieri nella sanità. Le famiglie soffrono per le carenze nell’assistenza degli anziani. Ci sono Paesi come il Perù, l’Argentina e la Romania che hanno scuole infermieristiche con livelli molto elevati ma manca l’equipollenza dei diplomi. Chiediamo al governo italiano di riconoscere i titoli e impiegare immediatamente questo personale». Ancora, Impagliazzo ha chiesto anche di velocizzare le 220mila domande di emersione dal lavoro nero del governo Conte: «Ne sono state accolte pochissime perché le pratiche non vengono lavorate». L’invito è a compiere scelte «semplici e di buon senso, che potrebbero essere messe in pratica nell’immediato».

15 giugno 2021

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