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Lunedì 26 Luglio 2021 09:07

Antichi Maestri

da 23/11/21 a 28/11/21 Teatro Vascello Antichi Maestri di Thomas Bernhard traduzione Anna Ruchat drammaturgia Fabrizio Sinisiregia Federico Tiezzi Personaggi e interpreti:Reger Sandro Lombardi, Atzbacher Martino D’Amico, Irrsigler Alessandro Burzottascene e costumi Gregorio Zurlaluci Gianni Polliniregista assistente Giovanni Scandellafonico Alessandro Di Fraiavideo Nicola Belluccidirezione tecnica Tommaso Checcucci Nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna, un uomo — un musicologo — […]

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da 23/11/21 a 28/11/21

Teatro Vascello

Antichi Maestri

di Thomas Bernhard traduzione Anna Ruchat

drammaturgia Fabrizio Sinisi
regia Federico Tiezzi

Personaggi e interpreti:
Reger Sandro Lombardi, Atzbacher Martino D’Amico, Irrsigler Alessandro Burzotta

scene e costumi Gregorio Zurla
luci Gianni Pollini
regista assistente Giovanni Scandella
fonico Alessandro Di Fraia
video Nicola Bellucci
direzione tecnica Tommaso Checcucci

Nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna, un uomo — un musicologo — si siede e guarda un famoso quadro di Tintoretto. Scopriremo che compie questo rito, ogni due giorni, da più di trent’anni. Un secondo uomo — uno scrittore — più giovane, osserva il primo uomo che guarda il quadro. Un terzo uomo — uno dei custodi della Pinacoteca — osserva entrambi.

È questo il diagramma del romanzo Antichi Maestri, qui trasformato da Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi (già pluripremiato per il bernhardiano L’apparenza inganna) in un vero e proprio studio teatrale sulla funzione dell’arte, i limiti della bellezza, la nevrosi della modernità, l’angoscia della solitudine.

Opera conclusiva di un’ideale “trilogia delle arti”, Antichi Maestri è un romanzo del 1985 dedicato all’arte figurativa, preceduto da Il soccombente (1983), dedicato alla musica, e da A colpi d’ascia (1984), incentrato sull’arte drammatica. Il libro fin dalla sua prima edizione riporta il sottotitolo, non trascurabile, di Commedia. Bernhard, difatti, innesca un feroce divertissement verso quello che lo scrittore austriaco considera simbolo dell’ipocrisia per eccellenza: l’essere umano.

«Ho immaginato uno spettacolo sul vedere, sulla visibilità — scrive Federico Tiezzi — ho voluto riflettere, analizzare attraverso questo racconto mirabile i procedimenti della visione teatrale, elemento centrale del nostro linguaggio. Di quadro sempre si tratta, anche se scenico. Fare teatro interrogandomi nello stesso momento sul linguaggio del teatro. Come fece Chopin, attraverso i suoi Études, in cui venivano analizzate le possibilità tonali e armoniche del pianoforte, facendo musica. Come fece Seurat in pittura attraverso il pointillisme. Fu Franco Quadri, molti anni fa, a suggerirmi il romanzo di Bernhard, sapendo della mia formazione storico-artistica. A lui, a quasi dieci anni dalla scomparsa, questo spettacolo è idealmente dedicato».

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