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Lunedì 20 Settembre 2021 05:09

“Roma? La voglio sostenibile e moderna”

Virginia Raggi, M5S, sindaca uscente di Roma, in corsa per il secondo mandato. In metro ci sono stazioni chiuse. La flotta dei bus ha ancora un’età media alta. Come migliorare il Tpl? «Realizzando nuove infrastrutture e garantendo la manutenzione di quelle esistenti. Lavoriamo su entrambe, dopo decenni di inerzia. Le fermate chiuse riapriranno a breve…
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Virginia Raggi, M5S, sindaca uscente di
Roma
,
in corsa
per il secondo mandato.
In metro ci sono stazioni chiuse. La flotta dei bus ha ancora un’età media alta. Come migliorare il Tpl?
«Realizzando nuove infrastrutture e garantendo la manutenzione di quelle esistenti. Lavoriamo su entrambe, dopo decenni di inerzia. Le fermate chiuse riapriranno a breve con impianti sicuri. Abbiamo messo su strada oltre 900 nuovi bus, riducendo l’età media dagli oltre 12 anni del 2016 agli 8 di oggi. Entro il 2030 compreremo oltre 1000 bus elettrici. E continueremo ad attuare il Pums e i progetti che servono alla città per i prossimi 10 anni: 38 km in più di metro, 67 km di nuovi tram, e 293 km di nuove ciclabili».
Lascerebbe le Ztl così come sono o pensa che si possa fare di più?
«Roma ha già una Ztl ampia che tutela lo straordinario Centro storico. Per incentivare la mobilità sostenibile stiamo realizzando progetti mirati come le isole ambientali in tre aree, che privilegiano la componente pedonale e ciclabile. Il Pums ne ha in cantiere molti altri».
Atac in concordato, Ama in sofferenza. Come affrontare la crisi?
«In Atac grazie al piano di concordato abbiamo salvato l’azienda, tutelato 12mila posti di lavoro e rilanciato il Tpl. Per la prima volta nella sua storia ha registrato utili di esercizio per due anni consecutivi ed è tornata ad assumere operai e autisti. Su Ama, beh, non è assolutamente in sofferenza, anzi. I conti, per la prima volta, sono stati risanati grazie a un contributo di oltre 300 milioni di Roma Capitale, dopo aver scoperto un immenso buco ereditato dalle precedenti amministrazioni. E grazie all’approvazione del Piano Industriale abbiamo realizzato nuove assunzioni, l’acquisto di nuovi mezzi e attrezzature, la sostituzione dei cassonetti».

Rifiuti. Al netto della querelle con la Regione, cosa non ha funzionato in questi cinque anni?
«Non è possibile togliere la Regione dall’equazione dei rifiuti. Sarebbe come togliere una delle due ruote a una bicicletta e pretendere che funzioni. Quello che non ha funzionato è che non esistono discariche o impianti in cui portare i nostri rifiuti, che la Regione non ha progettato né costruito in oltre 10 anni. Oggi vogliono fare credere che sia responsabilità nostra, ma noi abbiamo fatto la nostra parte, risanando Ama e approvando un piano industriale che prevede anche la costruzione di due nuovi impianti».
Le periferie sono percepite da chi ci vive come luoghi abbandonati. Cosa farebbe in caso di un secondo mandato?
«Occuparmi delle
periferie
è stata una delle mie priorità. Mi chiamano sindaca delle periferie per questo. Abbiamo realizzato, e continueremo a farlo, interventi sulle aree verdi, creando nuovi spazi per i bambini, portando la luce in quartieri che ne erano sprovvisti o realizzando programmi di recupero nati anni fa e mai completati. Io stessa vivo in periferia, so benissimo di cosa parlo».
Roma, nella percezione degli osservatori stranieri e di molti romani, non è una capitale. Come rilanciarla?
«Il rilancio di Roma come grande capitale europea, passa anche attraverso la sua credibilità finanziaria: abbiamo ricostruito le fondamenta per rendere la città un interlocutore affidabile. Penso ai bilanci approvati in tempo per programmare spese e investimenti senza fare altri debiti e ai conti in ordine. Standard and Poor’s ha passato l’outlook di Roma da negativo a stabile, riconoscendo la resilienza finanziaria della città in un periodo difficile per il Paese».

Negli asili nido comunali migliaia di famiglie restano ancora fuori dalle graduatorie. Come se ne esce?
«Con noi, al momento della domanda si possono opzionare fino a sette nidi in due diversi Municipi. Ma le preferenze dei genitori possono concentrarsi su alcune strutture e dunque lì si forma una lista d’attesa a fronte della disponibilità di posti in altri nidi. Un’esigenza che abbiamo recepito e sulla quale è necessaria una programmazione».
La Capitale ha un patrimonio artistico e culturale immenso, gestito da più enti. È favorevole a una semplificazione?
«È fondamentale. Abbiamo una Sovrintendenza comunale, una statale e il Parco archeologico del Colosseo: una frammentazione dannosa che allunga i tempi dei processi.
Il 2021 ha visto l’Italia protagonista nello sport. Come rilanciare gli impianti cittadini?
«Dal nostro insediamento abbiamo riqualificato oltre 160 palestre scolastiche, realizzato playground nei vari municipi. Alcuni esempi di quanto fatto sono i lavori al Palazzetto dello sport, l’apertura della Piscina di Via Taverna, gli accordi con Federazioni e Università per lo Stadio Berra, l’impianto di Via Brogi, lo Stadio Paolo Rosi».
Ma all’inizio del suo mandato rinunciò alle Olimpiadi. Oggi?
«Quando ci insediammo, come ho ripetuto, la situazione economica di Roma era disastrosa, rinunciare fu un atto di coraggio doveroso. Oggi il discorso sarebbe diverso. Abbiamo portato avanti con successo gli Europei di Nuoto 2022, gli CSIT Sport Games 2023 e gli Europei di Atletica Leggera 2024. Senza contare gli eventi internazionali da noi gestiti come EURO2020, Formula E, i Mondiali di Skate, il Longines Global Champions Tour».
Stadio della Roma, forse si riparte. Perché a Ostiense?
«Sto lavorando con i Friedkin che hanno aperto al nuovo stadio. La zona è già riqualificata e, soprattutto, vicina al cuore storico dei romanisti».
Anche la Lazio ha manifestato un interesse ad avere un suo impianto.
«Stiamo lavorando anche con la SS Lazio. L’obiettivo è far sì che entrambi i club della Capitale abbiano uno stadio di proprietà».
Ci dia un aggettivo diretto per descrivere Roma nel suo secondo mandato.
«Un aggettivo non basta. Il lavoro che voglio portare avanti punta a una città ancora più moderna. Sostenibilità, digitalizzazione e rigenerazione urbana sono i tre parametri su cui costruire il futuro della nostra Capitale».
PAOLO CHIRIATTI

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