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Lunedì 10 Gennaio 2022 09:01

Memoria romana. Da dove nasce la nostra Costituzione

Spesso si dice e si scrive che la nostra Costituzione – che il 1° Gennaio 2022 ha compiuto 74 anni 
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Spesso si dice e si scrive che la nostra Costituzione – che il 1° Gennaio 2022 ha compiuto 74 anni dalla sua promulgazione – derivi dalla Lotta di Resistenza che impegnò il popolo italiano contro i nazisti invasori e i fascisti, loro alleati e servi, sciocchi sì, ma assai criminali. E si tratta di un giusto parallelismo che ci ricorda da dove veniamo e a chi dobbiamo la nostra libertà. Ma c’è un’altra origine della nostra Carta Costituzionale, precedente a quella resistenziale, che dobbiamo attribuire alla Legge delle Leggi del nostro Paese. Parlo della Costituzione della Repubblica Romana di cui molto si ritrova, riguardo allo spirito e alla lettera, nella Costituzione della Repubblica Italiana di cento anni dopo.

Il 3 Luglio 1849, mentre le truppe francesi entrano a Roma – dopo averla pesantemente bombardata e nonostante l’eroica resistenza delle truppe repubblicane – L’Assemblea Costituente vota la Costituzione della Repubblica Romana. Uno dei suoi Principi Fondamentali – il Primo – sancisce che: «La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica.». Il VII dei Principi Fondamentali enunciati sancisce, poi, che: «Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici.»; di conseguenza, l’Articolo 17 stabilisce che: «Ogni cittadino che gode i diritti civili e politici a 21 anni è elettore, a 25 è eleggibile.».

Questo Articolo riguarda, quindi, tutti i cittadini della Repubblica, senza distinzione di sesso e censo, a differenza dello “Statuto Albertino” – concesso, il 4 Marzo del 1848, ai sudditi del Regno di Sardegna ed esteso poi, nel 1861, all’intero Regno d’Italia – che concedeva il diritto di volo ai soli maschi, subordinandolo alle loro condizioni economiche (appunto al loro censo)  e rimase in vigore sino all’emanazione della Costituzione della Repubblica Italiana, il 1° Gennaio del 1948.

Per quanto riguarda, invece, quelle che oggi definiremmo le relazioni internazionali, nel suo IV Principio Fondamentale, la Costituzione della Repubblica Romana proclama sancisce che Essa: «riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l’italiana.».


Il testo originale della Costituzione della Repubblica Romana – salvato dai francesi dal Deputato alla Costituente, per la Provincia di Spoleto, Giovanni Pennacchi – fu depositato, alla sua morte, presso la Biblioteca Augusta, di Perugia, dove è attualmente custodito. Molti dei Principi della Costituzione della Repubblica Romana, si ritroveranno nel testo della Costituzione della Repubblica Italiana, approvato il 27 Dicembre del 1947 dall’Assemblea Costituente eletta – contestualmente al Referendum tra Monarchia e Repubblica – il 2 Giugno 1946.

A quelle votazioni – per la prima volta – parteciperanno le donne e all’Assemblea Costituente ne saranno elette 21. Tra queste: Teresa Mattei, partigiana e sorella di Gianfranco Mattei (sarà suo il testo dell’Articolo 2 della Costituzione), Teresa Noce e Leonilde Iotti, per il Partito Comunista; Anna Maria Guidi Cingolani e Vittoria Titomanlio, per la Democrazia Cristiana; Bianca Bianchi e Angelina (Lina) Merlin, per il Partito Socialista.

Vice Presidente dell’Assemblea Costituente fu eletto Umberto Terracini, che era stato tra i fondatori del Partito Comunista e confinato politico durante il fascismo. Terracini, – l’8 Febbraio del 1947, per via delle dimissioni del Presidente in carica Giuseppe Saragat – sarà eletto Presidente dell’Assemblea e firmerà – il 27 Dicembre del 1947, insieme ad Enrico De Nicola, Capo Provvisorio dello Stato e ad Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri – il testo della Costituzione approvato dall’Assemblea Costituente e che entrerà in vigore il 1° Gennaio del 1948.

Del testo della Costituzione Italiana esistono tre originali, uno dei quali è conservato presso l’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica. Gli altri due originali sono conservati: uno presso l’Archivio Centrale dello Stato, di Roma, inserito nella Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti dello Stato; l’altro nel Fondo Archivistico dell’Assemblea Costituente, Atti di Presidenza, conservato presso l’Archivio Storico della Camera dei Deputati.

Riguardo la grande forza innovatrice della Costituzione della Repubblica Romana, così scrive lo Storico Lucio Villari:

«[…] Ma anche i duecento deputati dell’Assemblea Costituente della Repubblica Romana erano stati eletti – con il Decreto del 29 Dicembre 1848 (il Papa era fuggito da circa un mese) che indiva le elezioni per il 21 Gennaio successivo – da 250.000 cittadini. Per la prima volta, in Italia, si votava con un sistema non censitario (come era, per esempio, avvenuto pochi mesi prima in Piemonte) e con il diritto di voto esteso a tutti i cittadini che avessero compiuto i 21 anni. Dunque nella Repubblica mazziniana si metteva in pratica un principio fondamentale della democrazia moderna: la fine della distinzione per censo e l’eguaglianza dei diritti che, come in una parabola ideale, avrebbe raggiunto la compiutezza storica con il voto delle donne, nel 1946.».

 

Foto 1 e 2 del “Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina” a Porta S. Pancrazio, Roma. Foto di Valter Sambucini.

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