Con la riapertura di Castro Pretorio, avvenuta il 13 ottobre, seguita da Policlinico nel giorno della vigilia di Natale, la situazione della metro di Roma è tornata in una condizione di normalità: sono state infatti riattivate tutte le stazioni dell’underground capitolino, al netto di alcuni impianti di risalita fermi per manutenzione. Lo stop delle due fermate si era infatti reso necessario per la sostituzione delle scale mobili, durata per più di un anno, ormai attive da 30 anni. Per fronteggiare gli inevitabili disagi era stata attivata la navetta circolare MB20 Termini-Tiburtina-Termini con fermate intermedie proprio a Castro Pretorio e Policlinico.

Con la riapertura di Policlinico del 24 dicembre scorso ci si aspettava che l’MB20 sarebbe stata naturalmente disattivata, ma così non è stato: è ormai dal più di 3 settimane che il servizio di superficie prosegue, nonostante la conclamata inutilità, distogliendo quotidianamente 4 vetture e diversi autisti dalla rete ordinaria. Interpellata Atac ha fatto sapere che la linea resta attiva per “potenziare il servizio di superficie verso poli importanti come la stazione Tiburtina”, ma nei fatti la zona, oltre ad essere coperta dalla metropolitana, è già servita anche dalle linee 310, 492 e 649, oltre che dai collegamenti di Astral S08, S11 ed S14.

Dall’assessorato ai trasporti ci è stato riferito che: “alla fermata Tiburtina Metro B abbiamo ancora lavorazioni, quindi la MB20 che non serviva solo Castro Pretorio e Policlinico, ma anche Tiburtina per ora resta attiva per garantire un collegamento accessibile e rapido tra gli importantissimi nodi di Termini e Policlinico e con il polo ospedaliero e universitario di Policlinico e della Sapienza. Si sta valutando, quindi, se conservarla anche alla luce della situazione sanitaria e dei limiti di affollamento del sistema di trasporto pubblico. Una decisione verrà presa nei prossimi giorni.”

Ciò nonostante gli autobus viaggiano sempre vuoti. L’auspicio è che la linea MB20 possa essere tempestivamente disattivata, secondo le logiche del buon senso, reinvestendo le risorse impiegate sulle linee della rete ordinaria.