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Domenica 16 Gennaio 2022 17:01

Robert Schumann, un sogno tra musica e parole al teatro Anfitrione

Mercoledì 22 dicembre, ore 17 e 30’, si è tenuto un concerto per piano solo, nel prestigioso teatro Anfitrione; due 
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Mercoledì 22 dicembre, ore 17 e 30’, si è tenuto un concerto per piano solo, nel prestigioso teatro Anfitrione; due le concertiste: Anna Carocci e Giulia Pascazi.

Le musiche sono state tratte tra le più celebri composizioni di Robert Schumann, accompagnate da geniali tautogrammi ideati dal professor Antonio Rinaldi e recitati da Henos Palmisano.


Sergio Ammirata, inventore, autore, regista, direttore dell’Anfitrione, da molti anni propone raffinati spettacoli ispirandosi ai grandi classici latini, italiani e stranieri. A questa nobile visione teatrale, Sergio Ammirata ha dedicato la propria vita con grande amore e sacrifici (fisici e pecuniari), senza mai scadere in quelle volgari tentazioni, così di moda in questi tempi.

Lo spettacolo era stato pensato in maniera da “traghettare” lo spettatore ad uno stato onirico: in un sogno ad occhi aperti, in un ritorno alla fanciullezza; infatti il concerto si è aperto proprio con il celeberrimo Träumerei, magistralmente eseguito da Anna Carocci.

Un copione romantico (interamente scritto dal professor Rinaldi), ma al tempo stesso originale e ironico, sfruttando la passione per la letteratura e per i giochi linguistici di Schumann.

Schumann fu a lungo combattuto se intraprendere la carriera di letterato o di musicista, alla fine prevalse quest’ultima, ma la passione per i giochi linguistici, anagrammi, codici cifrati e segreti gli rimase per tutta la vita. Schumann si appassionò a tutte le forme d’arte e le sue composizioni ne risentirono, regalando ai posteri opere di straordinario valore artistico-musicale. L’autore tedesco ebbe numerosi oppositori forse per la complessità e la difficoltà nella esecuzione dei brani: aveva precorso troppo i tempi! Ma per fortuna aveva sposato Clara Wieck, che con la caparbietà, tipica delle donne di grande cultura e da grande concertista, impose le composizioni del marito in ogni sua apparizione pubblica: l’amore muliebre di Clara, sfidando tutto e tutti, anche la prematura morte di Robert, ha fatto guadagnare, al suo amatissimo marito, l’eternità.

Musiche, diremmo oggi, “pazzesche”, di ineguagliabile raffinatezza e di incredibile attualità, che sfidano i tempi moderni, così dediti alle cacofonie e monotonie pseudo melodiche.



Che tutti gli spettatori, presenti, fossero innamorati delle musiche di Schumann, lo si era capito sin dai primi accordi, ma che l’entusiasmo (ma direi amore anche qui, honni soit qui mal y pense) salisse fino al settimo cielo per le due meravigliose “Clarette”, Giulia Pascazi ed Anna Carocci, era facilmente prevedibile: due pianiste dal fascino intrigante e coinvolgente, che hanno trascinato il pubblico ad un “crescendo” di emozioni esaltanti. Numerose le esecuzioni, sempre accompagnate dalle geniali e precise didascalie del professor Rinaldi, con un finale travolgente: quattro mani a disegnare arabeschi sulla tastiera, una danza di venti dita per diffondere nell’aere le magiche note della Bilder aus Osten.

Niente affatto stanche, Giulia Pascazi ed Anna Carocci hanno concesso il bis con la danza ungherese n° 5 di Brahms (giusto lui così innamorato di Clara, come noi delle nostre, vale sempre il motto di Eduardo III) e il ter con un appropriato brano natalizio, Jingle Bells a quattro mani, che ha infiammato vieppiù il pubblico competente.

Un grazie incommensurabile allo staff dell’Anfitrione, per la signorilità e professionalità sempre presenti in questo teatro, che resiste da decenni alla “…Outrageous fortune”.

H.P.

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