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Lunedì 17 Gennaio 2022 15:01

Le storie del mondo

da 01/03/22 a 05/03/22 Teatro Tor Bella Monaca Le storie del mondoda LE METAMORFOSI di Ovidio di e con Roberto Nobileregia Lorenzo J. Nobile Chi è di scena s.r.l. La Grecia e la Magna Grecia pullulavano un tempo di dei ed eroi, di centauri, satiri, ninfe, che trasparivano nell’acqua di fonti sacre, parlavano attraverso lo stormire delle fronde, o il […]

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da 01/03/22 a 05/03/22

Teatro Tor Bella Monaca

Le storie del mondo
da LE METAMORFOSI di Ovidio

di e con Roberto Nobile

regia Lorenzo J. Nobile

Chi è di scena s.r.l.

La Grecia e la Magna Grecia pullulavano un tempo di dei ed eroi, di centauri, satiri, ninfe, che trasparivano nell’acqua di fonti sacre, parlavano attraverso lo stormire delle fronde, o il boato dei vulcani e brillavano in cielo giorno e notte. Poiché gli dei scendevano dall’Olimpo a mescolarsi con le vicende umane, a ingravidare e farsi ingravidare, di fianco al misero corpo di ogni mortale camminava l’ombra del divino. E chi ascoltava le storie degli dei, la sera, accanto al fuoco, ascoltava nel contempo la sua storia e tremava per il vertiginoso accostamento, pieno di terrore e di tenerezza. “Le metamorfosi” di Ovidio è la summa di quelle storie, la più grande, la più completa, ed è anche un capolavoro letterario che ha avuto enorme influenza su tutta la cultura occidentale, come l’autore stesso aveva previsto: “Ed ormai ho compiuto un’opera che né l’ira di Giove, né il fuoco, né il ferro, né il tempo, che tutto rode potranno cancellare (…) E ovunque si estende, sulle terre domate, la potenza romana, le labbra del popolo mi leggeranno, e per tutti i secoli, grazie alla fama, se qualcosa di vero c’è nelle predizioni dei poeti, vivrò”. Quella frase “ore legar populi”, cioè le labbra del popolo mi leggeranno, rimanda al parlato, all’oralità, al prima della scrittura, al tempo lontanissimo quando le storie si incarnavano e risuonavano in un corpo. Quando lo stupore del sacro annebbiava la vista e non potevi distinguere se era l’uomo che raccontava il dio, o viceversa. E l’aedo, pur vecchio, traeva la sua forza dal prodigioso incontro tra la saggezza accumulata e il tesoro del mito.

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