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Venerdì 21 Gennaio 2022 09:01

Metro, treni in revisione, lunghe attese alle fermate. E il tornio per il controllo delle ruote rotto da un anno

Sulla banchina di Termini i pendolari sono sorpresi o spazientiti. Il display con gli orari non funziona, prima è impazzito e poi si è spento, ma l’orologio non mente: 12 minuti di attesa per la prossima metro diretta a Laurentina. 

Possibile? 

Possibile anzi, deve ammettere l’Atac, diventerà la norma per (almeno) il prossimo mese, dato che sta succedendo ciò che tutti - l’azienda, il Comune e i pendolari - speravano si riuscisse a scongiurare: la rarefazione delle frequenze a causa dell’indisponibilità dei treni, alcuni in manutenzione e altri in revisione.

Da qualche giorno, ormai, i pendolari notano queste attese inconsuete anche per la metro B, che già viaggia più lenta della A e non rispetta quasi mai neppure le frequenze ogni 3 minuti nelle ore di punta. 

E alla fine, incalzata su Twitter da un’utente che denunciava di «aspettare il treno per Rebibbia da 18 minuti», anche InfoAtac ha dovuto ammettere: «Siamo spiacenti, le attese sono prolungate per indisponibilità di treni, ci scusiamo per il disagio». 

Atac, nel dettaglio, spiega che si tratta dei treni che devono essere sottoposti alla manutenzione programmata, che al momento sarebbero 4 sui circa 22 di solito circolanti.

Per limitare i disagi, spiegano sempre dall’azienda, si sta cercando di riprogrammare le corse concentrando più frequenze nelle ore di punta. E in questo senso aiuta, certo, il fatto che la frequentazione delle metro in generale non sia ancora tornata ai livelli pre pandemia, anzi, gli accessi siano crollati del 40-50%.

In ogni caso, il problema delle attese - che comunque creano affollamento sulle banchine e nei vagoni - non si risolverà a breve: Atac considera che per queste lavorazioni potrebbero volerci settimane, non si esclude un mese. 

Descrivono la situazione ancora più critica i sindacati, secondo i quali i treni fuori servizio già sarebbero o comunque saranno molti di più: «Tra manutenzioni e treni che sono stati fermati dall’agenzia per la sicurezza Ansfisa per le necessarie revisioni abbiamo 15 convogli su 28 destinati a uscire dal servizio - spiega Roberto Ricci della Fit-Cisl -. 

Oltre al problema del congestionamento del deposito di Magliana, dove avvengono queste lavorazioni e dove non ci sono più i manovratori che garantivano la movimentazione dei treni in sicurezza, c’è anche quello del tornio rotto: l’unico macchinario essenziale che garantisce la corretta manutenzione delle ruote è fuori uso e inutilizzabile da oltre un anno». 

Non meno importante per i sindacati è il tema dei macchinisti: «Il loro stipendio - conclude Ricci - è legato alle corse, con queste frequenze rischiano di perdere fino a 400 euro». In conclusione per il sindacato «tutti sapevano che sarebbe arrivato il momento delle revisioni e dei fermi ma nessuno ha fatto nulla, non c’è prevenzione».

da Corriere della Sera

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