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Domenica 23 Gennaio 2022 19:01

Carcere di Rebibbia, detenuto aggredisce e tenta di infilzare gli agenti penitenziari

Aggrediti da un detenuto all’interno del carcere di Rebibbia: è successo a due agenti penitenziari e a denunciare l’accaduto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che ha immediatamente sporto denuncia. Il detenuto violento non è nuovo a episodi del genere: ha infatti aggredito altri poliziotti penitenziari nel carcere di Frosinone. In seguito a quel che […]

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Aggrediti da un detenuto all’interno del carcere di Rebibbia: è successo a due agenti penitenziari e a denunciare l’accaduto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che ha immediatamente sporto denuncia. Il detenuto violento non è nuovo a episodi del genere: ha infatti aggredito altri poliziotti penitenziari nel carcere di Frosinone. In seguito a quel che è accaduto nel carcere di Rebibbia, il segretario generale del SAPPE è intervenuto affermando che l’aggressione ha evidenziato le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora il personale di Polizia Penitenziaria.

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Nel primo pomeriggio del 22 Gennaio, presso il reparto detentivo “G11” della casa circondariale di Rebibbia, N.C., un detenuto di origine africana con probabili problemi psichiatrici, ha aggredito senza nessun motivo due agenti penitenziari. Il detenuto si trovava immobile sul proprio letto e non rispondeva agli stimoli. Allora, l’agente di sezione, preoccupato per lo stato di salute dell’uomo, ha richiesto l’intervento di un secondo collega al fine di entrare all’interno della cella e verificare le condizioni del detenuto. Una volta entrati, però, quest’ultimo, è improvvisamente balzato in piedi, cercando di infilzarli con una forchetta. Ma la vicenda non ha trovato qui la conclusione, poiché il carcerato ha iniziato ad aggredirli con il manico di una scopa scagliando addosso agli agenti dei violenti e continui colpi. Solo dopo aver subito ripetute percosse, gli agenti penitenziari sono riusciti a immobilizzarlo. In seguito, le due guardie aggredite sono state accompagnate in ospedale riportando rispettivamente due e tre giorni di prognosi.

Il SAPPE spera in un pronto intervento del D.A.P. in modo che l’uomo venga trasferito. Inoltre, il Sindacato, esprime la sua vicinanza e solidarietà ai due colleghi, al Capo Reparto del “G11”, al Preposto del reparto “G11” che stoicamente hanno affrontato l’ennesima grave criticità mettendo a rischio, come ogni giorno, la propria incolumità fisica per assicurare l’ordine e la sicurezza dell’istituto. Capece sottolinea come la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici sia da tempo causa di gravi criticità riguardo l’ordine e la sicurezza del carcere di Rebibbia. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Il segretario generale del SAPPE denuncia anche l’assenza di intervento da parte delle Autorità competenti che, pur essendo a conoscenza delle problematiche la presenza di detenuti psichiatrici, non siano ancora state in grado di trovare una soluzione.

“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. E anche la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.P.G. e fatto aumentare il numero degli eventi critici, merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione”, sostengono dal sindacato, “Se gli attuali vertici ministeriali, dipartimentali e regionali non sono in grado di garantire l’incolumità fisica ai poliziotti penitenziari DEVONO DIMETTERSI TUTTI! Le carceri sono in mano ai delinquenti e l’Amministrazione Penitenziaria ha affidato e le politiche penitenziari ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. E’ una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto da Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Fonte: ufficio stampa Sappe

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