Ci sono stati scontri con la polizia in serata davanti al Pantheon durante la protesta degli studenti per ricordare Lorenzo Peralli, lo studente friulano di 18 anni morto nell’ultimo giorno di stage dell’alternanza scuola-lavoro. Pantheon, scontri tra studenti e polizia Questo pomeriggio centinaia di studenti, che si erano radunati al Pantheon, nel tentativo di raggiungere…

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Ci sono stati scontri con la polizia in serata davanti al Pantheon durante la protesta degli studenti per ricordare Lorenzo Peralli, lo studente friulano di 18 anni morto nell’ultimo giorno di stage dell’alternanza scuola-lavoro.

Questo pomeriggio centinaia di studenti, che si erano radunati al Pantheon, nel tentativo di raggiungere il Miur oltrepassando i blocchi della polizia, si sono scontrati con le forze dell’ordine, che presidiavano la protesta.

Gli agenti, in tenuta anti sommossa, hanno tentato con due cariche di alleggerimento di sciogliere il corteo, non autorizzato, che comunque ha raggiunto il Ministero dell’istruzione (nella foto).

«Nonostante le cariche, nonostante la repressione gli studenti si conquistano il corteo e arrivano al Miur. Sappiamo chi sono i responsabili della morte di Lorenzo», scrivono in una nota gli studenti di Osa Roma.

«La nostra mobilitazione continua, per il blocco dell’alternanza e per far ripartire la lotta degli studenti in tutta Italia a partire dall’assemblea nazionale del 5 febbraio della lupa_scuole in lotta», conclude il comunicato.

I dimostranti dopo aver portato la protesta davanti al Miur hanno sciolto il presidio.

Anche ieri nella tarda serata c’era stato un flash mob davanti al Ministero dell’istruzione a Roma, da parte degli studenti di Osa, dopo la morte di Lorenzo.

«Lo scorso anno sono morti 1400 lavoratori sul posto di lavoro, questa realtà tragica vuole essere normalizzata sin dalle nostre scuole con l’alternanza, non lo accettiamo: vogliamo il blocco immediato dei percorsi di alternanza, senza se e senza ma. Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo. La nostra rabbia esploderà in ogni scuola e in ogni città», avevano dichiarato gli studenti.

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