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Martedì 25 Gennaio 2022 23:01

Dimostrata stretta relazione tra forme gravi di Covid-19 e diabete

Dimostrata stretta relazione tra forme gravi di Covid-19 e diabete – Una relazione che è...

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Una relazione che è emersa fin dall’inizio della pandemia ed ora dimostrata da uno studio condotto da ricercatori del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova coordinato da Gian Paolo Fadini, professore Associato di Endocrinologia e Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare.

Lo studio spiega come i pazienti affetti da diabete avevano, ed hanno, una probabilità raddoppiata di finire in terapia intensiva o di morire. Lo stesso andamento sfavorevole è stato osservato anche per i pazienti ricoverati per Covid-19 con alti valori di glicemia in assenza di diabete.

Ma non è tutto: lo studio, pubblicato su Diabetes, dimostra che questo tipo di pazienti ricoverati per Covid-19 presentavano anche livelli più bassi di cellule staminali, un difetto che secondo i ricercatori è ”in strettissima associazione con l’iperglicemia”, avvalorando l’ipotesi di un legame tra iperglicemia, difetto delle cellule staminali e andamento sfavorevole di Covid-19.

“I nostri precedenti studi sui pazienti diabetici – spiega Gian Paolo Fadini – ci hanno insegnato che le alte concentrazioni di glucosio riducono il livello di cellule staminali ematopoietiche circolanti. Il rilascio di queste cellule nel sangue – continua– è necessario all’organismo per mantenere un’adeguata capacità dei tessuti di ripararsi e di rispondere agli insulti”.

I ricercatori hanno, inoltre osservato che anche nei pazienti senza diabete, lo stato iper-infiammatorio può causare iperglicemia, un rialzo che riduce le cellule staminali.

“A sua volta – sottolinea Benedetta Bonora, ricercatrice del Dipartimento di Medicina dell’Università e prima autrice dello studio – il difetto di cellule staminali conduce ad un peggioramento del decorso clinico della malattia e spiega perché i pazienti con iperglicemia al momento dell’ingresso in ospedale rischiano di soccombere al COVID-19”.

Una condizione grave che, secondo i medici, è probabilmente conseguenza “dell’abnorme immuno-attivazione indotta dal virus, e non si può escludere che il virus infetti le cellule staminali e le uccida”.

“Nelle nostre precedenti ricerche – puntualizza Gian Paolo Fadini – abbiamo scoperto che uno dei meccanismi con cui l’iperglicemia riduce le cellule staminali passa attraverso una molecola chiamata Oncostatina M, che stimola la produzione di cellule infiammatorie e trattiene le cellule staminali nel midollo, creando un circolo vizioso. Ora intendiamo verificare se Oncostatina M può essere un bersaglio terapeutico per la cura dei pazienti con COVID-19”.

Secondo i ricercatori, approfondire le conoscenze sulle interazioni tra iperglicemia, cellule staminali e COVID-19, aiuterà a identificare un nuovo potenziale target terapeutico per spegnere l’eccessiva risposta immuno-infiammatoria che conduce i pazienti con infezione da SARS-CoV-2 a sviluppare complicanze gravi ed a soccombere al virus.

Rita Lena

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