Giovedì 9 Aprile 2020 19:04
Giulio Sabbi alla FIPAV Lazio: “Giusto fermarsi ora, torneremo più forti”
“Mi chiamano mister quarantena”. Giulio Sabbi ha regalato a tutti i follower della FIPAV Lazio un momento di leggerezza nei
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“Mi chiamano mister quarantena”. Giulio Sabbi ha regalato a tutti i follower della FIPAV Lazio un momento di leggerezza nei giorni tristi del Coronavirus. Il campione di volley classe ‘89, cresciuto a Zagarolo e reduce dall’esperienza pallavolistica in Cina, è intervenuto in una diretta Instagram del Comitato Regionale insieme al presidente del CR Andrea Burlandi. Ecco le sue dichiarazioni.
L’emergenza Covid-19 ti ha costretto in casa due volte. Prima in Cina, poi in Italia. Come stai?
Come procede la vita in famiglia?
La FIPAV ha decretato la conclusione della stagione. Che ne pensi?
“Dico che ci dobbiamo allineare alle decisioni per il bene del Paese. Non ci siamo solo noi giocatori. Dobbiamo avere rispetto della salute di tutti. Anche di chi lavora per noi, come gli staff e tutte le persone che fanno parte delle società. Io mi stavo allenando con la Lube Civitanova in attesa di sapere cosa fare. È un momento difficile, lo sport può fare un passo indietro”.
Il rinvio di un anno delle Olimpiadi può facilitare il tuo ritorno in azzurro?
“Per me la nazionale è tutto. Ho avuto la fortuna di vincere due medaglie agli Europei e negli ultimi due anni sono rimasto fuori dal giro. Ma ho 30 anni, potrei dare ancora dare tanto. Andando fuori dall’Europa sono un po’ allontanato geograficamente, certo, ma la maglia azzurra è sempre in cima ai miei pensieri. Io ci spero. E continuo a crederci”.
Da Zagarolo, in provincia di Roma, alla Serie A1 nella Capitale. Quali ricordi?
Un salto ai tempi del CQR Lazio…
“Una tappa fondamentale per la mia crescita. Io ricordo benissimo i tempi del CQT e del CQR, con la grande esperienza del Trofeo delle Regioni dove per la prima volta ti confronti con i più bravi della tua età in tutta Italia. Da lì sono andato a Treviso. Sono andato via di casa a 16 anni. Mi ritengo fortunato perché tanti giocatori avrebbero voluto fare quello che ho fatto. È stato un percorso bello e gratificante. Poi è iniziato il girovagare: Isernia, Roma, Castellana Grotte, Molfetta, Civitanova, Modena, la Francia e Shanghai”
Un consiglio ai giovani?
“Tenete duro. Perché questo periodo passerà. Torneremo a giocare, a esultare, ad abbracciarci, a vivere la nostra passione per la pallavolo come non avessimo mai smesso”