Giovedì 9 Giugno 2022 08:06
Atac, mancano i treni…e anche il personale
Oggi, poi, esce la nota interna dell’azienda che ”inchioda” letteralmente Atac rispetto alle proprie responsabilità.
A svelarla è stata Repubblica, che ha citato uno degli ultimi report interni dell’azienda che sta circolando in Campidoglio.
La nota è piuttosto eloquente, e dichiara apertamente che le stazioni della metro A, B e B1 sono chiuse per la «carenza strutturale di risorse necessarie per la copertura delle stazioni, unitamente al significativo tasso di assenteismo» causato dalle «prescrizioni mediche e significativo ricorso agli istituti di legge».
Detto in modo ancora più chiaro, si tratta cioè di malattie e permessi del personale impiegato relativi alla legge 104.
Di conseguenza, è chiaro che ad oggi non c’è solamente la questione spinosa dei mancati investimenti nelle manutenzioni dei treni e delle infrastrutture in generale (eredità dall’era grillina) ma anche il nodo delle assenze difficile da sbrogliare.
Mancanza di treni e personale insomma. Non solo il personale, come già evidenziato nei mesi scorsi è scarso, ma anche assente.
Uno sguardo alle statistiche rende la faccenda ancora più evidente: solamente nel primo trimestre di quest’anno 2022, in media, non si è presentato a lavoro il 17,53% dei dipendenti impiegati nelle stazioni. Il dato, poi, è in netto peggioramento: nello stesso periodo del 2020 si assentava il 16,67%, nel 2021 il 13,21%.
Dunque si sta verificando un aumento progressivo del fenomeno, aumentato drasticamente nel giro di soli due anni.
Poi, gli addetti al supporto dell’esercizio non sono da meno: da gennaio a marzo, ben il 29,96% non ha strisciato il badge sul posto di lavoro.
Tornando invece al totale, si stima che ogni giorno restino a casa 1.907 su 10.881 tra autisti, macchinisti, meccanici, operatori di stazione, impiegati e funzionari.
Come se già l’assenza dei treni stessi, non rappresentasse un disagio oltremodo deleterio per i passeggeri che ogni giorno si lanciano nel sistema del trasporto pubblico senza sapere quale sarà la ”sorpresa” da scoprire.
da Il Corriere della città
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