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Giovedì 9 Giugno 2022 16:06

Si riapra subito la tratta Centocelle-Giardinetti

«Perché non riaprite la tratta Centocelle-Giardinetti che aumenterebbe l’offerta di trasporto pubblico su ferro nella direttrice Casilina? I binari, la 
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«Perché non riaprite la tratta Centocelle-Giardinetti che aumenterebbe l’offerta di trasporto pubblico su ferro nella direttrice Casilina? I binari, la linea aerea, le fermate e i treni già ci sono. E darebbe soccorso alla MetroC che è al collasso!»

Questa, insieme ad altre 9 domande, fa parte di un Manifesto che chiede l’immediata riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti sulla linea ferrotranviara Termini-Giardinetti che limita ingiustificatamente dal 2015 alla stazione di Centocelle.

Le richieste sono state presentate l’8 giugno 2022 in una manifestazione presso l’ex Fermata del trenino a Torre Maura a cui hanno partecipato anche il Comitato di Quartiere di Centocelle Storica e molti abitanti della zona, che hanno richiesto a gran voce di riaprire la tratta in questione.


Andrea Ricci presidente dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti ha commentato:
«Qualcuno pensava che le Sovraintendenze avrebbero accettato il progetto del Ministero per “riqualificare” il Tranvetto in nome del buon senso della crescita del trasporto della Città. Beh è assurdo che sia stato pensato e lo abbiamo sempre detto, da tre anni ad oggi.

Crediamo che l’unica soluzione sia riaprire subito questi benedetti tre chilometri, con il servizio integrale tra ‘Laziali’ e Giardinetti e realizzare il tram tra Giardinetti e Tor Vergata e comunque non attendere la realizzazione di un futuro che oggi, come due anni e mezzo fa, non è quantificabile.

Riaprire i tre chilometri è propedeutico e non alternativo alla costruzione della tranvia che dovrà essere fatta in soggezione di continuità di esercizio».

Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio incalza:
«Non se ne può più di questa storia, in una città in cui ci sono solo 60 km di metropolitana, un numero di km ridicolo rispetto a quello delle principali, e non solo, città e capitali europee, nel 2015 senza una decisione politica, ma solo stoltamente tecnica, si sono tolti 3 km di ferrotramvia che avrebbero potuto essere molto importanti per aiutare, durante il periodo pandemico, ad attuare il distanziamento fisico tra gli utenti.

Nella prossima fase di ripresa della città, soprattutto in un quadrante già in crisi nella ‘immobilità’, riteniamo una follia lasciare tre chilometri di binari, fermate, pensiline, linee aeree senza treni che già ci sono: i vagoni potrebbero passare già domani mattina, ma non si riaprono perché il Ministero vincola dei finanziamenti allo scartamento (larghezza dei binari); a cui si aggiunge un parere delle Sovarintendenze che blocca il progetto voluto dal Ministero, in mezzo ci stanno i romani bloccati sulla via Casilina a respirare inquinanti nocivi gravemente alla propria salute e climalteranti».

Roberto Donzelli, presidente di UTPRoma aggiunge:
«Qui si sono inventati il rudere, il reperto archeologico, il monumento per far saltare il trasporto pubblico. Abbiamo Roma invasa dalle auto che occupano tutti gli spazi possibili e impossibili anche su isole pedonali e a ridosso dei monumenti che li utilizzano come parcheggi.

Però ci si preoccupa di due binari esistenti, che a nostro modo di vedere, devono rimanere lì dove sono: in questa città, per alcuni è il tram che dà fastidio, non le auto. No in questa città c’è qualcosa che non quadra!».


Infine David Nicodemi, presidente di TrasportiAmo, chiosa:
«L’Assemblea Capitolina ha votato a fine 2021 un Odg in cui si chiede di riaprire immediatamente i tre km di tranvia tra Centocelle e Giardinetti, perché è necessaria per il quadrante Casilino di Roma e perché la Metro C è in grave sofferenza e il trenino è l’unico collegamento della zona con Roma Termini e il centro di Roma, così come il sindaco Gualtieri aveva promesso in campagna elettorale.

Riaprire quei tre km è l’unica cosa da fare, ora e subito perché è utile a più di 250.000 persone che vivono in questa porzione di città.

Riteniamo un delitto contro la Città non riaprire quei tre chilometri (che sono un decimo della lunghezza degli attuali chilometri tranviari di Roma) visto anche lo stato comatoso in cui è il servizio di trasporto pubblico su ferro, e non solo, di Roma. E allora, perché no?».

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