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Mercoledì 15 Giugno 2022 05:06

In via Azzarita la mensa dei cinghiali

La realizzazione delle barriere metalliche a protezione dei cassonetti di via  Panattoni ha risolto il problema in loco spostandolo però più avanti. Se è vero che i cassonetti non vengono più rovesciati dai cinghiali, è anche vero che il problema si è spostato nella vicina via Azzarita dove i rifiuti alimentari sono assicurati grazie alla […]

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La realizzazione delle barriere metalliche a protezione dei cassonetti di via  Panattoni ha risolto il problema in loco spostandolo però più avanti. Se è vero che i cassonetti non vengono più rovesciati dai cinghiali, è anche vero che il problema si è spostato nella vicina via Azzarita dove i rifiuti alimentari sono assicurati grazie alla inciviltà di alcuni e all’insufficiente capacità dei cassonetti.

Il risultato è che dopo ogni notte di bisboccia la via è ricoperta di avanzi di cibo, rifiuti, carte e plastiche stracciate e lo rimane fino a quando non interviene l’AMA. Se è vero che dopo  il disastro notturno la via viene ripulita e qualche volta anche lavata con mezzi meccanici, è altrettanto vero che si tratta dell’ennesima situazione emergenziale che non accenna a diminuire.

Il fatto è che i cinghiali, abituati oramai a mangiare i rifiuti alimentari che trovano in strada facilmente, proprio non ne vogliono sapere di ritornare nella macchia a cercare con fatica tuberi con cui sfamarsi. C’è da dire che i cassonetti distribuiti sul territorio non sempre sono sufficienti a raccogliere la gran massa di rifiuti che produciamo e quindi è gioco facile per gli incivili abbandonare le buste in terra alla portata dei predatori.

Nel frattempo, i provvedimenti urgenti che Comune, Regione, Enti Parco e altri soggetti istituzionali dovevano attuare per limitare sia la circolazione che il numero degli ungulati, a quanto pare sono ancora in alto mare.

E allora vale la pena ricordare quanto Daniele Zovi, Dirigente del Servizio Forestale  scrive in “Italia selvatica”: “La sfida è costruire e mantenere una corretta piramide tra esemplari giovani, maturi e vecchi; per farlo bisogna formare selecontrollori, cacciatori esperti e formati appositamente, che sappiano applicare le giuste regole indicate da biologi preparati”.  E a proposito della pubblica amministrazione  scrive ancora: “L’assenza di competenze specifiche a proposito di questa specie (i cinghiali), come anche del lupo, ha creato conflitti molto pesanti tra categorie sociali allontanando il raggiungimento dell’obiettivo perseguito: la convivenza pacifica tra questi grandi mammiferi e la società tutta”.

Sembra evidente che per vincere questa guerra tra bipedi e ungulati due sono le armi da mettere in campo:  competenze scientifiche e un servizio di raccolta rifiuti efficiente.

Francesco Gargaglia

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