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Martedì 21 Giugno 2022 09:06

Eva Barto. Sharp Smile. #Palestra

da 21/06/22 a 09/11/22 MACRO Sharp Smile è un progetto espositivo concepito per il MACRO dall’artista Eva Barto (1987) insieme e in antitesi a una mostra che ne costituisce la controparte a Parigi, Weak Tongue presso Le Plateau – Frac île-de-France. Entrambe le mostre, che si svolgono una dopo l’altra, portano avanti ed espandono le ricerche di Eva Barto sulle […]

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da 21/06/22 a 09/11/22

MACRO

Sharp Smile è un progetto espositivo concepito per il MACRO dall’artista Eva Barto (1987) insieme e in antitesi a una mostra che ne costituisce la controparte a Parigi, Weak Tongue presso Le Plateau – Frac île-de-France.
Entrambe le mostre, che si svolgono una dopo l’altra, portano avanti ed espandono le ricerche di Eva Barto sulle relazioni che governano i codici della proprietà e della produzione e, in particolare, su quelle infrastrutture legali ed economiche che regolano i rapporti di filantropia e mecenatismo nel sistema dell’arte contemporanea.
Weak Tongue ruota attorno all’ambiguità dell’omissione – quindi si riferisce alle manipolazioni, interpretazioni e deviazioni di leggi e norme che proteggono sia chi le ha create sia chi le aggira. Sharp Smile, al contrario, si fa carico di svelare i meccanismi celati nella mostra parigina adottando una strategia formalmente opposta: l’ostentazione compiaciuta di una serie di virtù.

Sharp Smile ingigantisce ed esalta intenzionalmente lo scambio di visibilità richiesto in ogni rapporto di partenariato, sponsorship o accordo siglato per supportare finanziariamente una mostra. L’artista ha proposto un oggetto di negoziazione, intitolato Maecenas 1–11*, a una serie di sostenitori privati e istituzionali. Ha chiesto loro di finanziarne la produzione in cambio dell’esposizione negli spazi del museo di una serie di elementi selezionati da loro stessi in rappresentanza del proprio gesto filantropico, così da attuare lo scambio di visibilità.

L’oggetto prodotto grazie al contributo dei mecenati non viene esposto. Piuttosto, è la negoziazione economica a essere messa in mostra attraverso gli elementi di scambio richiesti dai sostenitori e collocati in diversi spazi del museo come segno tangibile della loro presenza all’interno dell’istituzione. Per Eva Barto, infatti, materializzare i processi di mutua compensazione nel campo dell’arte oggi significa sfidare una nozione idealizzata di indipendenza economica enfatizzando così la rete di relazioni – spesso interdipendenti e consequenziali – che definiscono i codici della proprietà e le condizioni di produzione in ambito artistico e culturale. Per portare alla luce questi meccanismi l’artista si è dunque spinta fino alla rinuncia della facoltà di decidere cosa mostrare all’interno dello spazio in cui è stata invitata a esporre.

La mostra è promossa da Roma Culture

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