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Giovedì 23 Giugno 2022 08:06

Le famiglie del mondo in dialogo con il Papa



Il festival "The beauty of family" ha aperto il X Incontro mondiale. Tra le testimonianze, quella dei genitori di Chiara Corbella, di una famiglia con 6 figli che ha accolto due rifugiate ucraine e della vedova di Luca Attanasio, l'ambasciatore ucciso in Congo nel 2021

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Un dialogo aperto, sincero, a tratti doloroso ma carico di ammirazione e di incoraggiamento, quello tra Papa Francesco e le famiglie. Un confronto iniziato ieri sera, 22 giugno, nell’Aula Paolo VI, dove il festival “The beauty of family” ha ufficialmente aperto il X Incontro mondiale delle famiglie. Cinque le testimonianze ascoltate attentamente da Bergoglio, che a ciascuna ha suggerito “un passo in più”. Luigi e Serena, genitori di tre maschietti, «dopo aver accolto il dono della genitorialità» desiderano sposarsi. «Non abbiamo trovato quella comunità che ci sostenesse a braccia aperte per quel che siamo – hanno raccontato – e questo ci ha allontanato ancora di più dalla Chiesa». A loro il Papa ha chiesto un passo in più verso il matrimonio, spiegando che «non è una formalità da adempiere. Non ci si sposa per essere cattolici “con l’etichetta”, per obbedire a una regola, o perché lo dice la Chiesa o per fare una festa. Ci si sposa perché si vuole fondare il matrimonio sull’amore di Cristo, che è saldo come una roccia».



Un passo in più per abbracciare la croce, l’invito rivolto dal vescovo di Roma ai coniugi Roberto e Maria Anselma Corbella, genitori di Chiara Corbella Petrillo, per la quale si è aperta la fase diocesana del processo di beatificazione. «Dopo la morte di Chiara ci siamo ritrovati come Maria ai piedi della croce – hanno detto -, abbiamo accettato senza capire, ma la serenità di Chiara ci ha aperto una finestra sull’eternità e continua ancora oggi a farci luce». La croce, ha affermato Francesco, «fa parte della vita di ogni persona e di ogni famiglia. Che Chiara sia d’ispirazione nel nostro cammino di santità, e che il Signore sostenga e renda feconda ogni croce che le famiglie si trovano a portare».



E ancora, un passo in più verso il perdono, il consiglio dato alle famiglie sulla scia della storia di Paul e Germaine Balenza. Dopo aver scoperto le infedeltà del marito, la mancanza di sincerità e la cattiva gestione patrimoniale, Germaine era decisa a divorziare. Il supporto della “Comunità familiare cristiana” «ha aiutato a rivelare le verità più crude, a svuotare i cuori dall’odio e dalla rabbia e a perdonarci sinceramente». Per Francesco, quella della coppia congolese è «una storia che trasmette speranza. Il perdono risana ogni ferita, è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia e la famiglia intera quando lo si lascia agire».

È stata poi la volta di Iryna e Sofiia Kozhushko, mamma e figlia ucraine accolte da Piero ed Erika Chiriaco, genitori di sei figli. «Rinunciare un po’ alle nostre comodità per accogliere dei fratelli in difficoltà ha fatto del bene alla nostra famiglia – hanno affermato i coniugi -. Anche per i nostri figli è stato un segno importante». Il passo in più indicato da Bergoglio è stato quello verso l’accoglienza. «Le famiglie sono luoghi di accoglienza, e guai se venissero a mancare. Una società diventerebbe fredda e invivibile senza famiglie accoglienti». Iryna e la figlia sono grate per l’aiuto ricevuto, ma hanno nostalgia della famiglia rimasta a Kiev. «Desideriamo tornare a casa, non sappiamo quando avverrà ma non perdiamo la speranza», hanno raccontato. In questi mesi le due donne ucraine hanno riscontrato «il peggio e il meglio dell’uomo – le parole del Papa -. La guerra vi ha messe di fronte al cinismo e alla brutalità umana, ma avete incontrato anche persone di grande umanità».



Infine la testimonianza di Zakia Seddiki, vedova di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo ucciso il 22 febbraio 2021, accompagnata dalla mamma e dalle tre figlie. Lei è musulmana, Luca era cattolico. «La diversità tra le nostre religioni ci ha resi sicuramente più ricchi – ha detto -. Abbiamo basato la nostra famiglia sull’amore autentico, con rispetto, solidarietà e dialogo tra le nostre culture». Per Papa Francesco «niente di tutto questo è andato perso, nemmeno dopo la tragica morte di Luca». Offrendo come indicazione quella di compiere un passo in più verso la fratellanza, ha rimarcato che «l’esempio e l’eredità spirituale di Luca rimangono vivi e parlano alle coscienze di molti. La sua missione diplomatica è diventata ora una “missione di pace” per tutta la famiglia».

23 giugno 2022

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