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Domenica 27 Novembre 2022 09:11

Natale 2022, sotto l’albero metti gli occhiali D-Style

Articolo a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger Collaboratrice di Roma Capitale Magazine

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Arriva il Natale: quel momento in cui ci piacerebbe tanto ricevere ( ma anche fare ) regali originali, diversi dai consueti, originali, che magari dimostrino che ci sta accanto ci conosce bene.

E invece quasi puntualmente ci ritroviamo a dare e avere più o meno sempre i soliti doni: sciarpe, guanti, cappelli, profumi e, magari, ma solo per chi è tanto fortunato, un appariscente gioiello.

Per superare questa impasse e sorprendere qualcuno a cui teniamo in particolare c’e una idea originale: perché non mettere sotto l’albero dei begli occhiali di marca e alla moda? Oppure potremmo regalarceli da soli, per toglierci una soddisfazione e uno sfizio “trendy”…


Natale e le feste di fine anno sono l’occasione perfetta per lasciarci alle spalle qualcosa di vecchio, magari usurato, e rimpiazzarlo con una novità.
Gli occhiali sono una soluzione perfetta, specialmente se sono chic e di alta qualità.



Che i nostri occhiali, o quelli delle persone che ci sono care, abbiano visto giorni migliori o che stiamo semplicemente valutando di dare una svolta al look, ecco 7 ragioni per cui potremmo valutare di sostituirli con un paio nuovo.
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Gli occhiali firmati sono un regalo di lusso e certamente molto apprezzato. Con se portano una storia millenaria – già nella antica Roma ci sono testimonianze del loro uso – ma il tempo non sembra davvero passato. Le montature disegnate da marchi famosi – D-STYLE, Emporio Armani, Michael Kors, Dior o Ray-Ban – non solo sono “chic & cool”, ma anche utili per durevolezza e in grado si accompagnarci nella vita di tutti i giorni.

In più, gli occhiali sono un accessorio chiave per fare una svolta al nostro look e sono un oggetto che detta le mode.
Fra i modelli più popolari anche di questa stagione, troviamo le montature in metallo dallo stile minimal e urbano, quelle a giorno, riedizioni delle storiche degli anni Settanta e gli intramontabili cat-eye.

Una volta considerati poco “fashion” – ce bistrattati – oggi rappresentano un tocco in più nel look anche di attrici e modelle (e il discorso vale anche al maschile ovviamente) di ogni età. Merito anche di una innovazione – nello stile oltre che nella tecnologia – che sembra essere riuscita a fermare il tempo, restando sempre sulla cresta dell’onda.

Anche per questo sono soprattutto i giovani a volerli, a cercarli, specialmente nelle declinazioni più trendy. Attraverso questo strumento non solo possiamo dare una svolta al nostro apparire, ma dimostrare di essere al passo coi tempi e le mode.


Fra i tanti che affollano oggi le vetrine dei negozi, un posto speciale spetta certamente alle creazioni
D-Style di Domenico Auriemma
. Dalle sue mani sono uscite alcune delle tendenze più cool del momento, idee e soluzioni innovative per ridare slancio a un complemento da indossare in ogni occasione. Sentendosi sempre a proprio agio.
Quelli di D-Style sono – di certo – fra i più ricercati e desiderati regali del prossimo Natale. Un consiglio, non riducetevi all’ultimo con i regali: potrebbero sfuggirvi davanti delle occasioni straordinarie. E allora buone feste e… buona vista!




Intervista
Abbiamo voluto chiedere al giornalista Andrea Titti, che tra le altre cose è anche un non vedente, cosa significa un occhiale per coloro che sono costretti ad indossarli perché hanno problemi di vista
Andrea, che rapporto hai con i tuoi occhiali?
“Ho iniziato a portare gli occhiali a circa 6 anni, per problemi di miopia. Andavo a scuola, non eravamo in moltissimi a portare occhiali da vista. Gli occhiali erano considerati oggetti medici, non certo di moda. I bambini e le bambine con gli occhiali erano considerati un po diversi dagli altri. L’occhiale per noi era segno della nostra diversità, un qualcosa per cui non andare fieri. Che a volte ci rendeva anche meno atraenti verso l’altro sesso”.
Quando sei cresciuto è cambiato questo tuo approccio?
“Crescendo li ho considerati parte di me, ma negli altri il giudizio non cambiava di molto. A 20 anni ho avuto un forte aggravamento della mia condizione di salute, che mi ha costretto ad indossare occhiali scuri, da sole, per proteggermi”.
Ti ha creato problemi?
“Beh si. Perché i miei occhiali scuri erano il segno più visibile della mia diversità. Non potevo nascondere il mio problema agli altri. All’inizio è stato molto complicato portarli. Con il tempo ti ci abitui e non ci fai molto caso, però resta un corpo estraneo che ti porti addosso”.
Cosa consigli allora per alleviare questo problema?
“Visto che il problema è psicologico, credo che il trend che sta vedendo l’occhiale come un accessorio di moda, ritengo che si possa risolvere la questione, facendo accettare agli altri il concetto per cui l’occhiale è un segno distintivo di stile e personalità. Ce ne sono molti, da sole o da vista, con dei design molto belli, eleganti, che si adattano ai tratti del volto, come fossero un tutt’uno con chi li indossa. Un po’ come per noi che siamo costretti ad indossarli, perché fanno parte di noi”.




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