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Lunedì 28 Novembre 2022 12:11

Non c’é la Metro C nella legge di bilancio

Nella Legge di Bilancio 2023 non c’è la Metro C. Se il Parlamento dovesse approvare così com’è la proposta di Legge del Governo Meloni, si tratterebbe di una notizia devastante per il finanziamento della linea. Le risorse assegnate recentemente dal Governo Draghi, infatti, sono numerose, ma non sono sufficienti e non permetterebbero di completare la Linea C neanche fino a Clodio. Inoltre, come ha spiegato il Sindaco al Messaggero, senza il finanziamento complessivo dell’opera non solo non si potrà completare la linea, ma Roma sarà costretta a restituire oltre 900 milioni di euro, degli 1,6 miliardi ottenuti quest’anno. Questo perché l’unico lotto funzionale realizzabile, con un finanziamento parziale, è quello della stazione Venezia. Come abbiamo spiegato più volte in questo blog, per l’appunto, pensare di iniziare i lavori senza il finanziamento integrale non è possibile, in quanto la legge oggi non lo permette. COSA SI PUÒ FARE PER EVITARE IL DISASTRO? Lo scenario preferibile è quello in cui i parlamentari romani, una volta tanto, si mettono insieme per ottenere un finanziamento per la propria città. Il finanziamento integrale della linea, fino a Farnesina, si può e si deve ottenere. Non è ammissibile che la capitale d’Italia sia costretta ad elemosinare sempre e solo briciole allo Stato. Un secondo scenario, meno preferibile ma valido, sarebbe quello di intervenire normativamente, proprio con la Legge di Bilancio, per estendere alla Linea C la possibilità di realizzare lotti costruttivi. In questo modo si potrebbero iniziare da subito i lavori, anche fino a Farnesina, senza la necessità di un immediato finanziamento integrale. Basterebbe inserire nella legge di bilancio 2023 un comma del tutto analogo al comma 232 della Legge n. 191 del 23 dicembre 2009, che altro non era che la legge di bilancio 2010. Il comma 232 della 191/2009 prevedeva infatti, per alcune infrastrutture dell’Alta Velocità ferroviaria, caratterizzate da particolare complessità e onerosità del tutto simili a quelle della Metro C, la possibilità di realizzare dei lotti costruttivi. UN PROBLEMA PREVEDIBILE Del tema dei lotti costruttivi, e di come potrebbero semplificare la realizzazione della Linea C, abbiamo parlato già in passato, premettendo che siamo assolutamente contrari ad un’estensione di tale possibilità a qualsiasi opera. Ma le caratteristiche estremamente peculiari della Linea C la rendono un’infrastruttura che legittima del tutto l’applicazione di norme straordinarie. Ciò che non possiamo accettare è che il problema dei lotti costruttivi è noto da molto tempo ed era assolutamente prevedibile che sarebbe ritornato con i nuovi finanziamenti. Ne avevamo già parlato, ad esempio, a febbraio 2022: “Supponiamo che sia disponibile solo 1 miliardo, […] non partirebbero proprio i lavori pur essendo disponibile una montagna di risorse. Viceversa, con i lotti costruttivi si potrebbe finanziare magari un’eventuale sottotratta funzionale, ma anche il lotto costruttivo di alcune opere della sottotratta successiva (es. gallerie), permettendo così di proseguire in continuità e quindi in parallelo con i lavori, senza inutili sprechi di tempo in attesa dei finanziamenti.   D’altronde, non sarebbe la prima volta che nell’ambito di opere strategiche e sotterranee si debba ricorrere a lotti costruttivi. Infatti, la legge finanziaria del 2010 (legge 23 dicembre 2009, n. 191) ha permesso di operare tramite lotti costruttivi per infrastrutture opportunamente scelte dalla Presidenza del Consiglio nel rispetto alcuni criteri.   Così come scritti, i criteri sono chiaramente formulati ad hoc per i tunnel di base delle linee alta velocità, come ad esempio la Torino-Lione o Verona-Innsbruck, in quanto richiedono l’appartenenza dell’infrastruttura ad un corridoio TEN-T. Tuttavia, rimane comunque utile analizzare suddetti criteri, che sono: Appartenenza dell’opera all’elenco delle infrastrutture strategiche; Costo dell’opera superiore ai 2 miliardi; Tempi di realizzazione superiori ai 4 anni; Lotti funzionali dal costo superiore al miliardo.   Si noti attentamente che la Linea C attualmente risponde in pieno a tali criteri ma non essendo parte di un corridoio europeo TEN-T non può usufruire di tale deroga.” Il fatto è che noi di MetroxRoma non abbiamo “la palla di vetro”. Sono ormai 8 anni che la questione dei lotti costruttivi è sul tavolo del Governo, sin da quando il Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133, noto anche come “Sblocca Italia”, finanziò solo parzialmente la stazione Venezia. Si parlava, all’epoca, di introdurre forme di “cantierabilità flessibile”, ovvero proprio i lotti costruttivi. Ma non se ne fece nulla e i 155 milioni dello Sblocca Italia sono ancora bloccati. Dal 2014, insomma, è evidente che la Linea C abbia bisogno dei lotti costruttivi, ma nessuno ha fatto nulla da allora, nonostante ad ogni finanziamento si ripresenti il problema. Problema, peraltro, emerso anche a febbraio di quest’anno, con il Ministro alle Infrastrutture Giovannini che aveva promesso di farsi carico della questione. Per agevolare una riflessione sul tema, segue, in calce all’articolo, una possibile formulazione dell’emendamento che permetterebbe di estendere l’applicazione dei lotti costruttivi alla linea C (e alle altre infrastrutture commissariate), sulla falsa riga del comma 232. Sarà forse la volta buona?   Proposta in analogia al comma 232 della 191/2009: “Le opere oggetto di commissariamento ai sensi dell’art. 4 della Legge 14 giugno 2019, n. 55, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, possono essere realizzate tramite lotti costruttivi, qualora ricorrano le seguenti condizioni: a) il lotto funzionale minimo individuabile, da dividere in lotti costruttivi, non deve avere un costo complessivo inferiore al miliardo di euro; b) il lotto costruttivo da realizzare deve essere integralmente finanziato e deve costituire almeno 20 per cento del costo complessivo del lotto funzionale; b) il progetto definitivo del lotto funzionale completo deve essere accompagnato da una relazione che indichi le fasi di realizzazione per lotti costruttivi, il cronoprogramma dei lavori per ciascuno dei lotti e i connessi fabbisogni finanziari annuali; il progetto esecutivo dei singoli lotti costruttivi deve essere accompagnato da un aggiornamento di tutti gli elementi della medesima relazione; c) il contraente generale o l’affidatario dei lavori deve assumere l’impegno di rinunciare a qualunque pretesa risarcitoria, nonché a qualunque pretesa anche futura connessa all’eventuale mancato o ritardato finanziamento dell’intera opera o di lotti successivi.”  

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Nella Legge di Bilancio 2023 non c’è la Metro C. Se il Parlamento dovesse approvare così com’è la proposta di Legge del Governo Meloni, si tratterebbe di una notizia devastante per il finanziamento della linea. Le risorse assegnate recentemente dal Governo Draghi, infatti, sono numerose, ma non sono sufficienti e non permetterebbero di completare la Linea C neanche fino a Clodio.

Inoltre,
come ha spiegato il Sindaco al Messaggero
, senza il finanziamento complessivo dell’opera non solo non si potrà completare la linea, ma Roma sarà costretta a restituire oltre 900 milioni di euro, degli 1,6 miliardi ottenuti quest’anno. Questo perché l’unico lotto funzionale realizzabile, con un finanziamento parziale, è quello della stazione Venezia.

Come abbiamo spiegato più volte in questo blog, per l’appunto, pensare di iniziare i lavori senza il finanziamento integrale non è possibile,
in quanto la legge oggi non lo permette.

Lo scenario preferibile è quello in cui i parlamentari romani, una volta tanto, si mettono insieme per ottenere un finanziamento per la propria città.

Il finanziamento integrale della linea, fino a Farnesina, si può e si deve ottenere. Non è ammissibile che la capitale d’Italia sia costretta ad elemosinare sempre e solo briciole allo Stato.

Un secondo scenario, meno preferibile ma valido, sarebbe quello di intervenire normativamente, proprio con la Legge di Bilancio, per estendere alla Linea C la possibilità di realizzare lotti costruttivi.
In questo modo si potrebbero iniziare da subito i lavori, anche fino a Farnesina, senza la necessità di un immediato finanziamento integrale.

Basterebbe inserire nella legge di bilancio 2023 un comma del tutto analogo al comma 232 della Legge n. 191 del 23 dicembre 2009, che altro non era che la legge di bilancio 2010. Il comma 232 della 191/2009 prevedeva infatti, per alcune infrastrutture dell’Alta Velocità ferroviaria, caratterizzate da particolare complessità e onerosità del tutto simili a quelle della Metro C, la possibilità di realizzare dei lotti costruttivi.

Del tema dei lotti costruttivi,
e di come potrebbero semplificare la realizzazione della Linea C,
abbiamo parlato già in passato, premettendo che siamo assolutamente contrari ad un’estensione di tale possibilità a qualsiasi opera.

Ma le caratteristiche estremamente peculiari della Linea C la rendono un’infrastruttura che legittima del tutto l’applicazione di norme straordinarie.

Ciò che non possiamo accettare è che il problema dei lotti costruttivi è noto da molto tempo ed era assolutamente prevedibile che sarebbe ritornato con i nuovi finanziamenti. Ne avevamo già parlato, ad esempio, a febbraio 2022:

“Supponiamo che sia disponibile solo 1 miliardo, […] non partirebbero proprio i lavori pur essendo disponibile una montagna di risorse. Viceversa, con i lotti costruttivi si potrebbe finanziare magari un’eventuale sottotratta funzionale, ma anche il lotto costruttivo di alcune opere della sottotratta successiva (es. gallerie), permettendo così di proseguire in continuità e quindi in parallelo con i lavori, senza inutili sprechi di tempo in attesa dei finanziamenti.

 

D’altronde, non sarebbe la prima volta che nell’ambito di opere strategiche e sotterranee si debba ricorrere a lotti costruttivi. Infatti, la legge finanziaria del 2010 (legge 23 dicembre 2009, n. 191) ha permesso di operare tramite lotti costruttivi per infrastrutture opportunamente scelte dalla Presidenza del Consiglio nel rispetto alcuni criteri.

 

Così come scritti, i criteri sono chiaramente formulati ad hoc per i tunnel di base delle linee alta velocità, come ad esempio la Torino-Lione o Verona-Innsbruck, in quanto richiedono l’appartenenza dell’infrastruttura ad un corridoio TEN-T. Tuttavia, rimane comunque utile analizzare suddetti criteri, che sono:

  • Appartenenza dell’opera all’elenco delle infrastrutture strategiche;
  • Costo dell’opera superiore ai 2 miliardi;
  • Tempi di realizzazione superiori ai 4 anni;
  • Lotti funzionali dal costo superiore al miliardo.
 

Si noti attentamente che la Linea C attualmente risponde in pieno a tali criteri ma non essendo parte di un corridoio europeo TEN-T non può usufruire di tale deroga.”

Il fatto è che noi di MetroxRoma non abbiamo “la palla di vetro”. Sono ormai 8 anni che
la questione dei lotti costruttivi è sul tavolo del Governo,
 sin da quando il Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133, noto anche come “Sblocca Italia”, finanziò solo parzialmente la stazione Venezia. Si parlava, all’epoca, di introdurre forme di “cantierabilità flessibile”, ovvero proprio i lotti costruttivi. Ma non se ne fece nulla e i 155 milioni dello Sblocca Italia sono ancora bloccati.

Dal 2014, insomma, è evidente che la Linea C abbia bisogno dei lotti costruttivi, ma nessuno ha fatto nulla da allora, nonostante ad ogni finanziamento si ripresenti il problema.

Problema, peraltro,
emerso anche a febbraio di quest’anno,
 con il Ministro alle Infrastrutture Giovannini che aveva promesso di farsi carico della questione.

Per agevolare una riflessione sul tema, segue, in calce all’articolo, una possibile formulazione dell’emendamento che permetterebbe di estendere l’applicazione dei lotti costruttivi alla linea C (e alle altre infrastrutture commissariate), sulla falsa riga del comma 232.

Sarà forse la volta buona?

 

Proposta in analogia al comma 232 della 191/2009:

“Le opere oggetto di commissariamento ai sensi dell’art. 4 della Legge 14 giugno 2019, n. 55, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, possono essere realizzate tramite lotti costruttivi, qualora ricorrano le seguenti condizioni:
a) il lotto funzionale minimo individuabile, da dividere in lotti costruttivi, non deve avere un costo complessivo inferiore al miliardo di euro;
b) il lotto costruttivo da realizzare deve essere integralmente finanziato e deve costituire almeno 20 per cento del costo complessivo del lotto funzionale;
b) il progetto definitivo del lotto funzionale completo deve essere accompagnato da una relazione che indichi le fasi di realizzazione per lotti costruttivi, il cronoprogramma dei lavori per ciascuno dei lotti e i connessi fabbisogni finanziari annuali; il progetto esecutivo dei singoli lotti costruttivi deve essere accompagnato da un aggiornamento di tutti gli elementi della medesima relazione;
c) il contraente generale o l’affidatario dei lavori deve assumere l’impegno di rinunciare a qualunque pretesa risarcitoria,
nonché a qualunque pretesa anche futura connessa all’eventuale mancato o ritardato finanziamento dell’intera opera o di lotti successivi.”

 

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