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Venerdì 2 Dicembre 2022 11:12

Una visita al Museo della Storia di Marsiglia, a due passi dal Porto Vecchio: sessantamila anni di storia e di storie

Una visita al Museo della Storia di Marsiglia, a due passi dal Porto Vecchio: sessantamila anni di storia e di storie


Quando si visita una città che non si conosce, è bene iniziare dal museo storico cittadino per avere un quadro complessivo dell’evoluzione del territorio nei secoli e spunti per le passeggiate in città: è ciò che ho fatto a Marsiglia, dedicando parte del mio tempo all’esplorazione del Museo della Storia di Marsiglia (Musée d’Histoire de […]

Una visita al Museo della Storia di Marsiglia, a due passi dal Porto Vecchio: sessantamila anni di storia e di storie


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Una visita al Museo della Storia di Marsiglia, a due passi dal Porto Vecchio: sessantamila anni di storia e di storie


Quando si visita una città che non si conosce, è bene iniziare dal museo storico cittadino per avere un quadro complessivo dell’evoluzione del territorio nei secoli e spunti per le passeggiate in città: è ciò che ho fatto a Marsiglia, dedicando parte del mio tempo all’esplorazione del Museo della Storia di Marsiglia (Musée d’Histoire de Marseille) in Rue Henri Barbusse 2.

Fondato nel 1983, a due passi dal Porto Vecchio, il Museo della Storia di Marsiglia è stato completamente rinnovato nel 2013, in occasione di Marsiglia Capitale europea della cultura, cercando di creare un legame intimo tra città, museo e sito archeologico.

Il museo nacque a seguito di un compromesso tra il Ministero della Cultura francese e il Comune di Marsiglia. Il primo infatti aveva vincolato una gigantesca area che, a seguito della demolizione della città medievale, aveva restituito le vestigia archeologiche di infrastrutture legate al porto antico (scavi 1967-1983), il secondo voleva realizzare nell’area un moderno quartiere residenziale. Al termine di una durissima contrattazione, un terzo del sito archeologico è stato valorizzato e nei pressi è stato realizzato il Museo, accessibile anche dall’adiacente centro commerciale.

Museo della storia di Marsiglia, area archeologica afferente alle strutture del porto [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, area archeologica afferente alle strutture del porto [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Il museo racconta, cronologicamente e per temi, la storia di una città antichissima, le cui prime testimonianze risalgono a 60.000 anni fa. Segnaliamo qui alcune opere su cui invitiamo a soffermarsi per comprendere meglio l’evoluzione della città e del suo territorio.

Marsiglia, l’antica Massalia, viene fondata verso il 600 a.C. dai Greci dell’Asia Minore, provenienti da Focea. La città era posta sotto la protezione di Artemide, Apollo e Atena, ai quali vennero dedicati dei templi sulla collina dell’attuale quartiere Panier, ed era situata in una posizione eccezionale: il porto era protetto dai venti, dalle vicine isole del Frioul e il fiume Rodano, non lontano, facilitava il commercio con le popolazioni galliche. La leggenda racconta che l’antica Massalia fu fondata dal greco Protis che, qui giunto, incontrò la principessa gallica Gyptis, figlia di Nanno, re della tribu gallica dei Sigobrigi. Il re offrì come regalo di nozze ai due sposi il territorio di Massalia. Dall’incontro tra greci e galli nascerà una cultura molto ricca, che vedrà anche numerosi conflitti tra le due popolazioni. I focesi, ad ogni modo, importarono la loro cultura, la lingua, le divinità, le tecniche costruttive e agricole.

Museo della storia di Marsiglia, plastico del porto e della città antica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, plastico del porto e della città antica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Tra i tesori del museo vi è il relitto della nave della seconda metà del II secolo d.C., rinvenuto proprio durante gli scavi archeologici del vecchio porto di Massalia. I greci erano espertissimi nell’arte di costruire navi: quelle più grandi erano assemblate con la tecnica dei tenoni e delle mortase, in quelle da pesca le tavole venivano legate con l’aiuto di fibre vegetali. Le chiglie erano ricoperte di pece, una sorta di colla vegetale che garantiva l’impermeabilizzazione.

Museo della storia di Marsiglia, relitto di nave del II secolo d.C. [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, relitto di nave del II secolo d.C. [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Lungo la parete di una sala dedicata al periodo arcaico sono esposte quarantaquattro edicole in calcare ritrovate in un medesimo contesto archeologico nel XIX secolo. Testimoniano l’attività delle officine di scultura locali che si rifacevano a un modello greco dell’Asia Minore, probabilmente introdotto in Occidente intorno alla metà del VI secolo a.C.: all’interno di una delle edicole (naiskoi) siede una divinità femminile, forse Cibele, anche se l’identificazione è controversa.

Museo della storia di Marsiglia, naiskoi del VI secolo a.C. [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, naiskoi del VI secolo a.C. [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Di fronte alle edicole, una bella scultura di rapace in calcare, proveniente dall’oppidum di Roquepertuse, Velaux (III secolo a.C.), ci chiama ad ammirarla coi suo grandi occhioni.

Museo della storia di Marsiglia, scultura di rapace, III secolo a.C. [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, scultura di rapace, III secolo a.C. [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]È come se ci invitasse a soffermarci nella sala tematica dedicata ai culti funerari dove un bellissimo plastico didattico in legno e gesso, realizzato da Hippolyte Augier alla fine dell’Ottocento, mostra tutte le pratiche funerarie in uso nel territorio nell’antichità: urne, sarcofagi, anfore funerarie, c’è perfino la ricostruzione di un ustrino, dove si bruciavano le salme dei morti.

Museo della storia di Marsiglia, scultura di rapace, modellino dei tipi di sepolture nelle Bouches.du-Rhône, Hippolite Augier, fine del XIX secolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia,modellino dei tipi di sepolture nelle Bouches.du-Rhône, Hippolite Augier, fine del XIX secolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Con la conquista di Massalia da parte di Giulio Cesare nel 49 a.C., la città perde via via d’importanza politica anche se il porto rimane sempre molto attivo: dobbiamo immaginare una città romana con il foro, il teatro greco, le terme, i magazzini portuali, i templi, mentre le campagne circostanti erano disseminate di complessi agricoli, specializzati nelle colture della vite, dell’ulivo e dei cereali.

Museo della storia di Marsiglia, plastico della Massalia antica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, plastico della Massalia antica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Dall’epoca romana al Medioevo: importanti vestigia provengono dal Santuario di Saint-Victor e dalla basilica e necropoli paleocristiana di Rue Malaval, scavate una ventina di anni fa. Molto suggestivo l’allestimento dei sarcofagi, disposti attorno a una sepoltura venerata (tumulatio ad sanctos). Attorno alla chiesa vennero individuate più di duecento tombe destinate a uomini, donne e bambini, con un arredo molto sobrio e qualche epitaffio marmoreo.

Museo della storia di Marsiglia, ricostruzione di un settore della necropoli di rue Malaval [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, ricostruzione di un settore della necropoli di rue Malaval [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Un’altra sezione tematica è dedicata alle botteghe dei vasai, attestate a Marsiglia sin dal XIII secolo: le officine erano ben organizzate, con ambienti destinati all’immagazzinamento, alla seccatura e alla cottura nei forni. Una serie di modellini mostra la loro evoluzione dall’epoca medievale ai giorni nostri.

Museo della storia di Marsiglia, modellino di officina ceramica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, modellino di officina ceramica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]A partire dalla terza crociata (1189-1192), Marsiglia divenne il principale porto d’imbarco dei Crociati verso la Terra Santa. Gerusalemme e Tiro ospitavano le basi degli Ospitalieri, dei Templari e dei Trinitari. Grazie alle Crociate, il commercio medievale di Marsiglia prosperava assieme al suo porto.

La prima rappresentazione pittorica di Marsiglia risale al 1517. Si tratta di un dipinto a olio su legno, attribuito a un collaboratore di Anton Ronzen, che raffigura le Tre Marie – Maria Maddalena, Maria Salomè e Maria Iacobé – le quali, secondo la tradizione, sarebbero arrivate nelle Camargues dopo aver vagato in mare su una barca senza remi, assieme alla loro serva Sara la Nera. Nel dipinto si vede il porto di Marsiglia, la catena che ne proteggeva l’accesso e una serie di infrastrutture sanitarie di servizio alle imbarcazioni in arrivo.

Museo della storia di Marsiglia, rappresentazione di Marsiglia, attribuita a un collaboratore di Anton Ronzen, olio su tela, 1517 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, rappresentazione di Marsiglia, attribuita a un collaboratore di Anton Ronzen, olio su tela, 1517 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Una saletta è dedicata a raccontare la grande peste del 1720, l’ultima epidemia di peste registrata in Francia. Il terribile morbo fu portato a Marsiglia dalla nave Grand-Saint-Antoine che trasportava tessuti e batuffoli di cotone. Sembra che i protocolli sanitari non fossero stati rispettati dall’equipaggio con la conseguenza che la peste si diffuse in tutta la città. I quartieri degradati e più antichi furono i più colpiti; il morbo si diffuse molto rapidamente causando 40.000 vittime su 90.000 abitanti, a cui si sommarono le oltre 120.000 vittime in Provenza su una popolazione di circa 400.000 abitanti. L’alimentazione della popolazione e l’evacuazione dei cadaveri crearono gravi problemi per diversi anni. Quest’epidemia ispirò numerose rappresentazioni artistiche e il ricordo è ancora vivo nella memoria collettiva marsigliese.

La foto che segue riproduce la ricetta  di un aceto miracoloso per la prevenzione della peste ottenuto attraverso  la macerazione di piante e spezie antisettiche, che fu aggiunta nel codice di farmacopea del 1748: la Recette du vinaigre des quatre voleurs (ricetta dell’aceto dei quattro ladri) prevede i seguenti ingredienti: tre pinte di aceto forte di vino bianco, un pugno di assenzio, un pugno di olmaria, un pugno di grani di ginepro, un pugno di maggiorana selvatica, un pugno di salvia, cinquanta chiodi di garofano, due once di radice di enula-campana, due once di angelica, due once di rosmarino, due once di malerba, tre grani di canfora.  Il tutto va messo a macerare in un recipiente per cinque giorni, poi filtrato attraverso un panno e infine imbottigliato. Si strofineranno di tanto in tanto, le tempie, le orecchie, le narici, le mani,  in caso di avvicinamento ad appestati.

Museo della storia di Marsiglia, ricetta dell'aceto dei quattro ladri, circa 1720 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, ricetta dell’aceto dei quattro ladri, circa 1720 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Tra i numerosi plastici esposti nelle sale del museo, molto interessante è quello del porto industriale del XIX secolo, dove si vede il nuovo porto e le numerose ciminiere afferenti ai saponifici. La tecnica di fabbricazione del sapone, a base di olio di oliva e di alloro, era originaria della città siriana di Aleppo e venne introdotta in Francia con le Crociate. A partire dal XII secolo c’erano a Marsiglia fabbricanti di sapone che utilizzavano come materia prima l’olio d’oliva prodotto localmente e le ceneri prodotte dalla combustione di una pianta, la salicornia. Crescas Davin, nel XIV secolo, fu il primo produttore ufficiale di sapone di Marsiglia, alla fine del XVI secolo Georges Prunemoyr superò la fase artigianale, fondando la prima fabbrica marsigliese. Nel 1786, si contavano a Marsiglia 48 saponifici che producevano 76.000 tonnellate di sapone, con 600 operai e 1500 lavoratori forzati prestati dall’arsenale delle galere; nel primo ventennio dell’Ottocento, c’erano ben 62 saponifici, oggi ne restano pochissimi.

Nel 1901, la giornalista Jeanne Brémontier, in un’inchiesta per Le Matin, riferì dei “terribili mestieri” svolti dagli italiani nella fabbricazione dell’olio e del sapone, mestieri che i francesi non volevano svolgere.  Un capomastro definì gli italiani “adorabili macchine”, abituati a sopportare la durezza del lavoro per pochi franchi al giorno.

Museo della storia di Marsiglia, Plastico del nuovo bacino portuale e dell'area industriale di Marsiglia [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, Plastico del nuovo bacino portuale e dell’area industriale di Marsiglia [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Su una grande pedana campeggia una grande apparecchio fotografico, appartenuto nientemeno che a Félix Tournachon, in arte Nadar, primo grande ritrattista della storia della fotografia, ma anche caricaturista, scrittore e aeronauta che ispirò Jules Verne per i romanzi Cinque settimane in pallone e dalla Terra alla Luna. Dal 1897 Nadar visse a Marsiglia, ormai settantenne, in rue Noailles 21 (oggi La Canabière 77). dove aveva un atelier fotografico tra i più belli del mondo.

Museo della storia di Marsiglia, apparecchio fotografico dell'Atelier Nadar, inizio XX secolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, apparecchio fotografico dell’Atelier Nadar, inizio XX secolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Un grande manifesto realizzato da Davide Dellepiane ricorda che Marsiglia ospitò nel 1906 la terza mostra coloniale allestita in Francia dopo quelle di Rouen e Rochefort nel 1896 e 1898. Marsiglia fu una di quelle città francesi che beneficiarono dell’espansione dell’impero francese a partire dalla fine dell’Ottocento con scambi commerciali in continua ascesa.

Museo della storia di Marsiglia, Esposizione coloniale, manifesto di David Dellepiane, 1906 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, Esposizione coloniale, manifesto di David Dellepiane, 1906 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Due maschere mortuarie in gesso, realizzate da François Carli, rimandano all’attentato di Marsiglia del 9 ottobre 1934, dove persero la vita il re jugoslavo Alessandro I e il ministro degli esteri francese Louis Barthou. L’attentato al re fu messo in atto da un nazionalista bulgaro, Vlado Černozemski, membro dell’Organizzazione rivoluzionaria interna macedone. Al momento dell’attentato, alle 16,15, il sovrano indossava l’uniforme di un ammiraglio della marina jugoslava, una spada con l’elsa d’oro e un tricorno con creste bianche. Si era rifiutato di indossare il giubbotto antiproiettile, sostenendo che interferiva con i suoi movimenti. Per raggiungere la prefettura, viaggiava su una Delage DM nera, scoperta e senza protezione. Nei pressi del Palazzo della Borsa, all’altezza di  place Puget (oggi place du Général-de-Gaulle), il corpulento ‘attentatore si precipitò verso la carrozza reale, urlando “Lunga vita al re!” e sparandogli con una Mauser Schnellfeuer automatica. Il ministro francese Barthou, invece, fu molto sfortunato perché non fu bersaglio diretto dell’attacco, ma venne ucciso da un proiettile vagante sparato da un gendarme francese.

Museo della storia di Marsiglia, maschere in gesso, omaggio della città di Marsiglia, al re jugoslavo Alessandro I e al ministro degli esteri francese Louis Barthou, uccisi nel corso di un attentato nel 1934 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, maschere in gesso, omaggio della città di Marsiglia, al re jugoslavo Alessandro I e al ministro degli esteri francese Louis Barthou, uccisi nel corso di un attentato nel 1934 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Questo modellino colorato rappresenta invece la Cité Radieuse, l’unità abitativa progettata negli anni cinquanta del Novecento dall’architetto svizzero Le Courbousier nel quartiere del Prado (Boulevard Michelet), assieme ad altre quattro analoghe in Francia e a Berlino. Il celebre architetto aderiva al Movimento Moderno, sperimentando un modello di “città verticale” nel contesto della ricostruzione postbellica, con unità abitative autonome, dotate di appartamenti e servizi funzionali che rendessero autosufficienti gli abitanti, in grado di coniugare in un unico luogo la vita individuale, familiare e collettiva. Dal 2016 la Città radiosa (sita in Boulevard Michelet 280), ripristinata e restaurata, è stata dichiarata Patrimonio Unesco.

Museo della storia di Marsiglia, modello della Città radiosa di Le Corbousier [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, modello della Città radiosa di Le Corbousier [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Siamo ancora negli anni Cinquanta, un olio su tela ricorda lo sciopero dei portuali contro la guerra in Indocina. Già dal 1946 il Partito comunista francese stava promuovendo una vivace campagna contro la guerra con appelli a intellettuali e artisti. Tra chi rispose all’invito, ci fu il pittore Antoine Serra che in questa tela raffigura il rifiuto da parte dei portuali, solidali con i marinai, di sbarcare dalle stive le bare dei soldati morti in combattimento e di imbarcare nuove truppe sul piroscafo Le Pasteur.

Museo della storia di Marsiglia, Lo sciopero dei portuali contro la guerra d'Indocina, Antoine Serra, olio su tela, 1950 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, Lo sciopero dei portuali contro la guerra d’Indocina, Antoine Serra, olio su tela, 1950 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Terminiamo la visita del museo nella sezione dedicata a un triste episodio avvenuto nel 2018 e al problema della casa, molto sentito nella città di Marsiglia. Verso le 9 di mattina, ai civici 63 e 65 di Rue Aubagne, in centro, collassò un edificio di quattro piani, cui seguì il crollo di un secondo edificio di cinque piani. Il bilancio fu di 8 vittime e diversi feriti. Da allora, più di 650 immobili sono stati evacuati nelle zone più povere della città e più di 6000 abitanti hanno dovuto rinunciare al proprio alloggio.

Museo della storia di Marsiglia, plastico del quartiere nel quale avvenne il crollo di due case il 5 novembre 2018 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Museo della storia di Marsiglia, plastico del quartiere nel quale avvenne il crollo di due case il 5 novembre 2018 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]La visita del museo mi ha impegnato un paio d’ore, ma mi ha fornito spunti per un itinerario tra il Porto Vecchio, la zona della Borsa, il quartiere del Panier, i docks restaurati, il quartiere popolare di Noailles, la Canebière, Boulevard Michelet.

Per approfondire:

Opuscolo in italiano sul Museo della storia di Marsiglia

[Maria Teresa Natale]

 

Una visita al Museo della Storia di Marsiglia, a due passi dal Porto Vecchio: sessantamila anni di storia e di storie


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