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Martedì 6 Dicembre 2022 17:12

“Chiara”, il ritratto di Nicchiarelli



Dal 7 dicembre in tutte le sale la pellicola in concorso alla 79ª Mostra di Venezia. Protagonista, una santa dal coraggio profondamente umano, in un mondo segnatamente patriarcale

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Chiara nasce ad Assisi il 16 luglio 1194 e muore nella cittadina umbra l’11 agosto 1253. Ricordare le date è utile per offrire la giusta cornice a una protagonista ormai molto lontana nel tempo eppure sorprendentemente vicina a noi e alla nostra sensibilità di uomini e donne del terzo millennio. Tornare ad occuparsi oggi di Chiara vuol dire gettare un ponte su un cammino di secoli che ha attraversato storie, eventi, cambiamenti e scoprire che in fin dei conti non tutto può dirsi cambiato. Certo la veste “esterna” della società è quella che i secoli ci raccontano, con gli stravolgimenti nel frattempo intervenuti. Ma forse a non essere cambiati sono gli esseri umani, spinti da quel soffio vitale che è insieme anima e motore della nostra quotidianità.

A spingerci di nuovo lungo questo sentiero, impervio e difficile, è Chiara, il film di Susanna Nicchiarelli presentato in concorso alla recente 79ª Mostra internazionale del Cinema di Venezia e in uscita in tutte le sale dal 7 dicembre. Chiara ha diciotto anni quando una notte decide di scappare dalla casa paterna per una vita che da quel momento cambierà per sempre. Con alcune amiche, inizia un cammino fatto di incertezze e di costanti pericoli. L’obiettivo è raggiungere Francesco nella prospettiva di riunire le forze nel segno della fratellanza e della preghiera. Chiara sa che sono necessarie costanza e forza d’animo, ossia rinunce e sacrifici. Proprio quello che più appare lontano a noi abitanti del Terzo Millennio.

Susanna Nicchiarelli non rifugge da questa constatazione. Anzi ammette di aver avuto come molti una educazione cattolica e di non essere più credente da molto tempo. «Ma – aggiunge – il salto che rappresenta la fede in una trascendenza non può non interrogarci e riguardarci tutti. L’elemento spirituale è quello che dà più forza al film e spiega l’ostinazione della scelta». Ecco allora il ritratto di una santa, proposto per il suo coraggio profondamente umano, in grado di tener testa ad un mondo patriarcale molto rigido nei confronti delle donne. Chiara rinuncia a se stessa, per seguire un sogno di povertà: il messaggio del Vangelo tra la gente e con la gente. Emerge qui il temperamento di Chiara reso con efficacia da Margherita Mazzucco, da poco reduce dalla serie tv L’amica geniale: seguire le regole imposte dalla società ma non rassegnarsi ad esse, soprattutto se discriminanti verso le donne. Cornice importante del film è inoltre la lingua scelta: il volgare umbro dell’epoca, misto al latino usato quando i discorsi diventano colti o si leggono le Scritture.

Nata a Roma il 6 maggio 1975, Nicchiarelli dirige con Chiara il suo quinto film, dopo l’esordio con Cosmonauta ( 2009). Titoli tutti segnati da grinta, forza d’urto e stile provocatorio. All’ultima Mostra di Venezia, il film ha vinto il Premio Signis della giuria cattolica internazionale.

6 dicembre 2022

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