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Venerdì 15 Maggio 2020 15:05

Cassia, bus contro albero. I periti: “autista era al cellulare”

Via Cassia, poco prima dell’incrocio con via Oriolo Romano. Sono circa le 9.30 di mercoledì 16 ottobre 2019 quando un bus della linea 301 devia improvvisamente sulla destra, sale sul marciapiede e si schianta con violenza contro un albero. Circa cinquanta i passeggeri che restano feriti, di cui quaranta con conseguenze non lievi. Caos, strada […]

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Via Cassia, poco prima dell’incrocio con via Oriolo Romano. Sono circa le 9.30 di mercoledì 16 ottobre 2019 quando un bus della linea 301 devia improvvisamente sulla destra, sale sul marciapiede e si schianta con violenza contro un albero.

Circa cinquanta i passeggeri che restano feriti, di cui quaranta con conseguenze non lievi. Caos, strada bloccata, forze dell’ordine e tante ambulanze per tutta la mattinata.

Gli agenti del XV Gruppo della Polizia Locale di Roma procedono agli accertamenti finalizzati a ricostruire la dinamica dell’incidente e in quelle ore si vagliano tutte le ipotesi, dal guasto meccanico del mezzo ad un malore dell’autista oppure ad una sua distrazione, qualcuno infatti dice che fosse al cellulare. I test sull’assunzione di alcol e droga subito effettuati sono comunque negativi.

Nel frattempo la Procura della Repubblica apre un fascicolo per lesioni; una perizia mirata a verificare lo stato del mezzo pubblico prima del sinistro viene disposta dal Procuratore aggiunto, Nunzia D’Elia, e dal PM Gennaro Varone, che contemporaneamente sequestrano i due cellulari appartenenti all’autista: il primo è un telefono aziendale, il secondo è personale, e viene trovato nel suo zainetto.

Lo scorso febbraio i consulenti incaricati dalla Procura giungono alla conclusione che il bus, pur avendo 17 anni, non aveva problemi meccanici e strutturali, essendo stato peraltro soggetto a regolare manutenzione.

La perizia quindi, che avrebbe accertato che la velocità al momento dell’impatto non superava i 30 km orari, escludeva responsabilità a carico del mezzo per l’improvviso cambio di direzione e il successivo schianto contro l’albero.

Gli inquirenti dirottano le loro attenzioni su i due cellulari per capire, tramite la Polizia Postale, se uno dei due fosse in uso al momento dell’incidente come alcuni testimoni avrebbero riferito.

Altri avrebbero invece dichiarato che il conducente aveva ambedue le mani sul volante mentre secondo qualcuno, pur con le mani sul volante, aveva gli auricolari nelle orecchie e quindi sarebbe ipotizzabile che comunque fosse intento a parlare.

Il conducente, respingendo ogni ipotesi di comportamento scorretto alla guida, sostenne invece di aver perso il controllo del mezzo a seguito di un improvviso malore, come avrebbe dimostrato la certificazione medica redatta a seguito dei controlli avvenuti nelle ore successive all’incidente. Determinante quindi, per appurare la verità, i controlli sui cellulari.

La perizia disposta dalla Procura della Repubblica di Roma inchioderebbe il conducente: era al telefono. Questa la conclusione dei periti resa nota in queste ore e in base alla quale il PM ha chiesto che l’autista vada a processo per lesioni colpose multiple.

Ne dà notizia il quotidiano La Stampa
nell’edizione romana di venerdì 15 maggio
spiegando che l’Atac, interpellata in merito, “per il momento non commenta riservandosi di fare dichiarazioni ‘dopo aver accertato i fatti processuali'”.

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