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Venerdì 15 Maggio 2020 19:05

Cassia, un “trail” nella selvaggia Inviolatella

Il percorso che vi segnaliamo questa volta è all’interno di quella che un tempo era la grande tenuta dell’Inviolatella Borghese; una pista breve (circa 1,5 km) e facile ma che va percorsa con calma per poter godere degli straordinari luoghi e dei bei paesaggi. L’accesso è in via dell’Inviolatella Borghese, prima traversa a destra di […]

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Il percorso che vi segnaliamo questa volta è all’interno di quella che un tempo era la grande tenuta dell’Inviolatella Borghese; una pista breve (circa 1,5 km) e facile ma che va percorsa con calma per poter godere degli straordinari luoghi e dei bei paesaggi.

L’accesso è in via dell’Inviolatella Borghese, prima traversa a destra di via Cassia Nuova, venendo da Corso Francia, subito dopo l’incrocio con via Fabbroni. Se decidete di andare non tenete conto del cartello ad inizio strada che parla di “divieto di accesso” perché si tratta in realtà di una strada consortile percorribile in quanto conduce a proprietà pubbliche.

via-inviolatella-borghese
Là vi sono due aree: sulla destra, con un grande cancello verde, c’è un parco attrezzato, attualmente in attesa di essere sfalciato e bonificato (erba alta un metro, panche e tavolini danneggiati, cestini dei rifiuti divelti e con ancora i rifiuti all’interno) mentre poco più avanti, sulla sinistra, c’è una seconda area mai divenuta parco pur essendo comunque fruibile.

E’ di questa che vogliamo parlare e il “trail” ha inizio dalla sbarra metallica  dove ancora sopravvive un cartello messo anni fa dal Comitato “Robin Hood”; il tracciato, che ancora riporta i segnavia bianco-rossi messi dall’Ente Parco di Veio, si inoltra in basso nella vegetazione (costeggiando la Via Cassia) per poi salire sulla destra nella bella piana alberata e si conclude, attraverso un sentiero nel bosco, al punto di partenza.

Attualmente la vegetazione è molto alta  con rovi e ortiche che lasciano uno stretto passaggio almeno nel tratto iniziale; indossate perciò pantaloni lunghi e scarpe da trekking e portate con voi un robusto bastone per scansare i rami spinosi.

L’ambiente è veramente straordinario con la vegetazione rigogliosa che avviluppa ogni cosa; il sentiero iniziale porta ad una piccola piana dove anni fa era stato creato un “arboreto” poi piega sulla destra e passando accanto ad una monumentale “sughera” comincia a salire.

Inviolatella Borghese maggio 2020/1
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Percorsi circa 200 metri si sbuca sulla parte alta. A sinistra la torre Telecom e i terreni del Centro per le ricerche agricole; di fronte una vasta proprietà privata; a destra un ampio terreno solcato da un sentiero che dirige verso l’area boscata.

Il terreno è un trionfo di profumi e di colori; gli alberelli (farnie, lecci, sughere, frassini) piantumati anni fa sono circondati da ginestre, cardi rossi, margherite e grandi cespugli di rosa selvatica. Il panorama è magnifico e si perde nelle spazio fino a raggiungere i monti in direzione sud.

Camminando sul sentiero appena accennato si arriva alla zona di bosco e ci si infila in una specie di tunnel creato dalla vegetazione che in qualche centinaio di metri riporta verso il basso.

L’area descritta merita senz’altro una visita perché si tratta di un vero concentrato di biodiversità sviluppatosi a poche centinaia di metri dal traffico di Corso Francia; qui non ci sono fontanelle, panche, aree di sosta o aree giochi. Il territorio è come madre natura l’ha fatto (o perlomeno con poche modifiche) compreso l’eccezionale “banco fluoritico” che oggi si intravede appena tra l’alta vegetazione.

Il banco, simile a quello nell’area protetta di Talamone, si trova nella parte iniziale del sentiero, sulla destra: la fluorite anticamente veniva impiegata per le fusioni e i cristalli usati come gioielli.

Inviolatella Borghese maggio 2020/2r
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L’area pubblica dell’Inviolatella merita senz’altro una visita specie in questo periodo quando la natura è nel suo massimo splendore.

Se poi qualcuno vi dice che forse ci potrebbe essere qualche vipera sicuramente ha ragione; solo che le vipere nostrane, oltre ad essere attive all’imbrunire, hanno il buon gusto di  non saltare, volare e appendersi agli alberi come leggenda vuole. Sono rettili timorosi che al primo rumore battono in ritirata. Se da parte nostra avremo il buon gusto di non infilare le mani nella vegetazione a terra non ci sarà alcun pericolo.

Francesco Gargaglia

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