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Sabato 16 Maggio 2020 21:05

Truffa finte cremazioni Cimitero Flaminio: indagate 19 persone

Chiusa dalla Procura della Repubblica di Roma l’inchiesta sulla truffa delle false cremazioni avvenute nel Cimitero Flaminio nei primi mesi del 2020. Articolate su due filoni, le indagini hanno appurato diverse responsabilità penali a carico di 15 dipendenti dell’AMA e 4 di agenzie funebri. Per tutti si profila all’orizzonte un processo con accuse pesanti: truffa, […]

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Chiusa dalla Procura della Repubblica di Roma l’inchiesta sulla truffa delle false cremazioni avvenute nel Cimitero Flaminio nei primi mesi del 2020.

Articolate su due filoni, le indagini hanno appurato diverse responsabilità penali a carico di 15 dipendenti dell’AMA e 4 di agenzie funebri. Per tutti si profila all’orizzonte un processo con accuse pesanti: truffa, corruzione e vilipendio di cadavere.

La prima inchiesta riguarda la vicenda delle urne piene di terra e sassi anzichè delle ceneri degli estinti. Tutto nasce dalla denuncia di un romano che per esaudire il desiderio della mamma, che aveva chiesto di essere sepolta accanto al marito, decide di farla cremare in quanto il loculo era troppo piccolo per contenere una seconda bara.

Fa dunque tutte le pratiche con l’agenzia funebre pagando in anticipo il servizio. Qualche mese dopo lo chiamano dicendogli che il giorno dopo al Cimitero Flaminio sarebbe avvenuta la cremazione e gli danno appuntamento direttamene al Verano per deporre alla sua presenza l’urna nel loculo.  E così avviene.

Qualche tempo dopo gli arriva una lettera. Il mittente è l’AMA che gli chiede una tassa per l’avvenuta sepoltura della mamma. L’uomo trasecola, si precipita negli uffici di Prima Porta e lì scopre che la mamma era stata effettivamente sepolta in un campo comune, dove finiscono tutte le bare prive di tomba.

Ottenuta la riapertura del loculo alla presenza dei Carabinieri, scopre così che nell’urna ceneraria ci sono solo sassi e terra. Il suo non è un caso isolato; i carabinieri indagano e scovano altri casi.

La seconda inchiesta ha portato alla luce una truffa che faceva perno sulla difficoltà economica di molte famiglie. La legge prevede che a distanza di 30 anni dalla sepoltura avvenga l’estumulazione della bara e se il cadavere è mineralizzato si procede alla raccolta delle ossa che vengono spostate nell’ossario comune, liberando quindi il loculo. Capita, però che in tanti casi il corpo dopo 30 anni sia ancora in buono stato. A quel punto i parenti sono costretti a pagare per la cremazione.

Ed è qui che subentravano i truffatori proponendo ai parenti di occuparsi loro direttamente della questione liberandoli da ogni incombenza burocratica e soprattutto ad un costo molto più basso di quello ufficiale, ed ovviamente in nero.

Ma poi il servizio non veniva reso. Le salme, anzichè essere cremate, venivano dissezionate, le ossa fatte a pezzi e poi depositate nell’ossario comune. Ad oggi i casi accertati, ed avvenuti fra gennaio e febbraio 2020, sono sei.

Diciannove le persone indagate e che la Procura intende portare davanti a giudici nel più breve tempo possibile. E’ certo che accanto ai truffati ci sarà anche l’AMA che tempo addietro, quando emersero le prime notizie sulle due vicende, dichiarò: “Qualora il reato in questione venisse accertato, Ama sarebbe parte lesa e agirà in ogni modo a propria tutela”.

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