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Venerdì 10 Gennaio 2020 13:01

Antigone

da 18/04/20 a 30/04/20

CHIUSO - Teatro India - Teatro di Roma

Antigone

di Sofocle
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con Oscar De Summa (Creonte), Monica Demuru (Ismene, Tiresia, Euridice), Monica Piseddu (Antigone), Francesco Rotelli (Guardia, Emone), Marcello Sambati (Corifeo)

costumi di Daniela Salernitano
luci di Gianni Staropoli
fantoccio realizzato da Paola Tintinelli
traduzione e adattamento di Massimiliano Civica

Antigone, la tragedia perfetta secondo Hegel, scritta da Sofocle per il pubblico ateniese nel V secolo a.C., torna in scena a firma di Massimiliano Civica per parlarci del nostro orizzonte sociale e politico, facendo luce sul rapporto fra l’identità dei leader e il popolo che rappresentano, attraverso una nuova traduzione che accomuna Antigone e Creonte in una identica colpa: la presunzione di essere eccezionali.
Massimiliano Civica rilegge l’Antigone di Sofocle per interpretare i fenomeni politici della nostra contemporaneità alla luce della questione del rapporto fra l’identità di un leader e il popolo che rappresenta. Considerata da Hegel come un modello perfetto di tragedia, l’opera fu messa in scena per la prima volta nel 442-1 a.C. per il pubblico ateniese, che riconobbe da subito l’originalità di Antigone, creazione di Sofocle che riassumeva su di sé tante e tali implicazioni morali, politiche e religiose da farne una figura che avrebbe attraversano secoli di letture e interpretazioni per giungere ai giorni nostri ancora gravida di una straordinaria complessità di
significati. Attorno alla nota vicenda del cadavere insepolto per bando di Creonte, che obbliga i diversi personaggi della tragedia a regolare il proprio comportamento sullo spartiacque del consenso e del disaccordo, si sviluppa nella rilettura registica e drammaturgica di Massimiliano Civica una visione in chiave inedita dell’eroina protagonista, colpevole al pari di Creonte. Il focus di questo spettacolo sposta così il centro della storia su un discorso critico-politico sulla società che passa per un ripensamento vivo della tradizione, senza però mai discostarsi dalla ricerca della strada per arrivare alle emozioni. «Il rischio che si corre nel mettere in scena l’Antigone è quello di farsi influenzare da ciò che tutti sappiamo “per sentito dire”: il rischio cioè di prestare più ascolto alle interpretazioni critiche, politicamente e ideologicamente orientate, a cui è stata sottoposta quest’opera nel corso dei secoli, che al testo stesso di Sofocle – riflette Massimiliano Civica – Per “sentito dire”, tutti sappiamo che Antigone, dall’inizio alla fine della storia, è nel giusto, che è una sorta di santa laica che combatte per una nobile causa, mentre Creonte è un tiranno autoritario che commette e vuole solo il male. Ma se così fosse, saremmo davanti ad un melodramma, non ad una tragedia greca.

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