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Giovedì 21 Maggio 2020 16:05

Via Fani, cadavere bruciato sul balcone: omicio o morte naturale?

Dovrà rispondere di soppressione di cadavere  e di omicidio volontario la settantenne con problemi psichici compagna dell’uomo trovato carbonizzato sul balcone dell’appartamento di via Fani, in zona Camilluccia, lo scorso 3 maggio. Questa l’ipotesi di accusa al vaglio della procura. Secondo i PM la donna, attualmente detenuta a Rebibbia, avrebbe prima ucciso il cinquantenne poi, […]

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Dovrà rispondere di soppressione di cadavere  e di omicidio volontario la settantenne con problemi psichici compagna dell’uomo trovato carbonizzato sul balcone dell’appartamento di via Fani, in zona Camilluccia, lo scorso 3 maggio. Questa l’ipotesi di accusa al vaglio della procura.

Secondo i PM la donna, attualmente detenuta a Rebibbia, avrebbe prima ucciso il cinquantenne poi, dopo aver vegliato il cadavere per giorni, avrebbe tentato di disfarsi del corpo dandogli fuoco.

La donna, una ex direttrice di banca, si è difesa dicendo che il compagno era malato, che era morto in casa e che dopo averne vegliato la salma per un bel po’ di tempo le aveva dato fuoco per non sentire il cattivo odore. Successivamente lo aveva spostato sul balcone dove però un colpo di vento, sollevando il telo che lo copriva, ha portato alla luce la vicenda.

Tutto si è svolto nella giornata di domenica 3 maggio e a dare inizio alla vicenda è stata la telefonata di un residente in via Fani, in zona Camilluccia.

“C’è il cadavere di un uomo su un balcone”. Più o meno questa la notizia giunta al 112 a seguito della quale i Carabinieri si sono precipitati in
via Fani
dove effettivamente su un balcone di una palazzina, ubicata a pochi passi dal monumento che ricorda la strage della scorta di Aldo Moro, si scorgeva la sagoma di un corpo immobile.

Sono serviti i Vigili del Fuoco per accedere all’appartamento nel quale i militari hanno trovato una situazione raccapricciante. Cumuli di materiali, di rifiuti, sporcizia, feci di cani e un odore nauseante. In casa, la donna e sul balcone la salma bruciata di un uomo.

In stato confusionale, la donna ha spiegato che il suo convivente, poi identificato come Boris Crnic, nato nel 1961 in Slovenia, era deceduto da tempo a causa di un tumore e che dopo averlo vegliato per giorni e giorni, costretta dallo stato di putrefazione lo ha trascinato sul balcone dove ha pensato di dargli fuoco dopo averlo coperto con un telo.

Sarà ora l’autopsia, di cui si attende a giorni l’esito, a confermare la morte naturale oppure l’omicidio.

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