Venerdì 22 Maggio 2020 16:05
A Roma Nord presto si berrà l’acqua del Tevere
“Levarsi la sete col prosciutto” dice un vecchio proverbio. A Roma Nord invece i cittadini si toglieranno la sete con l’acqua del Tevere, ormai è cosa fatta. C’è anche l’ok della Regione Lazio. “Adeguamento e potenziamento dell’impianto di Grottarossa per la potabilizzazione delle acque del fiume Tevere“. Così si chiamava il progetto elaborato da Acea […]
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A Roma Nord presto si berrà l’acqua del Tevere
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“Levarsi la sete col prosciutto” dice un vecchio proverbio. A Roma Nord invece i cittadini si toglieranno la sete con l’acqua del Tevere, ormai è cosa fatta. C’è anche l’ok della Regione Lazio.
“Adeguamento e potenziamento dell’impianto di Grottarossa per la potabilizzazione delle acque del fiume Tevere“. Così si chiamava il progetto elaborato da Acea grazie al quale i romani, in particolare quelli di Roma Nord, potranno bere l’acqua del Tevere.
Costato intorno ai 12 milioni di euro, il progetto ha riguardato la realizzazione di un depuratore-potabilizzatore sulla Flaminia, nei pressi del deposito Atac e della stazione Grottarossa della Ferrovia Roma Nord e poco distante dal vecchio depuratore che venne
sequestrato nel giugno del 2011
dalla Magistratura per “ripetuti malfunzionamenti“.“L’intervento — spiegava Acea in una lettera inviata nel 2018 al Campidoglio, alla Regione e alla Città Metropolitana – riguarda l’area centro-nord della città di Roma (circa 400mila abitanti coinvolti) la cui alimentazione idrica verrà integrata con una quota non trascurabile di acqua del Tevere“.
E già allora si parlava di 500 litri al secondo, quanto dovrebbe bastare per incrementare la portata d’acqua che serve a soddisfare la sete dei residenti di Roma Nord nei mesi non estivi, quando la città è in piena attività e la richiesta di acqua è rilevante.
I lavori del nuovo impianto, dopo aver ottenuto fra dicembre 2017 e marzo 2018 l’ok del Comune, Città Metropolitana (l’ex Provincia), Regione Lazio e Demanio, sono terminati da tempo e l’impianto è pronto per entrare un funzione.
Mancava solo l’ok della Pisana e quello è arrivato lo scorso 7 maggio: la Regione Lazio ha infatti autorizzato Acea a prelevare dal Tevere 500 litri di acqua pubblica al secondo.
Lo sia apprende dal “Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n.59, supplemento n.1, pubblicato il 7 maggio 2020 dove, a pagina 319 e 320 si legge che “L’istanza di concessione di grande derivazione di acqua pubblica è stata ritenuta ammissibile alla valutazione con conseguente avvio del procedimento amministrativo”.
Tutto ciò nonostante la forte contrarietà del ‘
Coordinamento Romano Acqua Pubblica’
che già lo scorso anno indirizzò una lettera aperta a Virginia Raggi, Nicola Zingaretti e Acea alla quale, pare, non è stata data risposta.Il Comitato contestava in primis il fatto che “in una città come Roma, alimentata principalmente da acqua di sorgente che viene dispersa per circa il 40%” una corretta gestione della risorsa idrica e delle bollette dei cittadini “dovrebbe vedere al primo posto la lotta allo spreco idrico e la ristrutturazione delle reti“. Invece, secondo il Comitato, “i soldi dei cittadini sono stati spesi per costruire il potabilizzatore e ancora una volta invece di ridurre le perdite sulla rete idrica si realizza un’opera ‘torbida’ come l’acqua del Tevere“.
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