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Lunedì 25 Maggio 2020 16:05

Palazzo delle Esposizioni - #laculturaincasa

da 25/05/20 a 31/05/20

Le sale del Palazzo sono di nuovo accessibili per visitare le mostre interrotte a seguito del lockdown: Jim Dine, Gabriele Basilico-Metropoli e Condizione Assange.
Le rassegne sono state prorogate per dare la possibilità di goderne a un pubblico più ampio possibile e recuperare in parte i giorni in cui non è stata possibile la visita. La grande antologica su Jim Dine, realizzata con la collaborazione dell’artista e curata da Daniela Lancioni presenta oltre 80 opere, datate dal 1959 al 2018. Nel suo insieme, può dirsi articolata in due parti che rispondono ciascuna a un diverso criterio espositivo.
Una prima parte si dispiega nelle sei sale intorno alla Rotonda del Palazzo delle Esposizioni dove le opere sono ordinate secondo un criterio cronologico pensato per lasciare a vista scarti, sorprese e metamorfosi del lavoro di Jim Dine e per non scalfire il senso di orientamento dei visitatori e delle visitatrici. 
La seconda parte occupa le ultime due grandi sale del percorso espositivo allestite per mano dello stesso artista che le ha trasformate in due ambienti di grande impatto emotivo e visivo.
Al secondo piano è allestita Metropoli di Gabriele Basilico a cura di Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia. Dedicata a uno dei maggiori protagonisti della fotografia italiana e internazionale, la rassegna è incentrata sul tema della città con oltre 250 opere in diversi formati datate dagli anni Settanta ai Duemila, alcune delle quali esposte per la prima volta.

Lo Spazio Fontana ospita Condizione Assange, quaranta ritratti di Miltos Manetas, una mostra che apre per restare chiusa. La mostra, inaugurata l’11 maggio con il Palazzo chiuso, è costituita da una serie di circa quaranta ritratti ad olio di Julian Assange eseguiti da Miltos Manetas tra febbraio e aprile di quest’anno e vuole rappresentare, fra le molte cose dette e fatte in questi ultimi due mesi in tutto il mondo, un particolare, forse paradossale, contributo di riflessione sulla condizione della reclusione, dell’isolamento, dell’impossibilità dell’incontro. La mostra non si può visitare. L’unica modalità per esplorarla rimarranno la sua comunicazione e la documentazione delle sue evoluzioni: dalla preparazione dello spazio fisico predisposto ad ospitarla, all’arrivo delle opere, alle interazioni che la accompagnano a partire dal dialogo tra l’artista e Cesare Pietroiusti, con una narrazione che si riflette su più livelli attraverso i canali social e digitali di Palazzo delle Esposizioni e il profilo creato dall'artista.

 


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