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Lunedì 1 Giugno 2020 18:06

Il Tevere a Roma Nord tra rifiuti e moria di pesci

La notizia che è pronto un nuovo depuratore a Grottarossa che preleverà dal Tevere 500 litri di acqua al secondo da immettere poi, una volta depurata, nel sistema idrico di Roma Nord aveva suscitato non poco allarme giorni addietro. Altrettanto ne ha suscitato in queste ore la moria di pesci in atto da due giorni […]

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La notizia che
è pronto un nuovo depuratore a Grottarossa
che preleverà dal Tevere 500 litri di acqua al secondo da immettere poi, una volta depurata, nel sistema idrico di Roma Nord aveva suscitato non poco allarme giorni addietro.

Altrettanto ne ha suscitato in queste ore la moria di pesci in atto da due giorni nel tratto di fiume tra Ponte Milvio e Ponte Marconi; centinaia di pesci stecchiti e venuti a galla che nella tarda mattinata di oggi, trascinati dalla corrente, sono arrivati fino alla foce a Fiumicino con diversi esemplari finiti all’interno della Darsena portuale, tra le barche da diporto, ed altri finiti addirittura in mare aperto.

Un fenomeno preoccupante dal momento che in futuro quest’acqua la dovremo anche bere. Non è la prima volta che accade e finché non verranno ultimate le analisi dell’ASL Roma 1 che proprio oggi ha prelevato campioni di acqua e pesci morti, non se ne saprà le cause.


Al momento quindi sono possibili solo delle supposizioni; uno sversamento di sostanze tossiche? Oppure cause più naturali come una qualche infezione batterica o una inadeguata ossigenazione delle acque?

Secondo le analisi condotte dall’ACEA l’acqua del Tevere in questi ultimi anni è molto migliorata anche se l’aspetto e la presenza di rifiuti farebbe pensare al contrario; circa un mese fa, abbiamo controllato con uno strumento portatile la conducibilità dell’acqua a Ponte Milvio rilevando un valore di 1.600 micro-siemens (il valore per l’acqua potabile è di 600); in realtà questo dato non ha nessun valore scientifico se non quello di confermare che nell’acqua c’è una discreta quantità di sostanze disciolte che favoriscono la “conducibilità elettrica”.

E allora abbiamo voluto fare una ricognizione sulle sponde del Tevere anche per avere un quadro più preciso della situazione: la moria di pesci c’è, ed è anche imponente.


Decine di carcasse di grossi pesci galleggiano nelle acque ferme lungo le rive e questo a partire da Ponte Duca d’Aosta. A Ponte Milvio non abbiamo visto pesci morti ma in quel tratto la corrente è forte e potrebbe averli portati via.

Subito dopo Ponte Duca d’Aosta si cominciano invece ad intravedere i corpi bianchicci dei pesci che, pancia all’aria, si decompongono in acqua; si tratta di decine, centinaia di esemplari tutti di grosse dimensioni.


Se le carcasse sono state individuate ieri fino a Ponte Marconi e oggi a Fiumicino, nulla si sa sulla situazione a monte di Ponte Milvio dal momento che le banchine non sono praticabili e occorrerebbe una imbarcazione per effettuare un controllo; se la moria di pesci dovesse interessare anche il tratto a monte tra i responsabili potrebbe esserci perfino l’Aniene.

Ma per saperlo dovremo attendere i risultati delle analisi. Nel frattempo il povero Tevere continua a rimanere “sorvegliato speciale”; se qualche intervento di pulizia è stato fatto sulle banchine le condizioni delle sponde e dell’acqua (oggi comunque di un bel colore verde) rimangono a dir poco drammatiche.

E’ molto difficile da digerire il fatto che l’acqua del Tevere, per quanto depurata, possa essere bevuta: basta camminare per qualche centinaio di metri lungo le sponde per rendersi conto, pesci morti a parte, dello stato in cui si trova il fiume.

Nell’osservare la sporcizia, i rifiuti, le centinaia di bottiglie di plastica e il lerciume che galleggia in superficie ci sono venuti in mente i tanti progetti di risanamento che la politica nel corso degli anni ha spacciato come imminenti.

Progetti di nessun spessore, idee tanto fantastiche quanto irrealizzabili, piani faraonici che avrebbero dovuto trasformare il Tevere in Danubio e Senna: di tutto questo non c’è traccia.

Le uniche tracce sono oggi la sporcizia e il degrado e quelle centinaia di pesci morti che nella migliore delle ipotesi serviranno da pranzo a cornacchie, gabbiani, tartarughe acquatiche (ce ne sono tantissime) e magari pure al fantomatico “coccodrillo del Tevere”.


Di questo fiume tanto bello quanto sfregiato vogliamo offrirvi, “dulcis in fundo”, l’immagine di queste quattro biciclette e di questo scooter semi sommerso nelle acque sotto il Ponte della Musica.

Sono là da mesi, sotto gli occhi di tutti, e nessuno dei 14 o 17 enti che hanno giurisdizione sul Tevere ha sentito la necessità di recuperarli. Forse aspettano l’ennesimo piano di risanamento.

Francesco Gargaglia

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