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Mercoledì 29 Luglio 2020 12:07

Rocco Chinnici, «esempio che è costante stimolo»


Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ricorda il giudice e le altre vittime dell'attentato del 29 luglio 1983: «Nostro dovere non dimenticare»

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«Nel giorno in cui ricordiamo il giudice Rocco Chinnici e le altre vittime dell’efferato attentato del 29 luglio 1983, è nostro dovere non dimenticare, profondendo, ogni giorno, con rigore e determinazione, il massimo impegno per l’affermazione del diritto e della giustizia contro ogni forma di mafia e di illegalità». Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha inviato un messaggio a Giovanni Chinnici, presidente della Fondazione intitolata al magistrato ucciso dalla mafia a Palermo 37 anni fa, mentre usciva da casa per andare al lavoro. Uccisi insieme a lui anche gli agenti della scorta e il portiere del suo stabile.

«Le straordinarie intuizioni e gli innovativi metodi di lavoro del giudice Chinnici, fondati sulla collaborazione tra i magistrati e sullo scambio informativo tra gli investigatori, hanno permesso una più ampia conoscenza dell’organizzazione mafiosa e delle sue ramificazioni, avviando un percorso successivamente seguito dagli altri valorosi magistrati del pool antimafia di Palermo che hanno raccolto il suo testimone», è l’omaggio di Lamorgese. Nelle parole del ministro, Chinnici, «tra i primi a comprendere la complessità del fenomeno mafioso e le sue connessioni con l’economia e la politica, era convinto che la lotta contro la mafia in primo luogo imponesse un riscatto della società civile, a partire dal coinvolgimento dei giovani, a cui si era personalmente dedicato».  L’esempio del suo «appassionato impegno, professionale ed umano, nella difesa della legalità, rappresenta un costante e prezioso stimolo per tutti coloro che, nell’esercizio delle più diverse responsabilità, sono chiamati a dare il proprio contributo nell’azione di contrasto delle organizzazioni criminali».

Non manca, nelle parole di Lamorgese, il riferimento alla «complessa fase che il Paese sta attraversando, caratterizzata da una difficile crisi economica». Le organizzazioni mafiose, riflette, «cercano di investire nei settori resi più redditizi dall’emergenza e puntano a conquistare nuovi spazi di mercato. Al tempo stesso, specie nelle aree del Paese già vulnerabili, la criminalità mira a acquisire e accrescere il proprio consenso sociale attraverso le più diverse forme di sostegno e aiuto alle fasce della popolazione in difficoltà. Compito prioritario delle istituzioni – prosegue il ministro – è impedire che ciò avvenga». Una «sfida», la definisce, che le istituzioni sapranno raccogliere, «onorando la memoria dei tanti servitori onesti dello Stato che, come Rocco Chinnici, hanno sacrificato la propria vita per difendere i valori della legalità e della convivenza civile».

29 luglio 2020

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